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Sono una collezionista compulsiva di programmi di appuntamenti culturali di Cagliari. Ho decine di cartoline e pieghevoli accumulati, ma ho fatto una promessa a me stessa e ai miei cassetti, ogni cinque anni farò pulizia.
Ci siamo. Prima però un ripasso veloce. Vado avanti e indietro nel tempo sfogliando elenchi di nomi più o meno illustri di ospiti, laboratori, temi di grande attualità, soluzioni ecosostenibili, ricordi, libri per bambini che piacciono agli adulti, sono soltanto fogli dietro cui però c’è stato il lavoro di mesi, telefonate dall’altra parte del mondo, delusioni, paura di non sostenere i costi di un ambizioso programma; quando sto per buttare tutto nel bidone, rigorosamente giallo, della carta, un pensiero mi blocca: non si possono buttare tante idee femminili e tanta intraprendenza nel cassonetto della differenziata.
A Cagliari le donne fanno la differenza, quando si tratta di scuotere e movimentare la riflessione e condivisione collettiva, stupidamente non ci avevo mai pensato, pur avendole incontrate tante volte negli ultimi dieci anni e viste operosamente al lavoro.
Dietro tanti degli eventi che animano e divertono la città, ci sono mani e caratteri femminili, discreti, capaci di creare squadra e garantire continuità, dal momento che, così testimoniano le mie brochure da collezione, le candeline spente sono più di cinque, spesso più di dieci, venti.
Mentre faccio questo repulisti, mi chiedo cosa ne farebbero di questa montagna di carta le “amiche sostenibili” di Sustainable Happiness, che, molto prima che si svegliassero le coscienze socio-ecologiche della politica, si sono chieste che qualità della vita vogliamo e l’hanno chiesto alla città con il festival Aligar’t e tanti progetti attivati nei quartieri cagliaritani, coinvolgendo in particolare i bambini. Sarà che tra di loro ci sono tante mamme?
Poi c’è chi pagine di storia culturale le ha scritte e continua a scriverle, con una vocazione fortemente politica ma sempre aperta al confronto, il Centro di documentazione delle donne, esempio di resilienza femminile; dal momento che condividono lo stesso condominio di via Falzarego, ecco saltar fuori dal mio cassetto i pieghevoli delle giovani donne dell’Arc, attiviste dei diritti civili che hanno inventato il coraggioso festival con proiezioni di film, laboratori e dibattiti Le lesbiche si raccontano. E, visto che di cinema parliamo, dietro l’Odissea e tante delle sue iniziative di promozione della cultura cinematografica ci sono le due sorelle Medda; mentre alle sorelle Fiori e a Claudia Urgu, con il loro esercito di volontari e illustri collaboratori, il merito di aver dato vita a un festival di letteratura per ragazzi, Tuttestorie, che è un momento di gioia per il capoluogo e ha avuto l’intelligenza di viaggiare in tutta la Sardegna.
Sono donne ironiche quelle che invitano i cervelli cagliaritani a girare, come Mattea Lissia, operatrice culturale di grande esperienza che il suo festival l’ha chiamato Pazza idea e, insieme a una squadra prevalentemente femminile, cerca sempre di guardare lontano, anticipando visioni del mondo e nuove tendenze della comunicazione.
Dopo questo salto nel tempo e questo esercizio fisico, mi servirebbe un massaggio ayurvedico, sono certa che Giovannella Dall’Ara e Cristina Pusceddu, ideatrici di Scirarindi, festival che fa dialogare anima e corpo alla ricerca del benessere, saprebbero consigliarmi da chi farmelo fare, cercando nel loro database, dove sono archiviati centinaia di operatori in tutta l’Isola che sono riuscite a contattare e coinvolgere nel progetto.
Altri nomi di donne continuano ad affollare i miei cassetti, ho deciso che per ora conservo tutto, per non fare torto a nessuno; anzi se ho scordato qualcuno, speditemi anche le vostre brochure. Se te lo sto dicendo…ahh, le Lucido Sottile, ecco anche la locandina del loro Family Festival, è un esercito di donne da collezione!
Mrs. Doolittle