Che l’aria in casa Torres fosse, e con ogni probabilità sia, bassa lo si era capito subito dopo il triplice fischio nella nuova sconfitta al Vanni Sanna contro il Milan Futuro nella Coppa Italia di categoria. È bastato osservare gli sguardi della dirigenza rossoblù, a due passi dalla postazione stampa, per capire il momento di crisi dei sassaresi. Sguardi arrabbiati e vogliosi di una reazione, teste a ripetere continuamente il gesto no e la volontà immediata della proprietà di fare una riunione con tutti i dirigenti in segreteria, nella pancia dello stadio. E non direttamente giù nell’area degli spogliatoi come altre volte è capitato, dettaglio non di poco conto e da tenere in considerazione.
Riflessioni
Una riunione senza l’oste dunque, senza quel Alfonso Greco che la crisi di risultati recente sta facendo traballare in queste ore sulla panchina dei rossoblù. Dopo quasi un’ora di nessuna informazione in sala stampa, con il Milan Futuro che nel frattempo analizzava la sfida con Sia, che con la sua rete ha deciso l’incontro, e con mister Bonera la fine del consiglio dei dirigenti portava a una scelta: non parla Alfonso Greco ma va in sala stampa Daniele Bianchi, responsabile del progetto Footurelab e dell’area tecnica della Torres. Chiariamoci subito, che in un momento di forte difficoltà a parlare sia la società, con uno dei suoi rappresentanti, non deve sorprendere. È sempre successo nel mondo del pallone e sempre accadrà. La curiosità è che a rappresentare il club sia stato proprio quel Daniele Bianchi rientrato dalla porta secondaria quest’estate nel progetto rossoblù senza essere stato di fatto mai annunciato dal club.
Futuro
Facciamo una premessa: che a parlare sia Bianchi significa che l’ex centrocampista sta assumendo sempre più poteri e sempre più un ruolo di peso all’interno della società. Da intendersi oltre che in modo pratico anche e soprattutto mediaticamente, e per l’esperienza e l’equilibrio della figura questo non può che essere un bene. Però oltre alla bella facciata del club che vuole difendere la squadra e l’allenatore dopo un pareggio e tre sconfitte consecutive nelle ultime tre settimane e mezzo, c’è anche una profonda riflessione sul futuro del progetto in panchina. E non potrebbe essere altrimenti per una realtà che vuole essere ambiziosa. Anche perché se qualcosa si è rotto o si è inceppato è naturale pensare che la dirigenza rossoblù, pur nel rispetto di quanto fatto da Greco in questi quattro anni, valuti anche l’estrema opzione delle scossone con un cambio al timone. D’altronde bastava guardare le facce al termine della partita contro il Milan, parlavano più di mille conferenze stampa. Con l’Ascoli che diventa a questo punto bivio non più rimandabile per Alfonso Greco. L’esonero dopo il Milan U23 per tempistiche sarebbe stato davvero improbabile, ma se domenica al Vanni Sanna primo dicembre i rossoblù non dovessero fare risultato è più che probabile che la Torres valuti un cambio in panchina.
Scelte
Giusto o non giusto? La risposta è solo: già visto. Specie nelle logiche del calcio e di una proprietà che vuole costantemente alzare l’asticella e che pur ragionando a lungo termine, come ripetuto più volte da Daniele Bianchi, deve anche saper convivere con lo stare al mondo alla giornata. Anche perché per stare attaccati al treno delle migliori del girone B servirà un’immediata reazione. Aspetto non facile per una squadra che nelle ultime settimane oltre a non saper più vincere ha anche fatto appena una rete in quattro gare tra Lega Pro e Coppa Italia di categoria. Qualcosa si è spento e il campo, con i suoi risultati straordinari in epoca recente in casa Torres, era uno dei pochi scudi per Greco nei confronti di una piazza che non lo ha mai amato e che da settimane mette pressione sulla stessa società per un suo esonero. Va detto che l’uomo giusto per farsi scivolare ogni critica o momento carico di giudizi negativi è proprio Alfonso Greco. L’allenatore romano ha la capacità di isolarsi dal resto e di fare da capro espiatorio massimo di colpe che non possono essere solo sue. Contro l’Ascoli capiremo se riuscirà nell’ennesimo colpo di reni o meno, come già fatto due anni fa quando sollevato dall’incarico proprio a dicembre poi torno a inizio primavera per condurre la Torres alla salvezza al primo campionato del ritorno tra i professionisti. Ma stavolta l’impresa è più complessa. E d’altronde che ripetersi e che mantenere alte le ambizioni di una piazza con fame, che però ha assistito con solo 800 spettatori scarsi all’ottavo di finale di Coppa Italia, lo sapeva benissimo anche l’allenatore ex Lanusei quando verso la fine di maggio e l’inizio di giugno scorso ha fatto una serie di incontri con il club decidendo alla fine di accettare il prolungamento di contratto. Confermarsi è più difficile che fare un exploit, specie se il tuo club ambisce a fare meglio di un secondo posto con record storico di punti in C e di un playoff perso contro il Benevento. Dall’esterno questo momento pare quello giusto per capire se la Torres, intesa come insieme da società ad ambiente, è pronta per superare la crisi e fare lo step da ottima outsider a squadra stabilmente al vertice. Questa realtà è pronta a riprendere a correre e a legittimare, con o senza Greco, di poter essere una grande della categoria? La sfida è interessante. Come piace ripetere a Daniele Bianchi servirà equilibrio, ma soprattutto serviranno i tre punti. Unica cura in un mondo del calcio che ragiona con logiche basiche e con le quali bisogna essere pronti a scendere a patti, soprattutto quando le cose non vanno come si vorrebbe. Per provare dall’Ascoli a cambiare quei no e quelle teste basse in tribuna tra i dirigenti in esultanze.
Roberto Pinna