Un punto tra rabbia, amarezza ma anche tanta fatica. L’episodio finale, in cui alla Torres è stato negato un rigore netto, ha preso la scena dell’analisi della sfida in trasferta al Bra, conclusasi con un 1-1 centrato in rimonta, grazie a un eurogol in acrobazia di Diakite, per i ragazzi di Michele Pazienza.
Momento così così
Quello che ha raccontato la gara giocata a Sestri Levante però è una Torres ancora lontana da una condizione ottimale e da un chiaro sistema di gioco. D’altronde fare un punto contro Campobasso, Pianese e Bra è un cammino sicuramente distante dalle attese e dalle ambizioni di una squadra che avrà anche rinnovato tanto, ma che arriva da un secondo e un terzo posto in Serie C ed è chiamata ad altro tipo di prestazioni. Il piano estivo di ringiovanire la rosa puntando su scommesse giovani e di fare all-in prendendo profili esperti in cerca di rilancio dopo stagioni (non in tutti i casi ma per la maggior parte) non troppo entusiasmanti ha portato, giocoforza, a una partenza diesel per la squadra di Pazienza. Troppi i meccanismi da assorbire per una squadra profondamente rinnovata nello spirito e anche a livello atletico ancora la squadra dovrà fare uno step importante. Aspetto abbastanza normale quando la quasi totalità degli innesti estivi è arrivata a Sassari da progetti in cui si allenavano a parte o erano considerati fuori rosa. Servirà tempo dunque a questa formazione per trovare la propria identità, anche se il campionato non aspetta nessuno e il calendario con alcune sfide più che complesse come le prossime a Ternana o Ascoli (per citarne due) metterà i sassaresi davanti a un importante banco di prova.
Rilancio
Chiaro che il punto con il Bra lontano da Sassari deve per forza essere preso con una spinta per ripartire. La rabbia per gli episodi, la voglia di dimostrare di essere una squadra diversa devono spingere questa Torres a ritrovare l’entusiasmo delle primissime settimane della stagione, con le vittorie in Coppa Italia contro il Livorno e la prima in campionato contro il Pontedera. Poi bisogna anche essere schietti, Petriccione è un ragazzo che sta facendo esperienza e non può essere paragonato a Zaccagno. Sugli esterni Nunziatini è un profilo duttile e che può crescere molto, ma rispetto alla spinta di Guiebre la Torres ha perso tanto sulla corsia mancina. In mezzo al campo tra infortuni, assenze e la scelta di Pazienza di mettere da una parte Carboni, pare evidente che ancora non ci siano idee e gerarchie forti. E forse proprio i dubbi a centrocampo sono il problema principale che il tecnico è chiamato a risolvere per risollevare il rendimento dei suoi. In avanti il potenziale c’è ma manca il guizzo. Un po’ perché alcuni giocatori sono molto indietro di condizione come Starita e Di Stefano e un po’ perché qualcuno ancora deve trovare i giusti equilibri come Lunghi. Ma una punta di sacrificio e carattere come Musso, se servita a dovere, può essere il trampolino giusto per questa formazione per uscire dalla momentanea astinenza dai tre punti.
Realtà
Il progetto fatto di giovani non deve essere comunque un alibi, fin qui la Torres ha sempre avuto una formazione con un’età media superiore all’avversario in campionato. Di base con un undici titolare che si assesta intorno ai 26 anni e mezzo di media. Sicuramente un calo netto rispetto al recente passato, con formazioni spesso fatte con un’età media intorno ai 30 anni. Ma sembra importante per questa formazione prendersi determinate responsabilità, come non a caso hanno ribadito due “esperti” rossoblù come Mercadante e Diakite nelle ultime settimane. Pare chiaro dopo questo inizio di stagione che i valori in campo siano diversi rispetto alle stagioni precedenti, la squadra però non ha bisogno di scuse ma di amalgama, equilibrio e fiducia per fare un percorso di crescita che sia sano e che può essere fatto per valori e caratteristiche. A Pazienza, che sembra uno di polso e schietto dentro lo spogliatoio, il compito di guidare la Torres verso questo percorso senza giochi di nascondino.
Roberto Pinna














