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Rolando Maran in campo ad Aritzo

L’OPINIONE | The Special (Mar)One

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Nel momento più fulgido di questo Cagliari vanno sicuramente ascritti i giusti meriti al suo condottiero, Rolando Maran.

Maran ha mollato le briglie, finalmente. Ed è stato davvero un bel vedere. In un colpo solo ha conquistato una piazza che non l’ha mai apprezzato fino in fondo. Eccessivo difensivismo, eccessiva prudenza anche quando si aveva il sentore si potesse osare qualcosa in più, sia lo scorso campionato e ancor più in questo. Come quelli che, appena acquistata la nuova auto, le fanno fare fino all’ultimo chilometro di rodaggio prima di scatenare i cavalli del motore. Oppure come chi compra un costoso divano in pelle e lo usa con l’involucro di plastica dell’imballaggio per i primi mesi. Lo stesso Maran, nell’immediato post partita contro l’Atalanta, ha confessato di aver fatto visionare alla squadra alcune immagini del Manchester City, ”per capire come stanno in campo le grandi squadre”. Come se, all’improvviso, fossero riaffiorati in lui i ricordi ormai impolverati del suo Catania spettacolo e avessero preso il posto di quelli, più recenti e nitidi, del suo Chievo quadrato e noioso.

Il Cagliari di Bergamo, se non fosse stato per lo stemma con i Quattro Mori sul petto, non l’avremmo riconosciuto. I risultati arrivavano già da diverse giornate, ma quella di domenica non è né la vittoria di Napoli, né il pareggio con la Roma, portati a casa di compattezza e buona sorte. È il risultato di ciò che si era intravisto nel finale di partita col Torino e contro il Bologna in casa: una squadra consapevole, che sa di essere forte e di cui anche gli avversari si devono preoccupare, chiunque essi siano, e non esclusivamente il contrario. Ed è stato bravo lui, Rolando Maran. È stato davvero bravo come, siamo sinceri, non avremmo mai creduto potesse essere. Perché essere in grado di portare il risultato a casa oggi con la clava, e domani col fioretto con la stessa sapienza non è da tutti, in un’epoca in cui vanno di moda i teorici dell’integralismo applicato al calcio.

È pur vero che una rondine non fa primavera, ma a Cagliari le rondini stanno cominciando a volare in stormo.

Mirko Trudu