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Torres schierata in campo al Vanni Sanna

Torres, le scelte dietro alla crisi: il carattere unica cura salvezza

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La pancia che vince sulla razionalità, l’istinto che brucia la programmazione. Con le scelte prese con impeto che però spesso rischiano di essere più complesse da gestire a lungo termine. Scrivevamo questo lo scorso 29 dicembre, nei giorni in cui la Torres scelse di esonerare l’allora allenatore Alfonso Greco per dare una scossa a una formazione salva, ma reduce da contestazioni da parte dei propri tifosi per la qualità del gioco e da alcuni risultati storti. Al posto del tecnico romano è arrivato il più esperto Stefano Sottili, ma dopo un iniziale guizzo, alla voce manovra e occasioni create, la Torres non solo non è riuscita a fare uno step di crescita nel girone B della Serie C, ma si ritrova ora ancora più immischiata nella lotta per non retrocedere.

Inesperienza
La sconfitta contro il Montevarchi per 1-0 in trasferta, la terza consecutiva in campionato, certifica la crisi netta della Torres. Con i sassaresi che nell’ultimo mese hanno il quarto peggior rendimento del torneo (4 punti, 3 per Gubbio e Fiorenzuola e 2 per la Vis Pesaro). Le attenuanti ci sono, dagli infortuni muscolari ai continui virus influenzali che stanno condizionando la rosa dei rossoblù. Ma guardando allo storico del campionato della Torres usare degli alibi e delle giustificazioni diverse dalla programmazione per le attuali difficoltà in classifica sarebbe come fissare intensamente il dito senza riuscire a osservare la luna. L’impressione è che la squadra rossoblù stia pagando l’inesperienza nella categoria, a tutti i livelli. Spesso in epoca recente abbiamo provato a mettere l’accento sulle problematiche recenti della formazione di Sottili, tra campo ed extra-campo, non tanto perché il precedente allenatore della Torres, Greco, fosse il bene per la squadra sassarese mentre l’attuale allenatore toscano sia il male, ma semplicemente perché Sottili ha accettato una sfida oltremodo complessa a inizio anno. L’attuale tecnico rossoblù ha sposato un progetto che per arrivare a lui ha dovuto rinunciare a parte del budget destinato sul mercato invernale, ha preso in mano una rosa che non conosceva nel suo momento di calo e ha avuto anche la pressione ulteriore di dover fare da subito meglio del suo predecessore che, pur tra i fischi, ha fatto vivere alla piazza un girone d’andata con relativa tranquillità in classifica.

Ricapitolando: la Torres a fine dicembre ha deciso di mandare via un allenatore, con il quale aveva già programmato un mercato che sarebbe partito dalle uscite di alcuni giocatori dall’ingaggio elevato ma fuori dal progetto per vari motivi (Suciu e Luppi su tutti), e lo ha fatto senza avere tra le mani una certa alternativa. Dopo una serie di sondaggi e di tira e molla il club è arrivato all’accordo con Sottili, con il cambio in panchina però che ha costretto a rivedere le scelte sul mercato aperto, sia per motivi economici che tattici. Con la conseguenza di una serie di trattative mirate, pur senza riuscire a fare il salto di qualità, che hanno permesso di chiudere in attivo il mese di gennaio negli affari, ma che non hanno permesso alla formazione di fare uno step di crescita in campionato che stava alla base del cambio di guida tecnica.

Momento
Questo significa che l’attuale crisi rossoblù sia tutta colpa della società? No, come sempre nel calcio e nella vita la differenza la fanno le sfumature. Partendo dalla premessa che la proprietà stessa sta facendo un percorso di maturazione nel professionismo e che senza errori nessuno è mai riuscito a crescere, anche il tecnico Sottili ha le sue responsabilità per l’attuale stato di forma della Torres. Non tanto sulle scelte tattiche e sulle prestazioni, ma forse in maniera più evidente sull’aspetto caratteriale dei suoi. La Torres nelle ultime settimane è parsa meno cattiva, meno solida e soprattutto meno concentrata sull’obiettivo salvezza. Forse mettere l’accento fin dal suo arrivo sulle sofferenze in classifica e usare spesso l’alibi delle assenze e della sfortuna ha deresponsabilizzato un po’ troppo uno spogliatoio che tiene alla categoria, alla maglia e alla piazza ma che non ha ancora, nella maggior parte dei suoi elementi, la giusta malizia per un torneo pieno di insidie come la Serie C.

Futuro
Nelle ultime ore, come è naturale che sia, anche il futuro del progetto tecnico firmato Sottili è finito sotto l’analisi della dirigenza, vista la recente crisi di risultati e il pericolo retrocessione che si è avvicinato in maniera sempre più nitida. Al momento però l’impressione è che la Torres preferisca continuare con Sottili in panchina per dare continuità a una scelta forte e di pancia presa a fine anno, almeno per gli immediati impegni nel girone B. Con la speranza che la prossima sfida al Rimini, martedì 14 al Vanni Sanna, e poi la delicatissima trasferta in casa di una Reggiana, che dopo la sconfitta con l’Entella non può fare regali per centrare la promozione in Serie B, rappresentino la reazione per questa formazione. Non solo la scelta di non tornare sui propri passi, la conferma di Sottili potrebbe significare anche un importante messaggio allo spogliatoio: non ci sono scuse o capri espiatori, tutti devono dare qualcosa di più. Recepire il messaggio rappresenterà l’ultimo all-in di una stagione da cuori forti per una Torres che dovrà cercare con le unghie e con i denti di confermarsi nella categoria, continuando a crescere con l’umiltà e la consapevolezza di saper imparare dal proprio percorso.

Roberto Pinna

TAG:  Torres
 
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