Il tecnico della Torres Marco Mariotti, ai microfoni di Extra Time Web, è tornato a parlare del caso rimborsi in casa rossoblù. Nella contesa tra allenatore, squadra e società relativa alle mensilità dovute ai tesserati dal club a causa dello stop del campionato di Serie D per il diffondersi dell’emergenza coronavirus.
Accordo futuro?
Un Mariotti che ha chiarito le sue idee sulla situazione auspicando una rapida intesa tra le parti (società e giocatori): “Tra noi all’interno della Torres c’è stata una piccola divergenza sul tema rimborsi, ormai è un tema diventato pubblico. E su questo ci tengo a fare chiarezza. Io sono un allenatore con licenza Pro e per questo ho un accordo da professionista, che parte dalla prima panchina, anche amichevole. I miei giocatori mi hanno chiesto un aiuto vista la situazione di emergenza per ottenere i rimborsi e io ho detto va bene. Loro hanno fatto una richiesta alla Federazione per chiedere alla società di incontrarsi e chiarire. Una lettera che non ha nessun peso a livello di vertenze legali o altro. Non voglio entrare nel contendere. Ma a mio parere nei modi tutte e due le parti hanno sbagliato. Noi forse potevamo fare diversamente prima di inviare la lettera, dall’altra parte è stato erroneo rispondere con parole di una cattiveria inaudita e rendendo tutto pubblico. Io auguro alla società è almeno di ricucire con i giocatori. Per il resto a me non mi tange la questione. So che loro hanno cercato altri allenatori ma per me resta la grande esperienza alla Torres. E ringrazio la dirigenza per avermi scelto”.
Mariotti che è tornato anche sulla stagione a Sassari prima del blocco legato al Covid-19: “Io sono incazzato perché noi stavamo facendo un campionato straordinario. Si è creato un programma che io ho sposato in pieno. Condivido tutte le scelte fatte. Una squadra che poteva e può dire la sua per 7-8 anni: con 22 anni di media, con 11 sassaresi e 4 sardi su 23. Obiettivo era un campionato tranquillo perché sulla carta dovevamo restare agganciati ai playoff visto che c’erano Latte Dolce, Turris, Latina, Aprilia, Cassino e il Lanusei nel girone. E invece, grazie a tutte le componenti e lo sottolineo, abbiamo fatto un campionato strepitoso. Avevamo azzeccato tutto. Questi ragazzi mi rimarranno sempre nel cuore. Mi dispiace e sono incazzato perché avremmo finito alla grandissima ma i se e i ma fanno parte di un modo di vedere sbagliato. Restano numeri inconfutabili. Grazie ancora alla società per avermi dato il sogno di aver allenato la Torres. Ora cercano un altro allenatore e vuol dire che non son rimasti contenti ma mi hanno insegnato che l’allenatore viene giudicato dai numeri. Può darsi ho fatto poco”.
Infine una chiusa su Tore Pinna: “Ci sono due persone che ho voluto quest’anno con me. Uno è Giacomo Demartis e Alberto Cossentino, per la loro esperienza e per il carisma dentro lo spogliatoio. Ma voglio fare il nome di Tore Pinna. Qualcuno forse aveva storto il naso nel vederlo come secondo. Per me arriverà un allenatore di portieri di altissimo livello. E ama la Torres come nessuno. Lo sento 3-4 volte al giorno, ho condiviso tutto. Non ho fratelli maschi ma lui è quello che avrei sempre voluto. Spero di poterlo avere ancora al mio fianco. E lui sarebbe contento. Si tratta di un uomo leale, è stata la mia fortuna a Sassari”
Roberto Pinna