Mancano poco più di 24 ore a Gara 1 delle Finali scudetto della Serie A di basket che vedranno di fronte la Dinamo Sassari e la Reyer Venezia. Proviamo a esaminare come arrivano le due squadre, i fattori chiave della serie e i precedenti.
SULLE ALI DELL’ENTUSIASMO – Il Banco arriva a Venezia con un’esaltazione superiore persino a quella del 2015, anno dello storico e, sinora, unico scudetto sassarese. La squadra di coach Gianmarco Pozzecco si presenterà domani sera al Taliercio forte delle 22 vittorie consecutive, del trionfo in Fiba Europe Cup e delle prestazioni straripanti ottenute contro Brindisi e, soprattutto, Milano. Dall’inizio dei playoff, la Dinamo sembra aver acquisito sempre maggiori certezze: gli “italiani” hanno legittimato il ruolo nel roster; gli infortunati sembrano sulla via del recupero; Pierre, Thomas e Cooley, nell’ordine che preferite, hanno confermato di essere dei punti di riferimento. La vera forza di Sassari, tuttavia, è il gruppo che ha saputo compattarsi nei momenti difficili, trovando energie nascoste che provengono proprio dall’entusiasmo generale che aleggia intorno alla squadra. La Dinamo, in sostanza, ha tutte le parvenze di una squadra in missione.
QUESTIONE DI MENTALITA’ – L’Umana si presenta all’appuntamento con la serie finale con una certa convinzione nei propri mezzi. Venezia ha un roster molto simile a quello scudettato nel 2017 e, grazie al terzo posto raggiunto in stagione regolare, godrà del fattore campo nelle prime due partite. La squadra di coach Walter De Raffaele sarà un avversario stoico. Due anni fa Venezia ha subito la fisicità di Trento ma non ha mai mollato e, grazie ad alcuni giocatori dotati di un killer cestistico non indifferente, ha vinto lo Scudetto. Alla stessa maniera si possono descrivere i quarti e semifinali di questa stagione: la Reyer, è vero, ha vinto entrambe le serie contro Trento e Cremona a Gara 5, faticando e a tratti subendo gli avversari. Alla fine, però, ha vinto e questo dimostra che questa squadra non molla mai.
I PRECEDENTI STAGIONALI – L’ago della bilancia pende leggermente dalla parte dell’Umana che ha vinto entrambe le partite in campionato. La Dinamo, però, ha avuto la meglio nei quarti delle Final Eight di Coppa Italia con il gancio sulla sirena di Jack Cooley, in quello che è stato l’esordio in panchina per Pozzecco. Nelle due partite di regular season non c’è stata molta storia, ma era un altro Banco: nel primo caso la squadra era guidata ancora da coach Vincenzo Esposito, nel secondo non era ancora iniziato l’effetto “Poz”. Quella in Coppa Italia, invece, è una partita a sé stante e decisamente strana, con Venezia che ha smesso di giocare dopo aver raggiunto un ragguardevole vantaggio mentre Sassari, trascinata da un pubblico instancabile, è progressivamente rientrata sino all’incredibile vittoria finale.
PRO E CONTRO – La Dinamo arriva alla serie finale più fresca grazie al 3-0 rifilato a Milano che ha consentito agli uomini di coach Pozzecco di riposare per l’intera settimana. Occhio, però, all’altra faccia della medaglia: Venezia ha dovuto giocare tutte le cinque partite della serie contro Cremona, ma ha vinto le ultime due e arriva quindi non meno in fiducia del Banco. La Reyer, inoltre, conta una profondità di roster che – eccezion fatta per Milano – non ha uguali in Serie A e coach De Raffaele sa di avere diverse armi cui affidarsi a seconda della piega che prenderà la serie. Sassari, invece, sta cercando di recuperare completamente Tyrus McGee – sesto uomo fondamentale per la Scudetto veneziano di due anni fa – per allungare le rotazioni e fornire un contributo sia in attacco che in difesa.
Lello Stelletti