Il nostro commento a freddo dopo il successo del Cagliari di Davide Nicola sul Catanzaro per 2-0, grazie ai gol di Lapadula e Pavoletti, nel secondo match amichevole del ritiro valdostano di Chatillon e Saint-Vincent.
Centrocampo
Lo dicevamo ieri, martedì 30 luglio, lo ripetiamo oggi, mercoledì 31 luglio: occhio a eccessivi slanci di ottimismo in casa Cagliari dopo il successo all’inglese sul Catanzaro di Fabio Caserta. Perché è necessario fare la tara tra il livello dei rossoblù guidati da Nicola e i calabresi, sì sorpresa del passato campionato di Serie B, ma ora alle prese con il passaggio dal calcio di Vincenzo Vivarini a quello dell’ex Benevento e Cosenza, con tutte le difficoltà del caso. Dare il giusto peso e valore alla vittoria firmata Lapadula-Pavoletti è la sfida principale del giorno dopo il match di Saint-Vincent, davanti a una bella cornice di pubblico con oltre 600 spettatori presenti in tribuna. Perché il Cagliari ha dato la sensazione di essere sempre in controllo del match, per oltre tre quarti di gara, dando “buone vibrazioni” soprattutto nel primo tempo. Su tutte la prova di Augello a sinistra (chiedere all’ex Cos Marcello Piras, che ha sofferto le scorribande offensive dell’esterno milanese) e la buona intesa a centrocampo tra Marin e Adopo, scelti da Nicola al posto di Makoumbou e Deiola rispetto all’amichevole contro il Como per formare la cerniera centrale nel 3-5-2 opposto ai giallorossi di Caserta. Il rumeno ex Empoli ha preso volentieri su di sé il compito di dare ritmo e geometrie alla mediana rossoblù, riuscendo pienamente nell’intento. L’assist per il gol di Lapadula, la capacità di fare il centrocampista “box to box” come in nazionale e le potenzialità balistiche lo hanno senza dubbio certificato come il migliore in campo dell’amichevole del “Perucca”, legittimando ancor più che in passato i dubbi sull’opportunità o meno di una sua partenza sul mercato. Con le sue caratteristiche Marin sarebbe il giusto perno per la mediana del Cagliari di Nicola, che lo ha apprezzato già ai tempi dell’Empoli e volentieri lo terrebbe con sé anche in Sardegna. Insieme all’ex Ajax ha ben figurato Adopo, scelto come interno di lotta e sostanza per garantire densità e strappi al centrocampo cagliaritano del primo tempo. Personalità e fisicità le doti principali viste contro il Catanzaro, al netto di una pulizia tecnica ancora migliorabile, ma il potenziale sembra essere quello giusto. Passo indietro, invece, per la coppia Deiola-Makoumbou, scesa in campo nella ripresa con il 3-4-2-1 è apparsa in difficoltà nelle due fasi. Il franco-congolese continua a peccare di rapidità di esecuzione (leggasi: troppi tocchi), mentre il sangavinese non è riuscito a ripetere la buona prova fornita contro il Como, quasi “sballottato” in una linea a quattro che ha sofferto tanto il forcing dei calabresi.
Passi avanti
Tra i progressi rispetto all’1-3 contro il Como c’è sicuramente la porta inviolata di Scuffet e Sherri, al suo esordio (seppur ovviamente in amichevole) con la maglia del Cagliari. La difesa a tre proposta nel primo tempo, con Wieteska al centro del trio completato da Zappa a destra e Luperto a sinistra ha dato sensazioni migliori rispetto alla sfida contro i lariani, ma pure la certezza che ancora serva tanto lavoro. Luperto è il perno difensivo, pilastro dei principi di Nicola in queste prime settimane di lavoro, mentre nella ripresa gli ingressi di Hatzidiakos, Veroli e Obert hanno cambiato faccia a un reparto andato in difficoltà (come tutta la squadra) contro un Catanzaro bravo a restare in partita e andare vicino al gol in un paio di circostanze. Lo slovacco ha mostrato ancora una volta le sue abilità in fase di propulsione offensiva, riuscendo anche a essere un po’ più “ignorante” – per usare le parole di Nicola in allenamento – come richiesto espressamente dal tecnico piemontese. In attacco Lapadula e Pavoletti hanno timbrato le uniche vere occasioni da gol capitategli, mentre Piccoli ha mostrato buona gamba e voglia ma ancora poca concretezza così come Luvumbo, chiamato a essere più “cattivo” dalle parti dell’area avversaria. Luce verde invece per Kingstone, che più volte ha strappato applausi ai tifosi rossoblù presenti in tribuna: strappi, ripartenze e un destro deviato in angolo da Pigliacelli che meritava sicuramente miglior sorte. In attesa di definire il suo futuro, lo zambiano prova a mettersi in luce in questa parte finale di ritiro valdostano e continuare il suo processo di crescita nel calcio italiano. Da rivedere, infine, Zortea e Felici: l’esterno romano si è acceso soltanto a intermittenza, forse anche per dare equilibrio al reparto viste le continue percussioni a sinistra di un Augello in grande spolvero. L’ex Frosinone e Atalanta, invece, ha alternato buone cose ad altre meno buone, ma la sensazione è che con le sue caratteristiche potrà essere un cardine del 3-5-2 fluido di Nicola.
dall’inviato a Chatillon Francesco Aresu