Il 22enne oristanese parteciperà al prossimo festival di Sanremo fuori concorso, con un brano autobiografico.
Io sono Paolo, è questo il titolo del brano autobiografico di Paolo Palumbo, 22enne oristanese, che il 5 febbraio sarà presentato al settantesimo Festival di Sanremo. Nonostante il brano fosse comunque entrato tra i sessantacinque finalisti, ma non più in gara, il presentatore Amadeus ha deciso di ospitare comunque Paolo). Il giovane oristanese con la partecipazione al Festival della canzone italiana realizza un sogno. Un’esperienza, emozionante e importante, condivisa con il rapper Kumalibre, il cantautore Andrea Cutri che dirigerà l’orchestra e insieme all’amico Alex Deplano. “Se esiste una speranza ci voglio provare” dice nella sua canzone, “per volare mi bastano gli occhi, sono la montagna che va da Maometto, pur restando disteso sul letto”, perché Paolo è costretto in quel letto dalla Sla (sclerosi laterale amiotrofica) dall’età di diciotto anni. “È un vero eroe, un vero guerriero”, ha detto con ammirazione e fierezza il fratello Rosario, che lo segue come un’ombra.
Le parole e la musica del brano sanremese sono scritte da lui, un modo per raccontare la sua malattia, con un misto di ironia e rabbia, che gli ha tolto la voce ma non la grande forza e la voglia di raccontarla e raccontarsi, con l’aiuto di un sintetizzatore vocale che gli presenterà il suono. Il giovane oristanese vive circondato dall’amore dell’inseparabile fratello e dei genitori nel centro storico del capoluogo, una routine organizzata la loro, fatta anche di notti interminabili e spesso dure ma da qualche mese, però c’è una speranza in più per la famiglia Palumbo nella lotta contro la Sla, infatti Paolo è stato ammesso al protocollo sperimentale ideato dall’azienda americana “Brainstorm Cellular Therapeutics”, che pare aver scoperto alcune terapie in grado di ridurre il numero di recidive e limitare l’attività della malattia; il dispendio economico affinché Paolo possa sostenere le cure di cui necessita, considerando i viaggi che lo vedrà spostarsi tra Israele e negli Stati Uniti, si aggira attorno al mezzo milione di euro. Un obiettivo raggiungibile solo con l’aiuto di tutti, aderendo alla sottoscrizione che è già stata lanciata per la causa.
“Paolo è un combattente, ha un carattere forte e la scorza dura” ha raccontato il fratello Rosario, “sognava di fare lo chef e di frequentare l’accademia di Gualtiero Marchesi, ma la Sla si è presentata pochi mesi prima del test d’ingresso”. L’emozione è tanta per l’esibizione di mercoledì sul palco dell’Ariston “Sanremo è il regalo più bello che la vita potesse farmi”, dice attraverso il suo collaboratore sonoro Paolo, che confida di avere un carattere che l’ha sempre portato a pensare positivamente malgrado le difficoltà, “ il mio essere positivo mi ha permesso di fare cose che prima della malattia non avrei mai immaginato”.
Giulia Carucci