Il consueto appuntamento con Ridateci l’undici, rubrica a cura di Nanni Boi.
Se è bastata una vittoria dopo un così lungo periodo di crisi per staccare a sei punti il terzultimo posto e con quello la zona retrocessione, significa una cosa sola. Che escludendo cataclismi per quest’anno la salvezza del Cagliari non sarà in discussione. Basterà mettere assieme un punticino a partita, come è avvenuto finora in pratica, per esserne certi. E allora bisogna porsi altri traguardi, perché vivacchiare non è il massimo della vita e si finisce con l’annoiare e annoiarsi. Ma quali sono i traguardi che la squadra di Maran può inseguire? Semplice, quello di cercare di dare il massimo partita per partita. Intanto per amor proprio, per cercare di migliorarsi, perché lo sport, professionistico o no, lo impone. Poi perché i tifosi si possano infiammare come nel secondo tempo di sabato scorso e riempiano sempre lo stadio. A tal proposito è passata sotto silenzio una intelligente iniziativa della società, quella di favorire l’ingresso degli stessi tifosi con prezzi accessibili a tutti (biglietti per le donne a un euro e a 5 euro per gli under 14). In questo modo i tifosi paganti sono stati oltre 16mila, per il tutto esaurito. Non molti anni fa si preferiva tenere lo stadio per due terzi vuoto pur di non fare sconti a nessuno. Sotto questo aspetto l’allora presidente Cellino (complimenti per il suo Brescia) non voleva sentire ragioni sostenendo che la gente non sarebbe andata lo stesso. E invece la controprova ha dimostrati altro.
Ulteriore motivo per non accontentarsi è perché una cosa è arrivare a fine campionato a 36-38 punti, altro e’ concludere per esempio a 50. Come posizioni in classifica se ne guadagnerebbero al massimo due o tre e 50 punti non basteranno per qualificarsi all’Europa League, Ma saranno utilissimi per far attecchire una mentalità vincente che sta alla base di qualsiasi risultato. Aggiungete il maggior valore di mercato di ogni singolo giocatore e la maggiore richiesta di abbonamenti televisivi per il Cagliari. Tradotto: significano soldi, cioè maggiori introiti. Insomma, è vietato accontentarsi. Da qui alla fine ogni partita dovrà rappresentare un traguardo da superare. A cominciare da Genova domenica all’ora di pranzo.
Nanni Boi