Lunga intervista ad Antonello Zucchi, direttore dell’area tecnica dell’Arzachena Academy, che lotta nelle zone alte del Girone B di Promozione: con il dirigente smeraldino abbiamo parlato dello stato di salute del calcio sardo, dalla Serie A del Cagliari all’Eccellenza, passando per la Torres in Serie C e il momento vissuto dalle squadre sarde impegnate in Serie D.
Direttore Zucchi, iniziamo questa chiacchierata partendo dalla Serie A: come vede la prima parte di stagione del Cagliari?
“Credo che sia una stagione in linea con gli ultimi anni, in cui l’unico obiettivo è la permanenza in Serie A. Mi pare che da quando ci sia questa proprietà la linea societaria è sempre stata questa e anche in questo campionato la salvezza sarà il traguardo da inseguire”.
Che idea si è fatto del tecnico rossoblù Davide Nicola e del suo modo di proporre calcio?
“Ritengo sia un buon allenatore, pienamente in linea con l’obiettivo del club. Ha già dimostrato il suo valore in Serie A, che ha abituato a grandi imprese salvezza. Il suo Cagliari gioca bene, crea e costruisce ma da quel che ho visto non riesce a concretizzare quanto dovrebbe. Per me nella sessione invernale di mercato dovranno arrivare alcuni rinforzi, sicuramente in avanti ma anche in porta. Servono gol a questo Cagliari, perché in Serie A non ci si può permettere di sbagliare praticamente nulla”.
Dal Capo di Sotto al Capo di Sopra. Parliamo ora di Torres: una valutazione sul cammino di Mastinu e compagni?
“Sicuramente il Girone B sta dimostrando di essere davvero tosto, anche più dell’anno passato. Ci sono big come Pescara, Ternana ed Entella, più alcune outsider che non mollano: occhio a eventuali riscosse di club come Arezzo, Ascoli e Perugia, ma non penso che la Torres soffrirà contro di loro. Mi aspettavo il piccolo calo avuto dai rossoblù, ma vedo che la squadra si è già ripresa soprattutto grazie all’ottimo rendimento esterno. In panchina c’è un ottimo allenatore e, a riguardo, vorrei aggiungere una cosa. Posso?”
Prego.
“Faccio calcio da tanti anni, ma non ricordo di aver mai assistito a una situazione come quella vista a Sassari di recente. Parlo della conferenza stampa di tre leader dello spogliatoio come Scotto, Mastinu e Antonelli che sono andati davanti ai microfoni per difendere l’operato di mister Greco, assumendosi tutte le responsabilità per il rendimento non all’altezza. Ci hanno messo la faccia: non succede praticamente mai. Questa è stata una grande dimostrazione di maturità e attaccamento alla maglia di un gruppo formato da grandi uomini, che ancora una volta hanno dimostrato il proprio valore. E da dirigente non posso che lodare e applaudire questo tipo di iniziativa. Credo che questa sarà una pietra miliare per un ottimo girone di ritorno, sono davvero fiducioso”.
Crede che serva qualcosa sul mercato ai sassaresi?
“Forse si potrebbe fare qualcosa nel reparto offensivo, ma sono certo che il mio amico e collega Andrea Colombino, diesse rossoblù, avrà già predisposto le mosse più giuste per gennaio. Approfitto anche di questa domanda per fare un plauso alla proprietà, che sta dimostrando ormai da anni di essere a capo di un progetto serio e ambizioso, che non può che far bene al calcio sardo”.
Scendiamo ancora di un gradino, direttore. Affrontiamo l’argomento Serie D: tolto il Latte Dolce, le altre quattro sarde vivono ancora un momento difficile, anche se i segnali di ripresa arrivano da tutte le varie piazze.
“Sicuramente il Girone G conferma tutte le sue complessità, tra club blasonati e con grandi capitali da investire e realtà in cui si cerca di fare il possibile ottimizzando le risorse possedute. Le squadre sarde si inseriscono in questo quadro ed è normale che vivano un momento poco fortunato”.
Come giudica il cambio in panchina in casa Costa Orientale Sarda?
“Intanto credo che tutti debbano riconoscere a Francesco Loi il merito di aver creato, quasi dal nulla, una realtà calcistica di prim’ordine come il Cos, in un territorio che aveva fame di una proposta simile. Lui ci ha creduto da subito e in tre anni, con tanti sacrifici, ha costruito una struttura che, insieme alla Serie D, può vantare un ottimo Settore giovanile e anche la realtà femminile, dando lustro a Sarrabus e Ogliastra anche a livello nazionale. Il suo passo indietro gli fa grande onore, ha dimostrato il suo grande amore per il progetto rinunciando al ruolo di primo piano per dare uno scossone a un gruppo valido ma forse non in linea con le aspettative a livello di rendimento. Peraltro, senza nulla togliere a mister Sebastiano Pinna, io da dirigente avrei continuato a dare fiducia a Loi perché sono convinto che la squadra sarebbe uscita da quella situazione di impasse. Ma nulla potrà mai scalfire i suoi meriti e il suo grande lavoro. Tanto di cappello a lui. Sono comunque convinto che la salvezza arriverà, grazie anche al contributo dei miei ex calciatori come Nino Pinna, Sartor e Antonio Loi”.
Per quanto riguarda le altre quattro sarde?
