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Torres | Rammarico e fiducia, con l’Arezzo un pari che dà consapevolezza

Ernesto Starita esulta con i compagni dopo il gol in Torres-Arezzo | Foto Alessandro Sanna
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Applausi e un pari che dà fiducia: si è chiuso così il girone di andata e il 2025 della Torres. Una gara che ha visto i rossoblù di Alfonso Greco giocarsela alla pari contro un Arezzo arrivato a Sassari per conquistare tre punti che sarebbero valsi il titolo di Campione d’Inverno, ma che si è dovuto accontentare di un pari in rimonta. Un risultato che scontenta entrambe, ma che permette ai sassaresi di guardare al futuro con maggiore fiducia. Sia per quanto visto in termini di gioco, sia per quando dimostrato sotto l’aspetto caratteriale da Antonelli e compagni.

Segnali
Alfonso Greco lo ha detto dalla vigilia: “Voglio una Torres che proponga il proprio gioco e la propria identità”. E così è stato, i sassaresi fin da subito hanno messo in campo il giusto atteggiamento, proponendo il proprio gioco e riuscendo a capitalizzare alla prima occasione utile con Starita (al suo secondo gol stagionale dopo quello realizzata contro il Perugia). Una forza mentale importante e da non sottovalutare, non tanto perché di fronte a sé la Torres aveva una delle squadre più attrezzate del campionato e candidata alla vittoria del girone, quanto più perché l’ultimo appuntamento dell’anno, in una situazione di così grande difficoltà, poteva essere un’arma a doppio taglio. Carattere e grinta in apertura, ma allo stesso tempo capacità di reazione dopo la rete del pari realizzata da Ravasio nella ripresa. Anche questo, altro segnale importante sotto l’aspetto della solidità mentale che la formazione sassarese è riuscita a trovare dopo una prima metà del campionato in cui spesso e volentieri si è sciolta come neve al sole alla prima difficoltà. In sintesi, la gara di ieri, 20 dicembre, ha messo in mostra una squadra ritrovata sia a livello di gioco che in termini di carattere. Che nonostante le difficoltà date da un campo ai limiti del praticabile e un avversario di alto livello, ha proposto la propria idea, affrontando di petto le difficoltà e non lasciandosi trascinare dalla corrente dettata degli eventi.

Peccato
“Troppo spesso stiamo uscendo dal campo ripetendo la parola ‘peccato’, e questo non va bene, non vorrei che diventasse un alibi o una scusa. Ma significa che ancora il lavoro che stiamo facendo non basta e dobbiamo fare di più”. Così Alfonso Greco a margine del match contro l’Arezzo in sala stampa. E come dargli torto: Pineto (1-1), Gubbio (0-0) e infine l’1-1 di ieri contro i toscani. Tutte gare in cui, ai punti, la Torres avrebbe meritato di portare dalla propria il risultato, ma tra poco cinismo, leggerezze difensive e sfortuna (come i gol annullati ad Antonelli contro il Pineto o quella annullata a Diakite contro il Gubbio, ma anche la grande parata di Venturi sul numero 11 ivoriano nella ripresa), non è riuscita a conquistare i tre punti. Una sensazione di incompiutezza che va saputa incanalare nel verso giusto, con lavoro e cura dei dettagli, trovando nelle feste natalizie (con Mastinu e compagni che riprenderanno gli allenamenti il 28 dicembre), un’occasione per staccare la spina e ricaricare le pile in vista di un inizio di 2026 cruciale e decisivo per il futuro della Torres. Un futuro che dipenderà ovviamente da chi scende in campo, ma anche da chi, ai piani alti di via Coradduzza, tiene le redini del club. Ovvero la società, che una volta dato il benvenuto all’anno nuovo dovrà lavorare sul mercato in maniera strategica, limitando al minimo gli errori e andando alla ricerca di rinforzi che possano portare una ventata di aria fresca e nuova linfa a una Torres in ripresa, ma con ancora tanta strada da percorrere per salvare stagione e categoria.

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