“Voglio un Cagliari camaleontico“. Questo il primo diktat passato alla stampa da Walter Mazzarri alla vigilia della sfida alla Lazio all’Olimpico, in quella che fu la prima conferenza del tecnico toscano da nuovo allenatore dei rossoblù. E in effetti tra Lazio, Empoli e Napoli la sua squadra ha provato a cambiare pelle, in base all’avversario o alle esigenze del momento, senza mai però trovare continuità nel gioco e mostrando anzi tanta confusione con Empoli e Napoli nella costruzione dell’azione.
Trasformismo
Le parole sono importanti e spesso per un tecnico sono il messaggio sul suo gruppo che manda davanti a giornali e tv agli stessi giocatori e all’ambiente. Ecco perché il focus usato da Mazzarri ieri dopo la netta sconfitta al Maradona contro il Napoli ha sorpreso. Analizziamo in ordine i concetti toccati dall’allenatore ex Torino ai microfoni di Dazn a fine partita.
Il primo punto è quello sui gol presi: “Non ci scordiamo che avevamo davanti la squadra più in forma del campionato, che ha dato 4-5 gol a tutti (in realtà Venezia, Genoa e Juventus ne hanno presi 2 ndr). Se penso a questo abbiamo fatto una grande partita difensiva“. L’esordio di Mazzarri a fine gara mostra fin da subito il manifesto tattico con cui il Cagliari si è presentato al Maradona: prima non prenderle, e se le prendiamo meglio prenderne il meno possibile. Una strategia molto all’italiana ma lecita dato il momento della squadra e l’avversario. Sicuramente però non un segnale forte da mandare a uno spogliatoio che ormai è alla ricerca di una continua scossa per riaccendersi. Non a caso la miglior gara fin qui è stata quella con la Lazio, a pochi giorni dall’esonero di Semplici e dall’arrivo dello stesso Mazzarri.
“Volevamo riattaccare il Napoli, e al primo tempo c’è mancata un po’ di concretezza altrimenti potevamo anche andare in vantaggio se non sbaglio“. Il secondo punto è sul gioco e qui viene più difficile seguire il ragionamento dell’allenatore toscano. Il Cagliari ha avuto un tiro nello specchio in tutti i 90′. Un appoggio di testa di Deiola su un traversone dalla trequarti. Per il resto in costruzione i rossoblù hanno faticato a mettere insieme tre passaggi di fila con un totale di passaggi effettuati pari a 266 (dato Lega Serie A). Il Napoli ne ha fatti 685. Guardiamo poi ai passaggi nella trequarti avversaria: per i sardi sono stati 42 in 90 minuti. Per il Napoli 159.
“Contate le palle gol che ha avuto il Napoli oggi, sul primo gol abbiamo sbagliato la marcatura se no potevamo chiudere il primo tempo 0-0. Nel secondo tempo volevamo fare l’assalto finale e controllavamo la partita come nel primo tempo e abbiamo concesso un rigore ingenuo. Il Cagliari oggi ha fatto una bella partita. Contiamo i tiri del Napoli, io non ho visto grandi azioni. Il Napoli non ha fatto tante occasioni pulite. Se avessimo giocato come le altre squadre ne prendevamo 4-5 in contropiede. Dal punto di vista delle occasioni non c’è stata grande differenza“. In questo caso è importante usare i numeri. Per il Cagliari l’unico tiro in porta è stato quello già citato di Deiola. Un’altra occasione è arrivata da fermo nel primo tempo con il Napoli che con una doppia deviazione ha messo dei brividi al suo portiere. Le altre “occasioni” rossoblù sono state delle idee di passaggio o tiro sbagliate negli ultimi 25 metri. Come quella di Strootman nel secondo tempo o quella di Deiola al primo tempo. Il Napoli al contrario ha fatto 17 tiri totali, 7 in porta, 4 da dentro l’area di rigore e secondo i dati della Lega ha avuto 6 chiare occasioni da rete. Stride un po’ anche il concetto “Nel secondo tempo volevamo fare l’assalto finale“, dato che comunque il rigore di Insigne per il 2-0 è arrivato appena al 57′.
Questi i punti particolari delle interviste a Mazzarri nel post Napoli. Da camaleontico a trasformista, il tecnico toscano sta provando a dare la sua impronta alla squadra anche nelle parole. Sarà la strategia giusta per rialzare la testa contro il Venezia in quella che sembra già una partita da dentro o fuori per la stagione del Cagliari?
Roberto Pinna