“Il Latte Dolce sta facendo bene, chiudere il girone d’andata a 23 punti è un ottimo risultato in vista della seconda parte di stagione. L’Ilvamaddalena si è rinforzata tanto, puntando su alcuni profili dal sicuro rendimento in questa categoria, con tanti ragazzi che ho avuto ad Arzachena. Così come sono convinto che anche l’Atletico Uri riuscirà a risalire. Mister Paba conosce bene le insidie della Serie D e nel girone di ritorno la sua squadra saprà riprendersi i punti lasciati per strada all’andata. Per quanto riguarda l’Olbia, infine, penso che anche i bianchi sapranno togliersi dalla zona calda. Il girone di ritorno è un altro campionato, sarà obbligatorio colmare le lacune dell’andata ma resto del parere di qualche mese fa, quando dissi che si sarebbero salvate tutte e cinque”.
Scendiamo ancora e parliamo di Eccellenza, campionato che sta confermando le grandi aspettative di inizio stagione.
“La vittoria se la giocheranno in quattro: Monastir, Budoni, Ossese e Tempio. Questo ha detto il girone d’andata, le ho viste tutte giocare e posso garantire che tutte sono squadre da Serie D. Esprimono tutte un bel calcio, mi ha colpito in particolare l’Ossese: i bianconeri hanno un’identità votata allo spettacolo e al divertimento, in cui si percepisce la grande impronta tattica di Demartis. Il Monastir è certamente, per valori, la squadra più completa in ogni reparto: Angheleddu, anche lui mio ex giocatore, è dunque sulla carta alla guida della favorita per la vittoria finale. Ma occhio anche a Budoni e Tempio, guidate da altri due allenatori che ben conosco come Cerbone e Giorico. Non me ne vogliano questi ultimi, ma ritengo che Giacomo (Demartis, ndr) e Marcello (Angheleddu, ndr) rappresentino il futuro della categoria di allenatori sardi. E penso siano strutturati per poter fare carriera anche fuori dall’Isola”.
Direttore, chiudiamo con la Promozione e, dunque, con l’Arzachena: siete partiti quasi come un diesel, vi siete ripresi di recente ma nell’ultima gara avete perso al “Pirina” contro lo Stintino.
“Innanzitutto nessuno in società ha mai detto che avremmo costruito subito una squadra per vincere il campionato di Promozione. Io lo dissi anche ai vostri microfoni, quest’obbligo di vincere subito lo avevamo l’anno passato perché era fondamentale uscire subito dalla Prima categoria e ci siamo riusciti. Quest’anno abbiamo costruito una squadra per cercare certamente di far bene, ma soprattutto per costruire basi solide per i prossimi anni. Nessuno ha mai parlato di vincere subito, anzi: per noi era prevista una stagione di transizione e adattamento alla categoria. Non abbiamo l’assillo di vincere, lo ripeto ancora una volta”.
Però direttore, in tanti sui social si chiedono ancora il motivo per cui un dirigente esperto come Zucchi abbia optato per un cambio di tecnico (vincente) a inizio stagione…
“Grazie per la domanda, perché mi permette di fare ulteriore chiarezza a riguardo. È vero che qualcuno ha nutrito da subito dubbi sulla scelta di mister Spano, reduce dalla retrocessione dell’anno scorso a Porto Cervo. Ma quanti allenatori, anche tra i professionisti, hanno poi saputo rialzarsi subito e dimostrare il proprio valore più avanti? Noi abbiamo cercato e individuato in lui una grande persona: questo è già un valore aggiunto per una società come la nostra. Avevamo, inoltre, la necessità di modernizzare la nostra proposta di calcio, rendendola più attuale al gioco di oggi. A tutti i livelli, quindi anche per quanto concerne lo staff tecnico. E mister Spano rispondeva in pieno a questi requisiti, per costruire basi importanti per le prossime stagioni. Anche perché mi preme ricordare che quando l’Arzachena vinse il campionato di Serie D nel 2016-17, non lo fece perché spese milioni di euro, anzi. Il risultato arrivò, invece, perché da anni quella squadra aveva un’ossatura tale da permettere una cavalcata simile, grazie alla continuità a livello tecnico e di gruppo. Io vedo in Spano quegli stessi valori in potenza”.
Quindi cosa ci aspettiamo dal girone di ritorno?
“Siamo arrivati a 4 punti dalla prima, grazie a una ripresa a livello di rendimento e al completamento della squadra. Tra infortuni e squalifiche non riuscivamo mai ad avere continuità, quando l’emergenza si è placata tutto ha cominciato a girare a dovere. Contro lo Stintino abbiamo perso in casa una partita assurda, dopo aver dominato in lungo e in largo. Agli ospiti è bastato un tiro all’ultimo secondo per beffarci, ma non faccio drammi. Sono convinto che alla ripresa sapremo fare di nuovo bene come sappiamo. E ci rifaremo dei punti persi. Siamo fiduciosi per costruire un futuro sostenibile e lavoriamo per fare bene, ma senza assilli o obblighi di vittoria a tutti i costi”.
In chiusura, direttore: cosa chiediamo al 2025 a livello sportivo?
“Voliamo un po’ con l’ottimismo: che l’Arzachena vinca il campionato, che il Cagliari centri la salvezza e che la Torres arrivi ai playoff con più gamba e carica rispetto allo scorso anno, per fare ancora meglio. E, ovviamente, che in Serie D si salvino tutte le squadre sarde. Sarebbe davvero una conclusione di stagione clamorosa per il nostro calcio, che ha bisogno di rivivere grandi soddisfazioni come in passato”.
Francesco Aresu