“Alla ricerca del gol perduto”, modificando il titolo di un celebre romanzo di Marcel Proust. Quella rete che, a Giovanni Simeone, manca ormai dal 31 ottobre scorso. Dalla sconfitta per 3-2 in casa del Bologna di Sinisa Mihajlovic. Il terzo K.O. stagionale dell’allora appena cominciata nuova era tecnica isolana con Eusebio Di Francesco in panchina.
Digiuno
Un gol nell’esordio stagionale col Sassuolo, una doppietta contro il Torino all’Olimpico e due sigilli consecutivi nelle sfide con Crotone e con gli stessi emiliani. Numeri che, dopo i 12 centri totali della scorsa stagione, parevano aver lanciato il “Cholito” – terzo miglior marcatore argentino nell’anno solare 2020 alle spalle soltanto del fenomeno Messi e del nerazzurro Lautaro Martinez – sulla strada della definitiva consacrazione in maglia rossoblù. Dati incoraggianti che, sommati ad un ottimo stato di forma, gli valsero la chiamata della nazionale argentina di Scaroni per i match di qualificazione ai prossimi mondiali. Poi, invece, il lunghissimo digiuno di dodici giornate. Quasi tre mesi aridi di reti, caratterizzati da varie prestazioni sottotono e intervallati soltanto dall’esclusione dalla lista convocati nelle sfide con Spezia e Verona a causa della riscontrata positività al Covid-19.
Difficoltà
E allora ecco che gli 80 minuti in campo nella sfida di ieri sera della Sardegna Arena contro il Milan sembrano sintetizzare al meglio il recente periodo di grande difficoltà attraversato dal centravanti argentino. Dopo un’avvio di gara totalmente fuori dai radar della manovra rossoblù, Simeone non è riuscito a fungere da riferimento offensivo per l’undici di Di Francesco. Alcune scelte di passaggio sbagliate, pochi palloni giocati e l’unica grande occasione della partita capitatagli sui piedi sferrata addosso ad un Donnarumma comunque abile nell’uscita bassa.
Incroci
Domenica, in casa del Genoa, Simeone ritroverà da avversario uno stadio che, nel 2016, lo lanciò in Serie A, assistendo ad alcuni dei 14 gol messi a segno in maglia Grifone. Un incrocio non banale per un attaccante che proprio a Marassi dovrà cercare di ritrovare il feeling con quella rete ormai perduta da troppo tempo. Per tornare a volare in campionato e aiutare il Cagliari ad uscire dalle sabbie mobili di una zona bassa della classifica che comincia a far paura.
Alessio Caria