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Torres | Tra fischi e contestazione: per Antonelli una gara da vero leader con il Pontedera

Nicolò Antonelli prima di Torres-Pontedera | Foto Alessandro Sanna
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Spalle larghe, fascia al braccio e petto in fuori. La gara di Nicolò Antonelli contro il Pontedera è stata di grande livello. Fattore che non stupisce considerando il rendimento in questi anni del numero 23 dei rossoblù, ma che acquisisce maggiore valore se solo si torna indietro di pochi giorni da quell’1-0 contro i toscani e si pensa alla serata di presentazione della squadra sassarese.

Leader
“Un punto di riferimento per il gruppo insieme a Idda e Mastinu”, così il tecnico dei rossoblù Michele Pazienza ha descritto Antonelli in occasione della conferenza stampa di vigilia del match contro il Pontedera. Parole importanti arrivate a distanza di 48 ore dall’accoglienza riservata al centrale ex Latte Dolce lo scorso 20 agosto in occasione della presentazione della rosa al Vanni Sanna. Giornate di avvicinamento al match e pre gara tutt’altro che semplici per Antonelli, finito nel mirino di quella parte dei tifosi sassaresi che ancora non hanno digerito alcuni atteggiamenti, in particolare “il gesto poco carino” – per citare lo stesso Antonelli – nei confronti del pubblico fatto lo scorso 1° dicembre nel match perso per 1-2 contro l’Ascoli. I leader devono essere da esempio, devono essere quelle persone a cui i giovani e i compagni devono ispirarsi, ma allo stesso tempo sono esseri umani. Quindi possono sbagliare e quando lo fanno ci mettono la faccia e chiedono scusa, come fatto dallo stesso Antonelli nel post gara del match in questione. Però quando si sbaglia, come per ogni ferita, ci vuole tempo per ricucire.

Prestazione
E ricucire il rapporto tra Antonelli e la tifoseria sarà proprio uno dei temi centrali in queste prossime settimane. Con il centrale 1990 che ha dimostrato in campo di essere uno dei pilastri fondamentali di questa Torres, sia per l’apporto che dà in campo, ma allo stesso per i consigli dispensati ai compagni di reparto tra cooling-break e momenti morti del match. Dalle sportellate con Nabian, alla presenza costante da ultimo baluardo difensivo, con una sola vera occasione concessa ai granata sventata dall’intervento provvidenziale di Zaccagno. Esperienza a servizio della squadra, ma in particolare dei giovani, con Antonelli che ha dimostrato come non farsi condizionare dalle critiche e sfruttarle a proprio vantaggio. Sia per far capire come vivere la pressione a chi ancora deve farsi le ossa, sia per dimostrare al pubblico la voglia di far bene con la speranza di lasciarsi tutto alle spalle. Un’annata di ripartenza per la Torres con l’auspicio che sia lo stesso anche nel rapporto tra Antonelli e i tifosi perché in un’annata lunga e difficile, sinergia e alchimia possono diventare una marcia in più.

Andrea Olmeo

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