Trends, moda, way of life di Cagliari e dei Cagliaritani? Torna L’appuntamento del mercoledì con la rubrica di Centotrentuno.com!
Sono seduta su un sedile dell’autobus e ho appena scoperto che l’elegante signora accanto a me sta controllando se il suo cane fa le capriole sul divano di casa. Io stupidamente credevo che, con il sorrisino sulle labbra, stesse guardando sullo smartphone l’ultimo video del nipotino primogenito.
Ha voglia di condividere questa nuova forma di amore cinofilo, la mia vicina, così mi racconta che questa app le permette di sapere se Annibale, il suo cocker, sta bene e le regala ore di maggiore autonomia, insomma riesce a stare lontana da casa con più serenità.
Ho imparato a non stupirmi di niente, soprattutto quando si tratta di cani, gatti, in generale, di animali domestici. Una volta, nella mia famiglia, si facevano i turni per non lasciare solo con la sua ansia d’abbandono il cagnolino di casa, quindi ben venga e sia benedetta la tecnologia.
Lo sanno pure i santi, Sant’Antonio Abate primo tra tutti, che neanche una settimana fa ha visto decine di cagliaritani in via Manno richiedergli la benedizione per i loro animali, mostrando foto e video sui telefonini, soluzione molto più pratica che portarli in chiesa.
Cosa non si farebbe per far stare bene quelli che più del 30 per cento dei proprietari considera membri effettivi della famiglia; Cagliari non è semplicemente pet friendly, per usare un’espressione corrente, ha un primato, condiviso con il resto dell’isola: è un’oasi di affetto e dedizione per cani, gatti, conigli & co., stando a quando afferma una analisi fatta da Coldiretti su dati Eurispes. Il Sud batte il Nord d’Italia: sono i siciliani a farci compagnia e nelle isole una famiglia su due condivide il divano, quando non il letto, con l’amico di famiglia.
Ora non conosco i numeri precisi del capoluogo, ma resto impressionata dal dato nazionale: sono oltre 14 milioni i cani e i gatti in Italia, ai quali si aggiungono 3 milioni di conigli e tartarughe, 13 milioni di uccelli e 30 milioni di pesci.
I sardi, in un’altra classifica, curata stavolta da Legambiente, vengono segnalati poi per rispetto delle norme e senso civico: sono virtuosi cittadini quando si tratta di registrare i propri cani all’anagrafe canina, con un cane ogni 2 o 3 abitanti circa.
Fuori dalle statistiche, la cura per gli animali che più mi colpisce è quella che tanti cagliaritani hanno per cani e gatti randagi, non c’è giorno che non mi arrivi una segnalazione per una cucciolata da sistemare, per una colonia felina da sostenere.
Ci sono famiglie disposte a spendere fino a duecento euro al mese per mantenere il proprio animale domestico, ci sono volontari che di tasca loro per curare, sterilizzare, nutrire creature, che vedranno per poche settimane, spendono altrettanto.
Esiste un registro comunale delle associazioni animaliste, per favorire il dialogo e le iniziative; ho l’impressione, però, che tanti cittadini agiscano in solitudine o per piccoli gruppi di zona, spinti semplicemente da una grande passione.
Se sia più per cani o per gatti non so, poco conta in fondo.
Mrs. Doolittle