Il gol in finale dei playoff di Serie D contro l’Afragolese nella stagione 2021/22 è marchiato a fuoco nella mente dei tifosi della Torres. Un ricordo che è ripiombato con forza la scorsa estate, quando Kalifa Kujabi ha smosso mari e monti pur di vestire nuovamente la maglia rossoblù. Una stagione poco fortunata a causa di un infortunio che lo ha tenuto lontano dal campo per tantissimo tempo. Sugli spalti però il sorriso sempre stampato sul volto per supportare i compagni. Poi il ritorno in campo in occasione del match contro l’Arezzo lo scorso 15 aprile, da titolare, a distanza di quasi 3 mesi dalla rottura del collaterale mediale del menisco avuta il 25 gennaio. Ai nostri microfoni è intervenuto il numero 6 dei sassaresi: con lui abbiamo parlato non solo del suo passato, ma anche del prossimo futuro che vedrà i ragazzi di Alfonso Greco impegnati nei playoff.
Kujabi, dopo tre mesi difficili ad Arezzo hai ritrovato il campo e sei entrato nei minuti finali del match contro il Cesena. Come stai?
“Adesso, finalmente, mi sento bene. Sto recuperando, posso dire che un po’ di fiato mi manca (ride ndr), però scherzi a parte sono felice. Sto ritrovando la migliore condizione dopo quel brutto infortunio, sia a livello di energie fisiche ma anche soprattutto sotto l’aspetto mentale”.
Come hai vissuto questo periodo?
”Non è stato un periodo semplice, ogni calciatore vuole sempre giocare, però poi è arrivato l’infortunio che mi ha lasciato fuori per tanto tempo. La società però in questo senso mi ha aiutato tanto e mi è stata vicinissima. In particolare il direttore sportivo Andrea Colombino e il presidente Stefano Udassi mi hanno supportato molto in questi mesi complicati. Anche i compagni di squadra mi hanno dato tanta forza, il loro sostegno è stato importante. Ora sto bene e voglio dare il mio contributo in vista di questo finale di stagione importante e affascinante. È stato difficile, ma finalmente tutto è alle spalle e sono tornato a fare ciò che amo”.
Quella contro il Cesena è stata la gara che vi ha dato la matematica dei playoff, come arrivate e cosa ti aspetti in vista di questa fase?
”Io ho grande fiducia nelle potenzialità che ha la Torres. Credo che, con le qualità tecniche e umane dei giocatori che abbiamo, possiamo ottenere grandi soddisfazioni in vista dei playoff. Vogliamo fare un percorso importante in particolare per rendere orgogliosi i nostri tifosi che ci hanno supportato tanto durante la stagione. Sono fiducioso non solo per quello che può fare la squadra ma anche per ciò che posso dare personalmente al gruppo. Abbiamo tutte le carte in regola per fare bene, a partire dal livello della rosa, passando per la competenza dello staff, ma anche per la serietà della società”.
Qual è, secondo te, l’avversaria più pericolosa in chiave playoff?
“Nel nostro girone sicuramente la Carrarese è una delle avversarie più pericolose, contro di loro abbiamo faticato durante questa stagione. Però anche negli altri gruppi ci sono tante squadre importanti: come Benevento e Avellino che nel corso della loro storia hanno vissuto i playoff tantissime volte. Noi non abbiamo l’esperienza e il blasone di queste due squadre, però siamo pronti per affrontare qualsiasi club ci si presenterà di fronte nei quarti di finale. La Torres ha tutte le carte in regola per competere contro tutte, lo abbiamo dimostrato anche contro il Cesena. Tutti sappiamo che campionato hanno fatto i bianconeri, ed è stato sotto gli occhi di tutti il fatto che noi abbiamo tenuto testa a una rosa di quel valore”.
Un rapporto tra te e la città di Sassari ben radicato. Un affetto e una vicinanza che si è vista in particolare nel momento più difficile della stagione, tra l’addio che sembrava ormai a un passo ma anche durante l’infortunio…
”Le tante e continue dimostrazioni di affetto da parte dei tifosi della Torres mi riempiono il cuore di orgoglio. Abbiamo vissuto momenti bellissimi assieme, questo rapporto si è rinforzato con il tempo, anche prima di ritornare a Sassari mi scrivevano in tantissimi per rivedermi in rossoblù. Infatti prima di andare a Frosinone in tanti hanno mi chiesto di non andar via. Io voglio ripagare l’affetto che mi hanno dimostrato dando sempre il massimo in campo. I tifosi sassaresi si meritano tante soddisfazioni e io sono contento di essere un giocatore della Torres”.
Tanti anni in Sardegna, per te quasi come una seconda casa. Il tuo percorso prima di arrivare qua lo conosciamo tutti, ma quali sono state le figure che ti hanno aiutato maggiormente durante il tuo primo periodo nell’Isola?
”Mister Francesco Loi, ai tempi del Muravera, mi ha aiutato tanto. Ma anche i compagni di squadra di quegli anni mi sono stati molto vicino. Quando sono arrivato in Sardegna non conoscevo nessuno e avevo bisogno di supporto anche fuori dal campo. E in questo senso tutti sono stati al mio fianco, da mister Loi a Marco Nibbio, passando per Davide Moi che è stato colui che mi ha fatto crescere molto anche sotto l’aspetto calcistico. Poi il direttore Andrea Colombino non vedeva l’ora di portarmi a Sassari e da quel momento è iniziata la mia avventura con la Torres”.
Il ricordo più forte nella mente dei tifosi della Torres è quel gol realizzato contro l’Afragolese nella finale dei playoff in Serie D. Ora devi affrontare la fase a eliminazione diretta, però in Serie C. Il sogno per questa stagione è quello di far rivivere un’altra emozione del genere ai tifosi rossoblù?
”Sarebbe un sogno. I miei compagni un po’ ci scherzano su questa cosa, mi dicono sempre che sarò io l’uomo dei playoff. Lo fanno per spronarmi e spingermi, è una bellissima dimostrazione di stima e affetto che mi spinge a fare in modo di realizzare questo sogno. Credono tanto in me, in particolare per il mio passato nella fase eliminatoria della Serie D con la maglia della Torres. Sarò l’uomo dei playoff? Chi lo sa, ciò che è certo è che darò il massimo. Non voglio deludere i miei compagni e i miei tifosi”.
Andrea Olmeo