Un progetto di immagini
Maurizio Biolo è un fotografo ritrattista, nato a Venezia nel 1959, che usa fotocamere normali ed infrarosso e con all’attivo diverse mostre in territorio Elvetico, dato che da 25 anni abita a Lugano. Ma ha una forte passione per la nostra isola: (“Da 20 anni ho una casa in Sardegna, una terra che amo”, ci confessa), oltre ad aver trasformato una passione in qualcosa di più, come si legge sul suo sito: “Sono un ex stilista di calzature da donna e usavo la mia Canon A1 per fotografare le vetrine di calzature. Solo molti anni dopo mi sono reso conto che con la fotografia puoi esprimere la tua creatività. Oggi è la mia passione, il mio hobby”. Nasce così il progetto Una storia, un’opera, una persona, un tatuaggio, sul quale gli abbiamo chiesto qualche informazione in più.
Maurizio, come mai ha pensato di realizzare questo progetto?
“Sono attratto dalle opere tatuate sulla pelle delle persone, le quali non hanno bisogno di parlare per raccontare la loro storia, basta guardare e interpretare i loro tatuaggi e per questo motivo ho deciso di documentare tutto questo tramite la fotografia, ecco che a luglio del 2020 nasce il progetto Una storia, un’opera, una persona, un tatuaggio“.
A margine del progetto ci sarà una mostra fissa o itinerante?
“Ora è presto per dare date, ma molto probabilmente esporrò le mie foto a Bergamo: la mostra è curata da un importante psicologo, ma in questo momento è fondamentale che la situazione legata al Covid-19 si sistemi. Per il momento, ripeto, non ho fissato date: quel che posso dire è che prossimamente le foto verranno pubblicate nel mio sito (www.mauriphotographer.ch). Ci tengo a sottolineare che il mio progetto non ha scadenza, quindi ogni storia che riterrò interessante verrà aggiunta alle altre”.
Andrea Ferrari