Le strade sicure le fanno le donne che le attraversano.
Quale posto migliore se non il Bastione per scolpire nella mente dei cagliaritani questa frase. Leggetela come meglio credete: un avvertimento, una constatazione, una minaccia…per me è un dato di fatto.
Per questo, con convinzione, voterò alle regionali il primo candidato presidente donna.
Ha le carte in regola: una laurea, un’esperienza di formazione all’estero, che le ha permesso di confrontarsi con altre realtà per poi tornare nell’isola; conosce il mondo del lavoro perché ha sempre lavorato, certo, sono pochi anni che frequenta le stanze della politica ma non è necessariamente un male che non si sia fatta grande bazzicandole, anzi. E’ anche una giovane madre, legge trenta libri l’anno, continua a studiare le lingue. Spero che non siano solo le altre donne a darle fiducia.
Le strade sicure le fanno le donne che le attraversano. La strada è lunga ma la mia fantasia galoppa veloce. Non c’è nessuna candidata presidente, cosa ve lo dico a fare. L’ho capito quando, a fine gennaio, la campagna elettorale ha iniziato a scaldarsi e a un tavolo di confronto cagliaritano si sono trovati i candidati presidenti della Regione, non c’erano tutti e sette, qualcuno era assente giustificato, ma una cosa la ricordo bene, erano tutti uomini, chiamati a parlare della condizione della donna in Sardegna. Al tavolo l’unica donna, una giornalista Giulia, associazione impegnata a contrastare discriminazioni, linguaggio di genere e il poco spazio riconosciuto alle donne in disparati campi, quasi tutti, era ammessa al tavolo come moderatrice.
Organizzava il Coordinamento 3, sempre un collettivo di donne politicamente trasversale, che spinge perché la “questione femminile” venga dibattuta e ha spinto tanto per far approvare nel 2017 la doppia preferenza di genere; oggi lancia allarmi su quanto sia poco chiaro a una vasta fetta degli elettori come funzioni questo meccanismo che dovrebbe servire a garantire più spazio politico alle donne e come ci sia chi ne sta approfittando a sua vantaggio, parliamo di candidati uomini, naturalmente.
La casa della politica di via Roma, il Consiglio regionale, ha accolto 41 donne elette in settanta anni di Autonomia, erano in 4 nella legislatura in scadenza. Può andare meglio di così, deve.
Ieri nella sede cagliaritana dell’Inps è stata dedicata una sala a Marisa Della Rocca, vittima di femminicidio e mi sconforta pensare che, se i numeri in politica sono così bassi, quelli degli elenchi di vittime di violenza, o peggio, continuano a crescere.
Le strade sicure le fanno le donne che le attraversano. L’hanno scritto delle donne, naturalmente, le autrici sono del gruppo cagliaritano Non una di meno, per domenica 17 febbraio hanno convocato una assemblea nella sede di via Monte Santo, seguirà cena per autofinanziarsi in vista della giornata femminista dell’8 marzo.
Saranno passate due settimane dalle regionali, vedremo se ci sarà da festeggiare o da preoccuparsi. A Cagliari si dice che, se dovesse andare bene a Zedda, potremmo avere il primo sindaco donna della storia cittadina. Chissà se veramente i cagliaritani vorrebbero questa rivoluzione.
Chissà se davvero le donne cagliaritane sarebbero contente. Chissà.
Mrs. Doolittle