Elettroshock: In psichiatria, intervento che consiste nella provocazione di un accesso convulsivo epilettico per mezzo di una scarica di corrente alternata che viene fatta passare tra due elettrodi applicati alle tempie. […] Venne utilizzato come terapia per alcune malattie mentali. Dopo l’introduzione degli psicofarmaci il trattamento elettroconvulsivante, che prima veniva applicato su larga scala in quasi tutte le sindromi psichiatriche, è progressivamente caduto in disuso. I suoi ambiti d’applicazione sono costituiti solo da casi selezionati di gravi depressioni endogene (specialmente da quelle con arresto psicomotorio), dalle sindromi stuporose, dalla catatonia, dagli stati di grave eccitamento psicotico acuto. [da Enciclopedia Treccani]
Pochi, sparutissimi, sorrisi. Tensione, tanta. No, non è stata la solita conferenza stampa dell’antivigilia in casa Cagliari. Perché probabilmente nessuno tra i presenti nella sala stampa del centro sportivo di Assemini aveva mai visto un Claudio Ranieri così serio. D’altronde il momento presente vissuto dal club rossoblù esigeva una reazione di questo tipo. Poca voglia di scherzare, ma solo di spiegare cos’è successo dopo l’ultima gara interna contro la Lazio. Con un’espressione forte, volutamente carica di un’immagine metaforica in grado di provocare una reazione in chi ascolta, sia sul momento che a posteriori: “Serviva un elettroshock, ho detto che mi sarei dimesso se la squadra lo avesse ritenuto necessario”. Chi lo conosce bene, sa che Ranieri è uomo di una parola e una soltanto. È facile immaginare quanto sia stato complesso per il tecnico romano, sempre sornione ed equilibrato, pronunciare quelle parole. Lui, padre buono di un gruppo che lo ha eletto da subito come leader assoluto e come esempio da seguire, apparso disarmato dopo l’ennesima sconfitta causata dagli ennesimi errori e pronto a farsi da parte, se necessario, per dare una nuova chance a un Cagliari che si è via via smarrito. La provocazione ha fatto centro: mister, resta con noi. “I ragazzi mi hanno detto che non sarebbe stato giusto, che abbiamo lottato tutti insieme per salire in Serie A e che dobbiamo fare altrettanto per mantenere la categoria. Allora andiamo avanti, lavoriamo uniti, compatti per portare a termine una missione difficile ma non impossibile”. Una dichiarazione di fiducia e affetto, utile per provare a risollevare una china negativa sì, ma che lascia ancora tante speranze. A patto, però, che la scossa sia servita davvero.
Nessuna polemica
Sì, perché la sensazione “a freddo” è che la conferenza stampa dell’antivigilia di Udinese-Cagliari abbia lasciato il segno. Decisamente più del solito. La scelta di Ranieri di non voler rispondere a domande inerenti alle dichiarazioni di Tommaso Giulini, protagonista davanti ai microfoni nel postpartita di Cagliari-Lazio, rappresenta uno di quei silenzi che fanno rumore. Testa solo al campo e al presente/futuro, stop al passato: questa la decisione del tecnico romano, troppo signore ed esperto per poter cadere nella tentazione di togliersi qualche sassolino dalle scarpe, rischiando soprattutto di innescare nuove polemiche che in questo momento tutto farebbero tranne che aiutare l’ambiente, già sull’orlo (?) di una crisi di nervi. Riga in terra e tirare dritto, con in testa soltanto l’Udinese. Una partita in cui Pavoletti e compagni dovranno necessariamente dimostrare di non volersi fermarsi soltanto alle belle parole di conforto e appoggio dette a Ranieri all’interno delle sacre mura dello spogliatoio rossoblù. “Come sto? Pochi allenatori hanno avuto il supporto dai propri giocatori come l’ho avuto io da sabato scorso ma anche in precedenza, da quando sono arrivato. Dopo la partita contro la Lazio ero veramente giù di morale, ma il fatto che mi abbiano detto che dobbiamo lottare insieme fino in fondo mi fa pensare che dobbiamo davvero farlo, contro tutto e tutti, anche grazie al supporto della nostra gente che non ci abbandona mai”. Sir Claudio ha incassato l’appoggio di squadra e tifosi, ma senza una risposta sul campo i punti – e le vittorie – non arriveranno di certo. Così come “non ci salveremo per grazia divina solo perché c’è Ranieri”, come ha ricordato Giulini alla squadra nel post Cagliari-Lazio.
Cambio di rotta
La scelta del gruppo rossoblù di chiudersi in ritiro dentro il centro sportivo di Sa Ruina per compattarsi è il segnale di una squadra che ha capito le proprie responsabilità sul rendimento assai negativo delle prime 24 giornate. “Uno per tutti, tutti per uno”, recitava il motto dei Tre Moschettieri di Alexandre Dumas. “Uniti e compatti”, ha detto Ranieri in conferenza stampa, utilizzando lo stesso concetto. Ora il Cagliari è chiamato a mettere in pratica a Udine tutte le buone intenzioni. A cominciare da una maggiore stabilità difensiva, cui abbinare più cattiveria e precisione davanti alla porta avversaria. La gara d’andata fu il primo manifesto stagionale dei rimpianti rossoblù, con uno 0-0 che ancora grida vendetta per tutte le occasioni sprecate dagli uomini di Ranieri. “Ci serve più precisione nei movimenti tattici. Ma se avessimo vinto 2-0 o 3-0 nessuno avrebbe detto nulla”, disse allora il tecnico rossoblù a fine gara con un misto di soddisfazione per la prestazione e stizza per il risultato. Gol e punti lasciati per strada. Dopo cinque mesi, però, il suo Cagliari non è ancora guarito e l’ultima soddisfazione per Ranieri risale al 2-1 in rimonta sul Bologna. Un altro match che aveva fatto sperare nella definitiva riscossa di Pavoletti e compagni, caduti invece per quattro volte di fila contro Frosinone, Torino, Roma e Lazio. Un’emorragia di punti e prestazioni che deve essere arrestata, dicendo basta alla catatonia di un inizio di 2024 da dimenticare e fare spazio a una nuova energia, per non rendere vana la terapia d’urto di Ranieri, ovvero l’uso (figurato, ça va sans dire) dell’elettroshock. Anche perché dopo l’extrema ratio c’è solo il baratro della Serie B. E dopo la fatica fatta per ritornare subito in Serie A, sarebbe davvero un peccato mortale. Imperdonabile anche per un padre di famiglia buono come Claudio Ranieri.
Francesco Aresu














