Riflessioni, lavoro a testa bassa ma soprattutto tanta voglia di provare a ripartire. La Torres, dopo un inizio di stagione tra mille difficoltà e con una classifica che dopo due anni di glorie è tornata a fare prepotentemente paura, prova a disegnare un futuro migliore nel girone B della Serie C.
Ore di dialogo
La squadra ha ancora un giorno di riposo dopo l’ultima sconfitta subita al Vanni Sanna contro la Sambenedettese (0-2), la quinta in otto partite e la terza di fila. Diversi giocatori, così come parte dello staff tecnico, hanno approfittato dei giorni di riposo per staccare la spina e sono fuori dalla Sardegna, ma la settimana di lavori che inizierà domani 7 ottobre e che porterà alla complessa trasferta contro la Vis Pesaro è di quelle più che delicate. La società, attraverso le parole del direttore sportivo Andrea Colombino, ha garantito la fiducia a tempo al tecnico Michele Pazienza, ma è naturale che le prossime ore saranno quelle dei confronti e del dialogo tra le parti. Anche per capire cosa non sta funzionando, da quali piccoli aspetti positivi ripartire e quali eventuali mosse scegliere per rialzare un inizio di stagione molto sotto le aspettative. Perché ok che la Torres ha rinnovato parecchio e che la squadra è stata condizionata da infortuni importanti ed errori evidenti dei singoli, ma un conto è passare dalle primissime posizioni alla lotta per un posto al sole dei playoff, un altro è passare dalla possibile lotta per la promozione a quella per non retrocedere. Un up and down che bisogna essere bravi a interiorizzare e superare, sia per spogliatoio che per dirigenza, ambiente e anche stampa.
Unità
In casa Torres questa deve essere l’ora dell’unità di intenti. Perché comunque, nonostante un netto passo indietro al momento rispetto ai valori in campo del passato, questa rosa sembra poter valere qualcosa in più della lotta per non retrocedere. Specie quando rientrerà a disposizione un calciatore fondamentale come Mastinu. Anche se l’impressione è che dalle parti del Vanni Sanna non bisognerà fare gli schizzinosi e pensare troppo alla lunga di essere superiori alla classifica. Anche perché, come dimostrato negli anni scorsi da tante squadre di blasone finite nei bassifondi, il rischio di rimanere impantanati nelle sabbie mobili della lotta retrocessione con la testa sbagliata è alto. In questo senso la Torres ha un allenatore dallo spirito operaio, ed è un complimento, come Pazienza. E la società almeno a parole, poi chiaro che in caso di ulteriori passi falsi o di visioni verso il futuro che non combaceranno verranno prese in considerazione le opzioni B in lista, ha continuato a dare fiducia nella propria guida tecnica. Una fiducia a tempo che sarà condizionata dai risultati. E per centrarli servirà uno spogliatoio unito e che si carichi di maggiori responsabilità e metta in campo un altro carattere. La Torres può anche faticare di più rispetto agli anni scorsi, ma vedere una squadra che spesso non riesce a lottare o che mette in campo delle leggerezze eccessive nelle scelte dei singoli è un aspetto che va presto cambiato. Nel momento di mare mosso l’anno scorso la squadra fece quadrato e con i veterani difese a spada tratta Alfonso Greco, questo gruppo (nuovo e rifondato) è pronto a fare lo stesso con Pazienza? Sembra una domanda banale ma forse gran parte della reazione della Torres e dell’eventuale risalita che metta da parte l’incubo di una stagione in costante apnea per salvarsi sta tutta qui.
Roberto Pinna














