L’allenatore rossoblù, Eusebio Di Francesco, è intervenuto all’interno della trasmissione “Il Cagliari in Diretta” su Radiolina e Videolina. Un primo momento di riflessione e bilanci per il tecnico, ex tra le altre di Roma, Sampdoria e Sassuolo, dopo le prime tre giornate di Serie A del suo nuovo Cagliari, con un solo punto raccolto in classifica.
Questi i temi affrontati:
Un parere sul mercato?
“Non sono arrabbiato come molti hanno scritto, sono concentrato su quello che ho e su come fare al meglio. Ad essere sinceri manca qualcosa a questa rosa, su tutti spiace per il mancato arrivo di Nainggolan. Ma ora pensiamo a noi. Ho una rosa extra large che a volte ti aiuta ma a volte può anche svantaggiarti. Dovrò essere bravo a togliere il meglio da questa situazione”.
Allenamenti senza tanti nazionali?
“Queste due settimane sono state positive nonostante tante assenze per gli 11 nazionali. Penso per esempio a Bradaric e Ceppitelli che hanno iniziato a lavorare con la squadra e sono molto contento di come si sono approcciati. Ho detto ai ragazzi che siamo in tanti ma ognuno può mettere in difficoltà le scelte dell’allenatore. Non esiste un Cagliari B, noi allenatori cerchiamo sempre di limare alcuni concetti tra riserve e titolari ma è normale che in testa un tecnico ha sempre quei 15-16 giocatori che reputa titolari, ma tutti sono importanti”.
Il calcio in tempi di pandemia?
“La prossima volta vorrei fare almeno la conferenza pre-gara almeno in faccia. Io sono andato via dalla Sampdoria per una situazione che non mi piaceva e ho trovato ora un calcio totalmente diverso con il Covid. E per un allenatore nuovo questo è complicatissimo. Perché i tempi si sono dilatati ma c’è meno spazio per mettere le proprie idee all’interno della squadra. Durante la settimana chiaramente si pensa al coronavirus, però dobbiamo prendere quello che arriva. Dobbiamo essere più attenti a tante situazioni, ma così come lo devono fare anche le persone normali. Ma in campo comunque non ci condiziona il virus”.
Primi due mesi a Cagliari?
“Quando si lavora bene si sta bene come a casa e io ho trovato una città splendida. Io amo il mare, amo sentire la brezza del mare. Io sono di Pescara, qui c’è il mare ancora più bello ma qui mi sto trovando benissimo. Anche la mia famiglia sta apprezzando questa città. Vado spesso al Poetto perché abito vicino alla spiaggia. A volte il mare aiuta a smaltire le delusioni e anche a riflettere. Come stacco con il pallone? Giocando a paddle anche se le ginocchia soffrono. Ma mi piace molto e fa stare all’aria aperta. Mi spiace non aver ancora abbracciato i tifosi e credo sarebbero stata un’arma in più per noi. Mi piace che i cagliaritani prima vogliono conoscerti, non danno subito confidenza, un po’ come me. Mi ricordo il 2-2 con la mia Roma. Ho visto il far-west e non mi sono nemmeno reso conto di quello che è accaduto. Ho visto l’addetto stampa del Cagliari correre davanti a me e spero di rivedere certe scene”.
I dubbi del momento?
“Visti gli ultimi risultati dovrò stare di più a riflettere. Non sempre la prima scelta è quella giusta. Spesso fare partite importanti, e amichevoli, prima di una stagione vera ti aiuta a capire meglio”.
Joao meglio esterno o al centro?
“Non vediamo solo la parte negativa, prendiamo tutte e tre le gare di questa Serie A. Con il Sassuolo ha fatto bene ma se ho fatto la scelta di avvicinarlo alla porta è per aiutarlo. In questo momento sto lavorando di più sul 4-2-3-1 ma anche il 4-3-3 dobbiamo poterlo usare con costanza a gara in corsa. Joao ha le qualità per essere forte in zona gol ma anche in zona assist”.
Cagliari con tanti esterni e super offensivo?
“Al momento cerchiamo equilibrio e punti. Difficile vedere Ounas, Sottil, Joao e Simeone tutti insieme ora ma non lo escludo secondo come va la stagione. La prima cosa che i giocatori devono capire è che se c’è sacrificio c’è equilibrio. Mettere tanti giocatori offensivi dipende dalle caratteristiche. Pavoletti sta mettendo tantissimo impegno, per esempio, ma arriva da un anno di inattività. Lui deve trovare, e mi ripeto, equilibrio. Può giocare dal primo minuto? Io dico nì, c’è un rischio dietro. Ounas? Ha caratteristiche uniche per noi, ha grande abilità nell’uno contro uno, ha tecnica, che un po’ ci mancava, e sa fare assist. Anche lui però deve trovare una condizione fisica importante. Sta migliorando”.
Luvumbo?
“Un giocatore giovanissimo, catapultato in una cultura calcistica differente che parla solo portoghese e lo dobbiamo aiutare. Stiamo valutando se poterlo convocare per il Torino. Ha qualità, ha i colpi ma deve imparare a giocare con i compagni. Non sono molto social ma mi dicono che è un bravo ballerino”.
Mio figlio?
“Ha avuto un’annata particolare con diversi infortuni e purtroppo ha avuto una ricaduta ma è imminente il suo rientro”.
Torino?
“Il Toro è stata la mia ultima vittoria, ultimamente non ne ho vinte tante ma prima o poi tornano. Con il lavoro tornano anche i tre punti”.
La Redazione