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Super Cragno, bene la difesa | LE PAGELLE

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I nostri voti dopo Sampdoria-Cagliari a cura di Andrea Ferrari. 

Cragno 7,5 – Normale amministrazione nel primo tempo, salvo un’occasione divorata da Jankto. Parata importante al 31’ su Sala, prima dell’intervento mostruoso al 62’ su Quagliarella. Lo stesso attaccante lo giustizia con un rigore calciato magistralmente, comunque intuito.

Padoin 6 – Dove lo si mette, fa il suo. L’età avanza, ma lui si impegna provando a chiudere le falle difensive e a riproporsi davanti, ma alla lunga deve rifiatare (dal 73′ Faragò sv).

Ceppitelli 7 – Oggi un gigante. Ha un cliente difficile come Quagliarella che chiude puntalmente. Dirige bene la difesa dopo qualche partita a vuoto, molto positivo.

Pisacane 6,5 – Attento nelle chiusure, con Ceppitelli in giornata anche lui ne trae giovamento.

Pellegrini 6 – Meno offensivo del solito, però più attento in fase difensiva. Continuità e minutaggio sono fondamentali per lui. Suo il fallo da rigore, confermato da un VAR oggi perlomeno discutibile.

Deiola 5 – Parte col turbo, ma si spegne alla distanza. Perde Jankto al 18’, poi al 34’ commette un inutile fallo da arancione (dal 73′ Srna sv).

Cigarini 5,5 – Pressato dal centrocampo doriano, perde in lucidità e dinamismo.

Barella 6,5 – Primo tempo da leader. Prende la squadra sulle spalle, corre in tutto il campo, contrasta, costruisce, inventa, conclude.

Ionita 5,5 – Fa il lavoro sporco nel centrocampo rossoblù, un po’ impreciso ma generoso.

Pavoletti 5 – Ha sulla coscienza l’occasione al 33’ parata di Audero, dopo un’apertura davvero illuminante di Barella. Particolarmente impreciso, oggi non era la sua giornata.

Doratiotto 5,5 – Esordio in Serie A e da titolare per il classe ’99. Parte bene, poi si nasconde (dal 78′ Verde sv).

All. Maran 6,5 – Ci si aspetta un Cagliari chiuso e conservativo, viste le numerose assenze. Invece, contrariamente a tutto e tutti, schiera e fa giocare ragazzi della Primavera senza chiudersi, anzi. Critici in certe occasioni, ma sono giusti gli elogi quando meritati. 

Andrea Ferrari