Dopo essere stato uno dei protagonisti della lunghissima cavalcata che ha portato il Budoni alla promozione in Serie D, le strade di Alessandro Steri e della società gallurese, a sorpresa, si sono divise. Tanta delusione da parte del calciatore cresciuto nelle giovanili del Cagliari e che vanta quasi 100 presenze tra i professionisti in Serie C. Emozioni forti che ci siamo fatti raccontare proprio dall’ex, tra le altre, di Nuorese e Villacidrese.
Alessandro, dopo una stagione culminata con la promozione in Serie D le strade tra te il Budoni si sono divise, come mai questa separazione?
“Le strade a essere sinceri si sono divise a sorpresa. Inizialmente con il presidente del Budoni avevamo un accordo che andava bene a entrambi. Un progetto che mirava al futuro, infatti in vista della prossima stagione sarei stato a disposizione non solo come giocatore ma anche come membro dello staff tecnico, magari facendo il match analyst. A una settimana dall’inizio del ritiro, le carte in tavola improvvisamente sono cambiate. Il presidente, nonostante sapesse la mia volontà di continuare a giocare, mi ha proposto una posizione differente da quella sulla quale eravamo d’accordo”.Â
Una scelta che ti ha colto di sorpresa e immagino ti abbia lasciato un po’ con l’amaro in bocca?
“Prima di parlare di come mi ha lasciato questa decisione ci tengo a ringraziare il presidente del Budoni per il ruolo che mi ha proposto. Spero possa capire che io mi sento ancora un calciatore, vivo per le emozioni che mi dà il campo e nella prossima stagione voglio continuare a provarle. Dopo 22 anni di carriera e più di 600 partite, non me la sono sentita di appendere gli scarpini al chiodo, la voglia di giocare è rimasta sempre la stessa. Quella presa dalla dirigenza dei galluresi, è una scelta che mi ha messo molto in difficoltà . Quando non percepisci più la fiducia nei tuoi confronti è giusto fare un passo indietro e guardarsi altrove. Ci sono rimasto veramente male, una notizia dura da metabolizzare, mi sentivo parte di una famiglia. È stata una settimana difficile“.
Una carriera ricca di esperienze tra Serie C, Serie D ed Eccellenza, ma con la voglia di giocare sempre viva, cosa vorresti dalla prossima stagione?
“Sto aspettando un progetto che mi veda coinvolto a 360 gradi, al Budoni per me il percorso era tracciato, come detto, avrei dovuto disputare la prossima stagione da calciatore per poi dedicarmi alla parte tecnica, come peraltro stavo già facendo nella parte finale della scorsa annata. Mi piacerebbe trovare una soluzione simile per sfruttare la mia esperienza sia in campo che a supporto dello staff. Quando deciderò di abbandonare il calcio giocato mi piacerebbe allenare. È un mestiere che mi affascina e per il quale ho studiato, ho preso il patentino Uefa B, mentre a marzo quello da Match Analyst”.Â
Tanta esperienza in Serie C, quasi 100 presenze collezionate. Guardando alla prossima stagione cosa ci dovremo aspettare dall’Olbia e dalla Torres?
“Ho sempre seguito sia Torres che Olbia. Ovviamente, considerato il mio passato con loro e i bei ricordi che mi porto dietro da quell’esperienza, ho avuto un occhio di riguardo per i Bianchi. La Torres però sta crescendo bene, dopo il primo anno di ambientamento alla categoria, quest’anno i sassaresi hanno la volontà di sollevare l’asticella per proseguire nel percorso di maturazione. In Gallura invece credo che si voglia continuare a far crescere e valorizzare i giovani. Gli uomini di Leandro Greco potranno fare un bel campionato, puntando a una salvezza tranquilla per poi magari cercare qualcosa di più”.
La tua carriera è partita dalle giovanili del Cagliari. Quello dei rossoblù è stato un mercato con tante operazioni, come vedi la formazione isolana in vista della prossima stagione nella massima serie?
“Ranieri ha fatto un capolavoro lo scorso anno. Quando è arrivato a Cagliari in molti non avrebbero scommesso sulla promozione. Con la sua esperienza ha formato un grande gruppo ed è riuscito a portare in Serie A i rossoblù. Ora per il prossimo campionato la dirigenza sarda si sta muovendo molto bene sul mercato, sono arrivati nell’Isola tanti giocatori forti che il tecnico di Testaccio già conosce e che non faticheranno a integrarsi. La forza di Ranieri sta nell’abilità e nella capacità di creare unione di intenti in un gruppo”.
Andrea Olmeo














