Dimmi come prendi gol e ti dirò chi sei. Nell’analisi delle reti subite dal Cagliari, 22 seconda peggior difesa dietro lo Spezia (23), ci sono tanti dei fantasmi e degli errori che stanno condizionando questo complicato inizio di stagione per i rossoblù in Serie A. Disattenzioni, problemi cronici e momenti di blackout mentale che non stanno aiutando nei risultati la rosa prima di Semplici e ora di Mazzarri.
Pericolo da fermo
Dei ventidue gol totali incassati da Cragno e Radunovic in queste prime dieci giornate di campionato, dieci sono arrivati da situazione di calcio piazzato. Poco meno della metà delle reti totali prese il Cagliari le ha subite da fermo. Quattro su calcio d’angolo. Tre su rigore. Tre su punizione diretta. Partiamo dai corner. La prima rete subita dalla bandierina è stata quella di Fares di testa su battuta di Rovella nella sconfitta per 3-2 contro il Genoa in casa che è costata la panchina a Semplici. In una gara che ha evidenziato tutte le lacune in marcatura su cross, sia in movimento che da fermo, per il gruppo rossoblù. Con il cambio in panchina la svolta sugli errori in queste particolari situazioni non è arrivata. Contro l’Empoli la rete di Stulac per il definitivo 2-0 della Unipol Domus a favore dei toscani è arrivato sempre su situazione di corner, con tutti i giocatori rossoblù intenti a marcare in area e nessuno pronto sul tiratore al limite. Stulac è vero trova un gran gol, ma prende la mira senza nessun disturbo. Dormita ancora più evidente in marcatura sull’uomo nella gara vinta contro la Sampdoria per 3-1. Il gol blucerchiato di Thorsby arriva su battuta corta che permette a Caputo di mettere in mezzo senza pressione per il norvegese completamente libero a due passi dalla porta sarda. Infine contro la Roma, nell’ultima sconfitta 2-1 in casa, su cross di Pellegrini dall’angolo Ibanez trova un grande stacco ma sulle marcature la squadra rossoblù è in ritardo e Bellanova resta indeciso fino all’ultimo sul da farsi tanto che recupera troppo tardi sull’uomo. Anche un rigore, quello trasformato da Biraghi in Fiorentina-Cagliari 3-0, nasce da occasione di calcio d’angolo avversario.
Marcature da rivedere
La difesa di squadra, intesa come preventive, calciatori che scalano in transizione avversaria e raddoppi sembra essere fin qui uno dei problemi principali per questo Cagliari. Fin dalla prima gara contro lo Spezia (2-2) le lacune nel difendere di squadra sono parse evidenti. Gyasi per il primo gol va al tiro della distanza senza pressione del centrale e il passaggio al calciatore che tira arriva dopo una serie di ritardi nell’uscita sul portatore di palla da parte di diversi centrocampisti rossoblù. Nella seconda azione del gol ligure Bastoni sfrutta le difficoltà della linea difensiva isolana di seguire gli uomini in area e segna su cross basso. Del Genoa abbiamo già detto, i due gol in movimento di Destro e Fares di testa su cross entrambi da destra (il Cagliari ha subito in totale 10 gol su azione sviluppate sulla corsia destra del campo) di Cambiaso. Problema di marcatura su cross evidente anche con Mazzarri: Carboni perde Immobile nel 2-2 con la Lazio, Di Francesco nella gara con l’Empoli si stacca bene dalla marcatura e nessuno lo segue su cross basso in area, situazione simile nel primo gol Napoli con Osimhen alla sesta giornata.
Psicologia e fondamentali
Riguardando tutte le reti subite l’impressione al momento è che al Cagliari manchi un mix di lavoro sulla difesa di squadra e una maggiore fiducia nelle situazioni chiave della gara, come per esempio angoli e punizioni. Sui corner contro è evidente che la squadra abbia dei momenti di blocco mentale in marcatura, forse dettati dalla paura di prendere gol (non è un caso che la squadra abbia fatto solo due punti dopo lo svantaggio in campionato, contro Spezia e Lazio). Sicuramente però c’è un lavoro di marcature, da fermo e non solo, e nei movimenti di squadra senza pallone che va velocemente migliorato da Mazzarri e dal suo staff perché spesso i fantasmi e gli errori che portano il Cagliari a perdere una gara sono gli stessi. Il problema è che più passano le giornate e meno spazio c’è per scacciare via le paure, senza considerare che l’ultimo posto in classifica può mettere ulteriori pressioni e aumentare la possibilità di commettere errori.
Roberto Pinna