La nuova rubrica di Centotrentuno.com, a cura di Silvia Cauli.
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Francesca Casano, Psicologa e psicoterapeuta cognitivo comportamentale, è l’ospite della puntata di oggi.
Dopo un periodo così difficile, in questo momento di transizione e di ritorno alla vita di sempre, affrontiamo con Francesca le conseguenze che ha portato il Covid-19.
In questa terza fase, vediamo una grande fetta di persone che erano impazienti di tornare alla normalità, mentre un’altra fetta ha paura di uscire e di potersi ammalare. “Lo scenario è abbastanza complesso”, inizia così l’intervento da parte di Francesca, “gli esseri umani sono complessi, hanno anche dei modi di reagire abbastanza diversi gli uni dagli altri”, afferma Casano. Molti studi dopo avvenimenti drammatici come la Sars, il crollo delle Torri Gemelle a New York, hanno appurato che anche le persone più forti, in momenti particolari come può essere quello vissuto durante il covid-19, è propenso a un innalzamento superiore riguardo alla tensione, ansia, tristezza superiore alla media.
“Le persone hanno bisogno di misurarsi con un evento che ha lasciato dei segni, perché l’idea di percepirsi fragili, vulnerabili ha inciso sia sul nostro modo di vivere, come se fossimo protetti e non avessimo mai dovuto vivere qualcosa di simile” spiega Casano, la consapevolezza di essere fragili ha fatto in modo che molte persone dovessero ricostruire un’idea di se stessi a fronte di situazioni come quella appena vissuta. Dall’intervista, emerge che le relazioni umane sono necessarie, che si ha il bisogno costante di condividere, che si sente il bisogno della presenza delle persone nella nostra vita, anche una banale cena con gli amici non è altro un modo di condivisione di emozioni, di soddisfazioni e raggiungimento di traguardi da poter condividere con chi è a noi una persona cara. La Dott.ssa Casano affronta le diverse reazioni anche per fasce di età, e come è stata vissuta anche la didattica a distanza.
Per molte persone stare in casa in questi mesi è stata una vera e propria forma di protezione, vivendo il periodo di quarantena molto bene, la cosiddetta “sindrome della capanna”, come ci spiega Casano è stata per molti fonte di procrastinare tutti gli impegni, rallentare la corsa e godersi una sorta di “luna di miele”, nel momento in cui si riprende piano piano a vivere con meno restrizioni, molte persone non erano pronte a ripartire e correre nuovamente verso la vita di prima.
Un’altra compente, non meno importante, è che molte persone hanno avuto modo di mettersi a nudo, e fare un percorso con se stessi per conoscersi, non è semplice, non per nulla semplice, tutti dovrebbero conoscere le proprie emozioni, aiuta a non arrivare nell’attuazione di comportamenti autodistruttivi per silenziare emozioni che non si vogliono provare, questo ci spiega Francesca Casano.
Sicuramente si arriva ad un benessere ottimale fare un percorso per fare in modo di potersi conoscere appieno, affinchè si possa affrontare la vita di tutti i giorni, non solo momenti traumatici come il periodo storico che abbiamo vissuto.
Consigli e accorgimenti quelli che confessa ai nostri microfoni la Dott.ssa Casano, che possano essere non solo un supporto per tante persone, ma che possano essere fonte di riflessione comune, nonostante si sia tutti diversi, si è tutti fragili in modi differenti, che possa essere l’empatia a portare supporto a chi ancora ha difficoltà nell’affrontare un ritorno alla vita di prima, che altro non è, l’affrontare una vita nuova e diversa.
Silvia Cauli