E alla fine arriva Keita. Il nome dell’ultima ora che nessuno o quasi si aspettava. Niente Scamacca, Kalimuendo o Satriano. A Cagliari è sbarcato Keita Baldé, che a ventisei anni cerca gol e stabilità dopo anni di trasferimenti tra Francia e Italia.
Tecnica, velocità e fiuto del gol
I dubbi e le frizioni con la Sampdoria (che non ha potuto esercitare l’opzione da 10 milioni per l’acquisto dal Monaco) e il Cagliari bravo a farsi sotto strappandolo alla Ligue 1 senza dover spendere nulla. Nella serata di ieri, in poco tempo la dirigenza isolana ha convinto il giocatore a trasferirsi in Sardegna, grazie a un triennale offerto ad un attaccante desideroso di ritrovare i numeri che gli fecero spiccare il volo verso Montecarlo nel 2017. Prima del trasferimento in Francia, Keita aveva a lungo indossato la maglia della Lazio andando in doppia cifra – 16 gol – proprio nell’ultima stagione in biancoceleste. Seconda punta, ala sinistra e all’occorrenza centravanti: Simone Inzaghi è stato il primo a sfruttare la poliedricità di un giocatore che sa esaltarsi in campo aperto e giocare nello stretto, freddo davanti alla porta e che sa mettere i compagni in condizione di segnare, anche grazie alla possibilità di usare entrambi i piedi.
Caratteristiche venute a galla tra i campi della Masia di Barcellona e di Formello che non sono mai scomparse, nonostante la poca fortuna durante l’avventura nel Principato di Monaco e nei ritorni temporanei in Italia con le maglie di Inter – stagione 2018/2019 – e Sampdoria. Nell’ultima stagione giocata a Genoa, in blucerchiato, Keita è stato a lungo condizionato da una lesione del bicipite femorale destro che l’ha tenuto lontano dal campo dal 3 novembre fino al 19 dicembre scorso. Un inizio non semplice e che ha influenzato una stagione dove il senegalese è comunque andato a segno 7 volte in 26 apparizioni, non sempre partendo da inizio gara. In coppia con Quagliarella da seconda punta, con Gabbiadini a fianco o supportato da un trequartista per agire da prima: Keita nell’ultima annata non ha mai svolto da solo il compito offensivo ma si è adattato a quanto chiesto da Ranieri a seconda della preparazione della partita o dell’andamento tattico della gara. Un profilo che mancava nel reparto offensivo del Cagliari e che si può ben sposare con chi oggi ha maggiori responsabilità in fase offensiva tra gli uomini di Semplici.
In campo
Keita non è un attaccante votato alle sportellate aeree come Pavoletti ma è in grado di aiutare la squadra in maniera diversa, grazie al cambio di passo e alla tecnica di alto livello. Può attaccare la profondità o dare un riferimento in più nella fase di costruzione dell’azione offensiva. Semplici potrebbe utilizzarlo sia come prima punta che in coppia con Joao Pedro, che oggi spesso occupa la zona di campo che il senegalese ha dimostrato preferire, a sinistra. Il capitano e il nuovo acquisto potrebbero formare una coppia in grado di alzare il livello qualitativo della squadra, in grado di non dare punti di riferimento ai difensori avversari e di costruire – sulla carta – con più fluidità. Se il tecnico toscano però non volesse privarsi di Pavoletti, Keita diventerebbe una buona carta in corso di partita, anche per dare respiro al numero 10 del Cagliari, spesso sfruttato fino all’ultimo briciolo di energia negli ultimi due anni. Oppure per dare il cambio al livornese se ci fosse da cambiare strategia durante l’incontro.
Un attaccante ancora giovane, con esperienza internazionale e che conosce la Serie A, in cerca di continuità e protagonismo. Dopo una complicata sessione estiva di calciomercato, il Cagliari riporta definitivamente in Italia un giocatore che potrebbe potenzialmente risolvere i problemi offensivi della squadra.
Matteo Cardia