Mancano poco più di due settimane all’esordio nei playoff in casa Torres, diciotto giorni in cui prepararsi fisicamente ma soprattutto mentalmente al momento più difficile e importante della stagione. Gare da dentro o fuori in cui sarà fondamentale che testa e corpo vadano nella stessa direzione e in cui è necessario tenere alta la concentrazione in particolare durante questo periodo di avvicinamento. Ai nostri microfoni è intervenuto Alessandro Frau, collaboratore tecnico di mister Alfonso Greco e storico giocatore dei rossoblù, che nella stagione 2005/06 proprio con la maglia della Torres ha giocato i playoff di Serie C.
Frau, i playoff si fanno sempre più vicini, mancano poco più di due settimane prima dell’esordio nella fase finale. Come si vivono questi giorni di attesa?
“Ancora mancano tanti giorni all’inizio dei playoff, in queste settimane bisogna essere concentrati ma allo stesso tempo non serve caricare troppo a livello emotivo. Ora serve solamente lavorare in maniera attenta, ma allo stesso tempo senza troppa pressione. Anche perché la carica emotiva giusta arriverà nella settimana che precede la gara. Noi stiamo facendo degli allenamenti mirati per mantenere alta sia la concentrazione che anche la preparazione fisica. Lavoriamo per tenere alto lo standard, così come fatto durante la stagione”.
Lei in carriera ha affrontato in più occasioni gare da dentro o fuori ai massimi livelli, come in Coppa Uefa con la Roma o in Coppa Italia con i giallorossi e il Pisa. Ma anche i playoff di Serie C con le maglie della Torres e della Viterbese. Come si vivono queste gare da dentro o fuori?
”Il calcio in queste situazioni è anche fortuna, certo le gare vanno anche affrontate nel migliore dei modi però la sorte deve essere benevola. Più importante la testa o la condizione fisica? Non c’è una controprova, se a livello mentale si sta bene le gambe girano meglio. In queste sfide così importanti, in cui ogni giocata può essere decisiva, però secondo me l’aspetto principale è la testa”.
Lei durante gli allenamenti scherza tanto con i giocatori e si intrattiene spesso per sfidarli nelle serie di tiri…
”A me piace giocare e scherzare con loro, il mio obiettivo è quello di creare il giusto clima per non farli concentrare troppo sulla partita e fargli vivere in maniera divertente la settimana di avvicinamento alla gara. I giocatori li vedo bene, sono tutto l’anno che vanno fortissimo. È importante affrontare determinate situazioni con le giuste tempistiche, se sei in clima partita da giorni prima della gara arrivi scarico mentalmente la domenica”.
Lei ha vissuto sia la Torres 2005/06 che quella attuale, che somiglianze trova tra queste due squadre e qual è secondo lei il punto di forza che le accomuna?
”La somiglianza principale tra queste due squadre sta sicuramente nei valori umani che compongono la rosa. Così come in quella stagione, ogni volta i giocatori indossano la maglia della Torres danno tutto. Sia in casa che fuori casa viene messo in campo tantissimo cuore, questo è un fattore molto importante”.
Antonello Cuccureddu e Alfonso Greco: lei è stato allenato dal primo nella splendida stagione 2005/06, ed è collaboratore del secondo da tre anni a questa parte in rossoblù. Che somiglianze trova tra di loro e qual è, secondo lei, il segreto che gli ha permesso di ottenere questi risultati?
”Loro sono persone introverse, non danno troppa confidenza ai giocatori: come è giusto che sia in un rapporto tra allenatore e calciatore. Credo che il loro segreto stia nella bravura di farsi seguire dal gruppo, un trasporto tale che porta la squadra a dare il massimo per la causa. Quest’ultimo aspetto è fondamentale. Quando una squadra ti segue in tutto e per tutto il lavoro di un tecnico è più agevole e garantisce maggiori risultati”.
Tante squadre blasonate come Avellino, Benevento, Padova, per citarne alcune: qual è la favorita secondo lei per la vittoria e quale quella che teme maggiormente?
”Nei playoff non esistono più favorite, basta vedere il Lecco lo scorso anno. Non era sicuramente una delle squadre più quotate per la vittoria dei playoff eppure alla fine a salire in Serie B sono stati proprio loro. Vince i playoff chi ha testa e gambe che vanno all’unisono. Poi il destino non si può mai conoscere, poi sulla carta ci sono squadre come Avellino, Benevento e Padova, che sono grandi piazze blasonate”.
Andrea Olmeo