Ultimo Tango a Cagliari | Racconti, emozioni e deliri in rossoblù. Di Andrea Valentini
Sono stato Daniele, avevo 44 anni.
Ricordatevi di me anche se non sono stato un calciatore.
Il mio cognome, così simile a quello di Davide, vi ricordi che ce ne siamo andati allo stesso modo.
Non lo meritavamo.
Nessuna presenza in Serie A mi ha reso eroe immortale, chissà…magari nessuna mia gigantografia campeggerà sulla Sardegna Arena.
Ma ricordatevi di me che allo stadio c’ero sempre, prima e dopo il nostro Davide.
L’ho applaudito insieme a voi un’ora prima di partire, l’ho raggiunto nel silenzio incredulo della mia gente.
Ricordatevi di me che me ne sono andato facendo ciò che più amavo, sostenendo i colori della mia città in una ventosa serata cagliaritana.
Si ricordi di me quella gente toscana, che ha osato augurarmi la morte.
So che ora siete pentiti, non vi auguro il male.
Ricordatevi di me, che ho lasciato il Cagliari mentre era in vantaggio, e si apprestava a vincere una partita importante.
Quanto ho gioito, prima di morire.
Ricordate il mio sorriso, le mie speranze, il mio affetto, le mie umane imperfezioni, perfette nel rendermi unico.
Non le cancelli quel dolore lancinante che mi ha strappato alla vita.
Continuate voi a fare ciò che facevo.
Si sieda al mio posto in curva sud qualcuno che ami il Cagliari quanto l’ho amato io.
E scusatemi se sono partito senza salutare, già so che mi perdonerete.
Sono stato, sono e sarò Daniele.
Ricordatevi di me e vivrò in eterno.
Andrea Valentini