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Eusebio Di Francesco | Foto Cagliari Calcio

Da Zeman a Di Francesco: il Cagliari ancora alla prova del 4-3-3

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Il Cagliari – e Tommaso Giulini – ci riprovano. A cinque anni di distanza dall’ultimo tentativo, il Cagliari si misurerà infatti con un test, quello del 4-3-3, al quale era già stato sfortunatamente sottoposto nella stagione 2014-2015, con Zdenek Zeman in panchina. Un’annata sciagurata, culminata nei soli 34 punti conquistati in 38 giornate e la triste retrocessione in Serie B.

Dopo l’enorme delusione in campionato nell’anno del tanto atteso centenario del club, il patron rossoblù ha recentemente optato per una vera e propria rivoluzione. Addio a Zenga, tecnico subentrato all’esonerato Maran, e squadra affidata all’ex Roma e Sampdoria Eusebio Di Francesco. Un tecnico, quest’ultimo, che dagli insegnamenti dello stesso Zeman ha tratto la sua caratteristica idea di gioco. Una versione meno dogmatica del 4-3-3 storicamente proposto dall’allenatore boemo, forgiata negli anni e nel corso delle numerose esperienze sulle panchine italiane.

Prove generali 

Era il 23 giugno del 2008 quando un trentanovenne Di Francesco dava ufficialmente inizio alla sua carriera da allenatore. Metà stagione soltanto, tuttavia, la durata della sua esperienza alla guida della Virtus Lanciano, prima del passaggio al “suo” Pescara nel 2010. Tappe importanti e formative nell’allora precoce carriera dell’ex centrocampista della Roma. 4-4-2, 4-5-1, 4-4-1-1 e 4-2-3-1 i moduli impiegati dal tecnico abruzzese. Sporadico, invece, quel 4-3-3 che sarebbe presto diventato il suo marchio di fabbrica. Un modulo mai utilizzato nemmeno nel corso della sua breve esperienza – la prima in Serie A – sulla panchina del Lecce. Soltanto quattordici, infatti, le sfide alla guida dei salentini, prima del doloroso esonero nel dicembre del 2011.

Anni d’oro al Sassuolo

Pochi tocchi, lanci lunghi sporadici, triangoli rapidi ed esterni offensivi capaci di ripiegare velocemente e svolgere al meglio anche la fase difensiva. Erano queste le chiavi principali del Sassuolo dei sogni di Di Francesco. Una formazione con la quale – dopo il suo arrivo in panchina nell’estate del 2012 – il tecnico ex Pescara si è consacrato come uno dei migliori allenatori italiani. Ed è proprio in terra emiliana che l’attuale tecnico del Cagliari ha cominciato a sperimentare il suo personalissimo 4-3-3. Un modulo quasi sempre utilizzato nel corso delle sua prima annata sulla panchina neroverde (soltanto in due occasioni ha optato per un altro stile di gioco) e riproposto in maniera efficace anche nelle successive stagioni, culminate con la conquista di uno strepitoso sesto posto in Serie A nel 2016, valso anche l’Europa League. Uno stile di gioco più compatto e meno offensivo rispetto a quello puramente zemaniano.

Roma da Champions

De Rossi, Strootman e Nainggolan. Erano loro i protagonisti del centrocampo dei sogni della Roma nell’anno della strepitosa cavalcata in Champions League. Ai loro fianchi, in fase di non possesso, i rientri degli esterni giallorossi, pronti a dare man forte alla mediana e sopperire all’arretramento di De Rossi sulla linea dei difensori. Sfumature di un 4-3-3 mutevole impiegato in 31 occasioni nel corso della sua prima annata nella capitale (terminata col raggiungimento del terzo posto in campionato) e sfociato in emblematici 4-1-4-1, 3-5-2 e 3-4-2-1 utilizzati soprattutto in Champions (rispettivamente contro Atletico Madrid e Shaktar, Barcellona e Liverpool).

Ora, la nuova sfida sulla panchina del Cagliari. A cinque anni di distanza dall’ultima prova rossoblù del 4-3-3, il tecnico abruzzese è pronto a forgiare la rosa isolana attorno alla sua idea di gioco. Un modulo che trova le proprie radici nel gioco offensivo e spregiudicato di Zeman, ma capace di mutare e adattarsi allo stile e alle caratteristiche della manovra avversaria.

Alessio Caria

 
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