Prestazione o risultato. Filosofia immutabile ma all’interno di un continuo cambio d’abito (tattico). Il Cagliari di Di Francesco è un pensatore romantico, seduto su uno sperone in bilico tra due vallate. La gara contro la Roma, domani sera all’Olimpico, però presenta uno di quei bivi non rimandabili. La strada finisce poco più in là e non ci sono altre uscite disponibili, ma solo un guardrail a indicare la conclusione della carreggiata.
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Dopo 13 gare i rossoblù sono ancora alla ricerca di quella che è la via da seguire per la stagione in corso. Nelle primissime partite del campionato il 4-3-3 è stato un maglione di lana nelle giornate cagliaritane di fine ottobre. Troppo presto, troppo caldo, e poi pizzica. Cambio a un più leggero vestitino estivo con il 4-2-3-1. Bello da vedere, forse un po’ troppo sbarazzino, ma comunque nelle passeggiate al Poetto lo sguardo lo hanno girato in tanti a guardare quella giovane banda rossoblù. Serviva qualcosa di meno informale, ed ecco una costante ricerca dell’equilibrio (parola ora bandita, dallo stesso Di Francesco, per abuso d’ufficio). Risultato: meno gol subiti da inizio dicembre (5 nelle ultime 4 partite), ma anche meno gol fatti (3) e meno punti in classifica. Con la vittoria che manca da inizio novembre.
Filosofia
Per Di Francesco, lo ha ribadito nella conferenza stampa prima della sfida alla Roma, la filosofia del suo Cagliari non è mai cambiata, anche nelle ultime partite avare di punti. E il tecnico ha invitato a guardare più alle prestazioni che ai punti. Un esercizio di stile complicato nel mondo del calcio, che se possibile cerca di volare un paio di centimetri sotto il terreno. Un obiettivo nobile, che Di Francesco ha fissato in cima sin dalla sua prima conferenza: “Voglio far divertire la gente”. Non sempre il Cagliari però, almeno stando al parere dei tifosi, sembra esserci riuscito nell’ultimo periodo. Al momento il Cagliari di Di Francesco sembra in bilico tra i concetti aristotelico di Atto e Potenza. Per ora i rossoblù in potenza hanno mostrato di riuscire a essere una squadra ariosa, votata al bel gioco e abile nel far divertire. Ma non hanno, o forse non hanno saputo dimostrare, ancora la forza per mettere in atto tutti questi indizi con continuità. Il Cagliari sembra un seme forte, capace di diventare pianta ornamentale, ma le incognite sul suo sviluppo per ora restano. La gara contro una Roma ferita, ma sempre pericolosa, dopo un lungo tour de force condizionato anche da infortuni e positività al coronavirus potrebbe far capire ai rossoblù, meglio di qualsiasi commento giornalistico, quale sarà il bivio da prendere per il resto della stagione. Ricordando però che il pensiero romantico, spirituale ed emotivo, poco si abbina a un mondo neoclassico, come quello del pallone.
Roberto Pinna