Come si cambia per non morire, cantava Fiorella Mannoia. La mattina dopo un derby perso per 4-0 contro il Latte Dolce e un ultimo posto in classifica in solitaria il mal di testa in casa Torres sarà forte. Cambiare marcia e in fretta, un pensiero costante nelle parole del tecnico Archimede Graziani nella conferenza stampa dopo la brutta sconfitta, la seconda di fila della sua gestione, del Vanni Sanna. Ma soprattutto un concetto espresso con chiarezza: “Il nostro obiettivo è quello di non finire tra le ultime due“. Tradotto: obiettivo playout.
Involuzione pericolosa
Una situazione così tragica al 24 gennaio a Sassari, solo qualche mese fa, non l’avrebbe immaginata neanche l’ultimo dei pessimisti cosmici. La squadra rossoblù è partita da un terzo posto della scorsa stagione, anche se con il campionato monco causa pandemia. Un risultato che ha dato fiducia alla società rossoblù che in estate aveva sperato nel ripescaggio in Serie C e che durante il mercato in vista della nuova stagione, sulla carta, aveva costruito una squadra da parte sinistra della classifica (quantomeno). Sogni di gloria estivi che però hanno presto sbattuto contro la realtà di una stagione nera, nerissima. La Torres di oggi ha già cambiato pelle almeno tre volte. Prima è stato cambiato il direttore sportivo, con Degli Esposti al posto di Tossi, poi è stata stravolta tutta la squadra tanto che oggi si fatica a trovare almeno 2-3 titolari nella formazione di inizio campionato. Poi è arrivata la sostituzione in panchina con Graziani al posto dell’ex Lanusei Gardini. Una scossa durata poco però perché la squadra nelle ultime due gare ha ritrovato i fantasmi del passato e non è riuscita ad andare contro agli episodi della partita. E ora ai sassaresi servirà un’altra rivoluzione per non morire. Perché più di ogni chiacchiera una cosa è certa: la Torres non può stare all’ultimo posto in Serie D.
Equilibrio
A Graziani va dato il merito di aver impresso con maggiore stabilità un gioco, soprattutto in fase offensiva, alla rosa. Sia contro il Giugliano che nei primi minuti contro il Latte Dolce la sua Torres ha provato a giocare. E sarebbe curioso sapere come sarebbe finito il derby senza gli errori individuali che hanno portato a due rossi e a un rigore per il Latte Dolce. Ma il calcio non si fa con i se e con i ma. E questa Torres ha bisogno di tutto tranne che di alibi. Non ci sono scuse, per ora è un disastro.
Un minimo di equilibrio nel gioco per Graziani che però è il rovescio della medaglia di una rosa fatta, disfatta e rifatta, che non sarà semplice da gestire. Bravo il tecnico a valorizzare un giovanissimo figlio della città come Mascia, una delle poche (forse l’unica), nota positiva di questa Torres. Ma che fare con i senatori presi dalla precedente gestione tecnica? Mesina ancora una volta è partito in panchina. Difficile per un centravanti come lui sbloccarsi e tornare l’attaccante di qualche stagione fa entrando sempre nel secondo tempo. Inutile dire che per una squadra all’ultimo posto in classifica avere Mesina come riserva in attacco sia un po’ paradossale. Non tanto per il rendimento attuale dell’ex Arezzo e Castiadas ma per l’investimento che ha comportato il suo arrivo a Sassari. Investimento che non consente neanche di lasciarlo partire ora a cuor leggero, nonostante le tantissime offerte su di lui (su tutte quella dell’Arzachena). Discorso simile per Pietro Ladu. Il regista ex Lanusei si è messo a disposizione in un 3-5-2 che però non sembra disegnato sulle sue caratteristiche. E probabilmente ancora non ha la condizione per giocare titolare. Anche lui ha ricevuto diverse offerte, anche in Sardegna dal Muravera, ma la Torres dopo l’investimento estivo non può lasciarlo andare senza troppi rimpianti. Anche semplicemente per dei motivi economici. E allora la squadra rischia di avere dei giocatori pagati per fare la differenza al momento però meno centrali e con vista più sulla panchina che sul campo. Il calendario offre subito un’opportunità di riscatto nella trasferta contro un Formia in difficoltà. Ma la Torres dopo tanti e continui stravolgimenti sarà finalmente in grado di cambiare per non morire?
Roberto Pinna