Un legame radicato sin da subito quello tra la Sardegna, nello specifico Uri, quindi l’Atletico e Niccolò Rosseti. Una storia iniziata nel gennaio del 2024 che è diventata sempre più intensa giorno dopo giorno, ma che è arrivata ai titoli di coda nella stagione appena conclusa. Quella 2024/25 è stata un’annata non semplice per i giallorossi con l’ex Cesena e Monza, per citarne alcune, che ha totalizzato 31 presenze tra campionato e Coppa Italia di categoria. Ai nostri microfoni è intervenuto proprio il centrale toscano che ci ha parlato della sua esperienza al Ninetto Martinez e del rapporto creatosi con Uri, ma anche delle ambizioni in vista del prossimo campionato.
Niccolò, un po’ di vacanze dopo l’ultima stagione sfortunata con l’Atletico Uri culminata con la dolorosa retrocessione. A mente fredda, cosa secondo te non ha funzionato?
“La stagione purtroppo è finita nel peggiore dei modi e la retrocessione, nonostante siano passati due mesi, ti segna e fa ancora male. Abbiamo fatto un girone di andata sotto le aspettative, poi la società ha fatto un po’ di mercato e nel girone di ritorno siamo partiti forte. Dando filo da torcere a squadre che lottavano per i primi posti, come la Gelbison. Poi dopo la sconfitta nel derby casalingo contro l’Ilvamaddalena non so cosa sia successo. Siamo entrati in un vortice e da quel momento non abbiamo più vinto e questo ci ha portati alla retrocessione diretta. Giocavamo con l’obbligo di vincere, andando anche in campi importanti con l’unico obiettivo che è quello dei tre punti. Questo comporta che devi scoprirti e quando vai sotto contro avversarie di livello diventa difficile poi rimetterla in piedi. A mente fredda dico che la stagione l’abbiamo buttata via un po’ anche noi. Molte partite andavano gestite in altri modi. Quello che mi viene in mente è la sfida contro il Monterotondo, che ha racchiuso un po’ la nostra stagione. Una partita fondamentale, in cui eravamo in vantaggio per 1-0 e siamo usciti sconfitti per 2-1 giocando in 9 nel finale. Questa gara è un po’ lo specchio della stagione”.
Sei arrivato in Sardegna nel gennaio del 2024 e da subito ti sei calato alla perfezione nella realtà dell’Atletico Uri. Si è creato un forte legame con l’Isola e in particolare con la piazza giallorossa. Come giudichi questa esperienza e qual è il più bel ricordo che ti porterai dietro?
“Ne approfitto per ringraziare tutti i sardi, gli abitanti di Uri, la società e il mister. In quest’anno e mezzo, quindi da quando sono arrivato, mi hanno accolto benissimo. Mi hanno fatto sentire uno di loro, io e la mia famiglia ci siamo sentiti come fossimo a casa. Si è instaurato un legame fortissimo con il paese e i dirigenti. La Sardegna ci è rimasta dentro, queste non sono frasi di circostanza, perché abbiamo vissuto a pieno una regione magica. La Sardegna va oltre i paesaggi, la gente ti fa star bene. Con mister Paba e Gavino si è instaurato un rapporto bello e intenso, che credo che si protrarrà negli anni. Un feeling che va oltre il campo e questo me lo porterò e ce lo porteremo dietro per sempre”.
Esperienza e lunghissimo curriculum, hai giocato nel Monza, nel Cesena, nella Lucchese, nella Spal e anche 5 presenze con l’Italia U20. Quest’anno diverse sarde hanno faticato in Serie D, considerata la tua esperienza e le diverse piazze in cui sei stato, come ti spieghi questa stagione in salita per le isolane?
“Non so dire sinceramente perché le squadre sarde abbiano avuto tutte queste difficoltà. Sinceramente non mi aspettavo la sconfitta nei playout di Ilvamaddalena e Costa Orientale Sarda. Il girone G è molto tosto, quando ti confronti contro squadre laziali e campane diventa difficile. Per esempio noi in trasferta, lontano dall’Isola, non abbiamo vinto nemmeno una partita. Abbiamo vinto fuori casa contro Latte Dolce e Ilvamaddalena, però eravamo sempre in Sardegna. Non so perché in continente abbiamo fatto fatica”.
Cosa ti ha colpito di più della Sardegna e cosa ha fatto scattare questa scintilla con l’Isola?
“Mi ha colpito da subito l’accoglienza che mi è stata riservata sin dal momento del mio arrivo. Si preoccupavano quotidianamente che stessi bene e che tutto andasse per il verso giusto. Poi quell’anno la stagione in generale è andata bene, siamo riusciti a centrare la salvezza diretta in rincorsa. C’è stato un attaccamento importante tra società, compagni e città che mi ha fatto venire la voglia di rimanere ancora un anno per vivermela ancor di più da protagonista. Anche perché nel 2023/24 sono arrivato a gennaio, ho avuto un brutto infortunio che mi ha fatto saltare diverse partite nel momento più delicato. Quindi avevo voglia di vivere l’Atletico Uri sin dall’inizio. Poi è andata come è andata e al di là di questo la Sardegna mi rimarrà addosso per sempre perché oltre al posto bellissimo, da vivere non solo d’estate ma anche tutto l’anno, ho trovato persone meravigliose”
Guardando al futuro ti piacerebbe rimanere qua in Sardegna, oppure preferiresti ritornare più vicino a casa?
“Per questioni familiari l’idea è quella di ritornare in Toscana e riavvicinarmi a casa. Poi qualora ci fosse una squadra sarda, con un progetto che mi stimola, potrei decidere di rimanere in Sardegna e rimanere lontano dalla famiglia. Se dovesse esserci una situazione importante, la prenderò sicuramente in considerazione, in particolare per come mi sono trovato qua in questi anni. Però l’idea è quella di rimanere in continente e in Toscana. Vediamo in questi giorni cosa succederà. Ci sono diverse cose da valutare, vanno analizzate diverse situazioni. C’è qualche preferenza a livello logistico, per blasone, in cui mi piacerebbe andare. Prima di decidere voglio valutare un po’ tutto”.
Andrea Olmeo














