L’età è solo un numero. Per riassumere l’idea di squadra costruita dalla dirigenza del Cagliari la miglior giustificazione potrebbe essere questa. Nell’annata precedente, il tentativo di strizzare l’occhio alla gioventù era andato male, perché per raggiungere una salvezza che sembrava impossibile fino al minuto 94 di Cagliari-Parma è servita tutta l’esperienza dei calciatori più anziani in rosa. I giovani hanno dovuto fare un passo indietro e per la stagione 2021-2022 è arrivata la conferma di questa visione.
Paragone
Quella del Cagliari 2020-2021 è stata la settima rosa più giovane del campionato: 24,4 anni di media, secondo i dati Trasfermarkt. Gli arrivi di Gabriele Zappa, Riccardo Sottil, Fabrizio Caligara, Alessandro Trippaldelli e Matteo Tramoni, le conferme di Sebastian Walukiewicz e Andrea Carboni, avevano fatto pensare a un nuovo corso, un tentativo di abbandonare la strada dell’usato garantito per quella del rischio calcolato sui giovani. La realtà dei fatti però è stata diversa. Dopo un inizio di stagione che ha visto il centrale polacco, l’ala fiorentina e l’esterno ex Pescara essere spesso tra i titolari, la confusione sul campo e la classifica deficitaria hanno fatto accomodare in panchina anche quei giocatori che sembravano essere certi del proprio posto. Anche per via dell’infortunio di Riccardo Sottil, solo Zappa, con ancora Eusebio Di Francesco in panchina, ha continuato ad avere spazio. All’arrivo di Semplici, il cambio di modulo ha condannato il ventunenne scuola Inter ad avere meno minuti e a passare il testimone a un altro under di rappresentanza, stavolta al centro della difesa: Andrea Carboni. Una situazione resa ancora più chiara dall’età media dei giocatori impiegati in campo, quasi due punti più alta – 26,2 – rispetto alla media calcolata su tutti gli effettivi. Un dato che però ha fatto piazzare il Cagliari al quarto posto, a pari merito con il Sassuolo, nella classifica delle medie età dalla più bassa alla più alta. La conferma di come nei momenti di difficoltà, in Serie A, si cerchi sempre di affidarsi agli elementi con una vita calcistica già affermata.
Nuova annata
Il centrale di Tonara è il filo conduttore che collega passata e nuova stagione. In entrambe le partite giocate è stato il più giovane in campo tra gli isolani, in una squadra che in questa annata ha un’età media di 26,9 anni. Una cifra che si arrotonda a 27 se si prende il dato dell’età media dei giocatori schierati in campo dopo le prime due giornate, e che pone i rossoblù al quindicesimo posto nella classifica stilata dal portale tedesco specializzato. Una situazione intravedibile già dalla costruzione della campagna acquisti: il Cagliari ha rinunciato alla maggior parte dei giovani arrivati nella scorsa stagione e spedito nuovamente Biancu in prestito, puntando ancora sui soli Zappa, Carboni e Walukiewicz, rimasto nonostante i mal di pancia e i dubbi dell’allenatore; con i centrali Giorgio Altare e Adam Obert che difficilmente troveranno spazio, l’unico nuovo arrivo nato dal 2000 in poi con più possibilità di essere schierato è il laterale di destra Raoul Bellanova. Considerando il rientro di Ceter, classe 1997, gli altri nuovi acquisti sono tutti nati dal 1995 in poi, con il picco toccato dal classe ’84 Martin Caceres. Una linea che però è stata seguita dalla maggior parte dei club della massima serie, con le eccezioni di Spezia, Empoli e Venezia, squadre che conducono la speciale classifica sulla età media più bassa dettata dal campo.
Dopo la difficile stagione scorsa, il Cagliari punta a restare in Serie A senza troppi patemi d’animo. Per raggiungere il traguardo ha scelto di non guardare la data di nascita sulla carta d’identità, oltre che su spese contenute. Molte sicurezze e poche scommesse, senza pensare ai segni del tempo: la salvezza tranquilla, con l’età che avanza e i tempi difficili che si vivono, deve essere messa al primo posto.
Matteo Cardia