Ripartire dopo tanti anni con un progetto nuovo, ma sempre con il legame verso la propria gente e per i propri colori. In poche parole la scelta del direttore generale dell’Arzachena Antonello Zucchi. Con la squadra smeraldina passata in una sola estate dal sogno della Serie C, sfiorata con i playoff di Serie D bissati per due anni di fila, alla ripartenza dalla prima categoria in seguito all’addio della proprietà guidata da Gabriele Volpi e la mancata iscrizione in quarta serie. Abbiamo fatto una chiacchierata a 360 gradi con il direttore Zucchi sul calcio isolano e sul nuovo percorso della società biancoverde.
Direttore, iniziamo questa chiacchierata dal derby tra Olbia e Torres che sarà un po’ la partita clou del weekend di calcio isolano: che sfida si aspetta e come giudica le due squadre?
“Per il movimento isolano un derby così, anche se solo alla terza giornata, è sicuramente un’occasione importante a livello mediatico e non può che essere un bene. I derby sono sempre sfide particolari e con una storia a sé, mi aspetto una vera battaglia in campo e non sarà facile fare dei pronostici. Vedo un’Olbia che rispetto al recente passato ha cambiato direzione puntando su tanti giovani e con alcune scommesse, con un allenatore come Leandro Greco alla prima esperienza in panchina ma con idee di gioco chiare e precise. Se riusciranno a tenere la solidità e la fame mostrata nelle prime giornate potranno fare molto bene. Dall’altra parte c’è una Torres che ha fatto un calciomercato importante, riportando in Sardegna tanti giocatori del territorio. Dovranno trovare nuove certezze nel derby per poter sognare in grande”.
Torres che ha riportato a Sassari Mastinu, giocatore a cui lei è particolarmente legato…
“Sì, e lo reputo uno dei colpi migliori del calciomercato estivo del pallone isolano. Parliamo di un calciatore fuori categoria. Può aiutare la crescita dei tanti giovani in rosa alla Torres. Un peccato che il Cagliari nelle scorse stagioni non abbia mai visto in lui una pedina su cui puntare, perché, ripeto, parliamo di un valore assoluto nel panorama del calcio sardo”.
Passiamo alla Serie D direttore, che annata si aspetta per le quattro sarde del Girone G?
“Parlare di questa categoria dopo tanti anni di lavoro in questa serie mi fa emozionare e sono sincero. Parto dalla Cos del mio amico Francesco Loi che ogni anno getta nuove solide basi a un progetto che punta oltre che su grandi nomi del calcio sardo anche su giovani e soprattutto su giovani del territorio. Gli auguro di fare il meglio possibile in questa stagione e farò il tifo per loro, possono essere un esempio per la categoria sull’Isola. Il Budoni è tornato dopo alcune stagioni in quarta serie, devo essere sincero non conosco benissimo tutta la rosa che ha molti profili ancora da scoprire. Ma c’è di nuovo il patron Giovanni Sanna che già da solo può essere una certezza per lo spirito e la voglia del gruppo per centrare la salvezza. In casa Atletico Uri invece ho visto un’estate di grandi rivoluzioni e servirà sicuramente un periodo di tempo per trovare la giusta alchimia. Aspetto sotto il quale però la squadra ha sempre lavorato bene negli ultimi anni in Serie D. I giocatori dovranno essere bravi a farsi trascinare dallo spirito di battaglia del proprio allenatore. Infine vedo un Latte Dolce che ha in panchina una certezza come Giorico, che conosco bene dagli anni passati insieme. Parliamo di un allenatore che quando ha la possibilità di partire dall’inizio della stagione in un progetto difficilmente sbaglia. Hanno provato a consolidare il gruppo che ha vinto l’Eccellenza con alcuni rinforzi e può essere una buona scelta. Permettetemi poi un salto in Eccellenza dove per me la sorpresa sarà il Ghilarza del mio amico Giacomo Demartis. In campo era un grandissimo giocatore ma vedrete che diventerà anche un ottimo allenatore e quest’anno lo dimostrerà”.
Direttore parliamo del vostro progetto di ripartenza in casa Arzachena: quali ambizioni ci sono e come ha risposto la piazza a questo ritorno in prima categoria?
“Non siamo rimasti con le mani in mano, per noi è l’anno zero ma ho visto davvero tutto il cuore e la voglia di Arzachena per rimettere in piedi il motore di una realtà ferita ma che non vuole darsi per vinta. C’è entusiasmo e lo dimostra la nuova gestione fatta con tutti imprenditori del territorio, con in testa il presidente Cecco Carta, storico giocatore biancoverde. Vedo la giusta sinergia per ripartire. Io non sono uno che ama i proclami, ma sicuramente c’è la voglia di ripartire e di tornare nel minore tempo possibile nelle categorie che competono a una realtà come Arzachena. Ripartiamo dal senso di appartenenza e dai sani valori, come dimostra anche il fatto che due giocatori con tantissimo mercato in Serie D, come il capitano Danilo Bonacquisti e Francesco Mannoni, abbiano deciso di restare con noi al di là della categoria. Questa cosa, sono sincero, da Arzachenese mi emoziona e mi rende orgoglioso”.
Direttore e lei come mai, nonostante alcune richieste, ha scelto di rimanere ad Arzachena?
“Perché proprio da arzachenese mi son sentito in dovere di dare anche io la mia mano. Ho avuto diverse chiamate, anche da fuori la Sardegna, ma avevo già scelto di rimanere qui. Ho trovato un territorio che vuole metterci il giusto entusiasmo, e poi sono talmente legato a questa piazza che ho accettato subito la scommessa di riportarla negli anni in alto con un progetto solido e valido”.
Roberto Pinna