Una corsa a tre quella per la panchina del Cagliari che verrà. Tre nomi che nascono da tre presupposti differenti e che rispecchiano le diverse anime delle scelte.
Risultati
Da una parte c’è la logica, quella della salvezza ottenuta e di un gruppo saldo al suo fianco. Leonardo Semplici si è guadagnato con i fatti la conferma sulla panchina rossoblù, almeno così dicono i risultati e così pensa il diretto interessato. “I matrimoni si fanno in due” non una frase pronunciata solo per guadagnare tempo, ma la realtà dei fatti. Perché oltre il campo e le sue sentenze ci deve essere una volontà reciproca, tra una carriera rilanciata per il tecnico e il desiderio di andare avanti insieme della società. La base però deve esistere, al contrario il rapporto potrebbe incrinarsi al primo soffio di vento. E quella base si chiamano programmi, orientamento comune sul mercato, sul futuro, sul contratto. Il tecnico toscano ha un accordo con la società di Via Mameli fino a giugno 2022, iniziare la stagione senza la garanzia di un ulteriore anno non sembra accontentarlo. Senza dimenticare che oltre i risultati ci sono i rapporti, ci sono le frasi, c’è una conferma mai davvero arrivata nemmeno dopo il Milan e nei giorni successivi alla salvezza. In tutto questo, alla vigilia della sfida contro il Genoa dell’ultima giornata, Semplici ha ribadito la sua volontà di continuare sulla panchina del Cagliari. Anche se i condizionali non sono mancati, nonostante la voglia dell’allenatore. Segnali, come quelli che portano ai concorrenti.
Uomo Capozucca
Tra chi non ha dato indicazioni sul futuro della panchina rossoblù c’è anche il direttore sportivo. Con Semplici ha condiviso l’arrivo in Sardegna per salvare la barca in tempesta, Stefano Capozucca assieme all’ex allenatore della Spal ha fatto attraccare nel porto sicuro chiamato Serie A il Cagliari. Pur se assieme il risultato è arrivato ciò non significa che si debba per forza assieme continuare. In fondo Semplici non è uomo del direttore sportivo, in Sardegna si sono incontrati e non è detto che si vada avanti anche per la prossima stagione, anzi. In fondo Capozucca avrebbe potuto dare segnali netti quando intervistato dal Secolo XIX, eppure ha nicchiato e dribblato la domanda sul futuro del tecnico. Da Verona arrivavano inoltre notizie di un Juric non esattamente allineato con la proprietà gialloblù e l’ex allenatore del Genoa è sì uomo di Capozucca e potrebbe ricalcare quella scelta, mai andata in porto, di Gasperini per il post Rastelli della promozione in Serie A. Senza dimenticare che anche il presidente Giulini in passato aveva pensato al tecnico dell’Hellas, salvo poi virare su Rolando Maran.
La scelta del cuore
Già da febbraio i primi contatti, poi tra corsa salvezza e una situazione in bilico sotto la Lanterna le parti sono rimaste più guardinghe. Oggi però che Claudio Ranieri è ormai lontano dalla panchina della Sampdoria ecco che il filo rosso di un suo ritorno in Sardegna è riapparso con prepotenza. Un amore mai sopito, anzi, sempre ricordato a ogni occasione quello tra il tecnico romano e la piazza rossoblù. Tommaso Giulini da tempo pensa al suo ritorno sulla panchina del Cagliari, una chiusura del cerchio che saprebbe non solo di romanticismo, ma anche di voglia di rilancio. Il pragmatismo di Ranieri dopo una stagione che ha sfiorato il dramma, ma soprattutto l’amore della città verso l’eroe della doppia promozione di fine anni ’80 sarebbero lo zucchero che renderebbe indolore la pillola della non conferma di Semplici. Con l’addio dell’allenatore fiorentino, il conseguente arrivo di Ranieri avrebbe dunque anche un carattere simbolico, senza dimenticare la capacità dell’ormai ex doriano di adattarsi al materiale a disposizione.
Il Genoa potrebbe così essere l’ultima di Semplici sulla panchina del Cagliari o, al contrario, un nuovo inizio con vista sulla prossima stagione. Comunque andrà sarà un successo per l’allenatore toscano, la salvezza ottenuta, la stima della piazza e, chissà, un campionato dal quale partire fin da subito per creare il suo Cagliari da zero. Giorni caldi, in attesa delle parole del presidente Giulini che non potranno tardare oltremodo. Il tempo dei dribbling è finito, è arrivato quello delle decisioni definitive.
Matteo Zizola