Tra i nomi caldi in entrata in chiave Torres c’è Gianmaria Zanandrea, difensore centrale classe 1999 nella scorsa stagione in forze al Legnago Salus e che in carriera, tra le altre, ha vestito anche la maglia dell’Avellino nella stagione 2022/23. Ai nostri microfoni è intervenuto l’ex allenatore del Cagliari Massimo Rastelli, che ha allenato il calciatore veneto durante la parentesi in biancoverde, per parlarci non solo di Zanandrea ma anche del prossimo futuro legato al club di Sa Ruina, al lavoro per limare i dettagli per l’approdo in panchina di Davide Nicola. Dal nuovo nome per la difesa della Torres, al prossimo tecnico del Cagliari, questa la nostra intervista a Rastelli.
Mister Rastelli, tra i nomi caldi in casa Torres c’è Gianmaria Zanandrea, difensore centrale che lei ha avuto durante la sua esperienza alla guida dell’Avellino. Che tipo di giocatore è?
”Con me non ha giocato tanto a causa di alcuni infortuni, non ha avuto grande possibilità di fare minutaggio. Però è un giocatore duttile, capace di fare sia il terzino sinistro nella difesa a quattro ma soprattutto il braccetto nella retroguardia a tre. Zanandrea è un mancino, dotato di una buona corsa e un bel piede, credo che sia un calciatore di buona prospettiva per la Serie C”
Come lo vede nella realtà rossoblu, in particolare considerate le ambizioni di piazza e club dopo un’annata importante come quella appena trascorsa?
”Secondo me Zanandrea può fare bene in rossoblù. Lui è comunque un giocatore che ha fatto tutta la trafila delle giovanili nella Nazionale, condividendo lo spogliatoio con calciatori che ora sono in Germania e si stanno giocando l’Europeo come Buongiorno, Scamacca, Frattesi. Poi con i club ha giocato con me all’Avellino, una piazza importante e ambiziosa per la categoria quindi è abituato alle pressioni. Qualora dovesse concludersi l’affare può essere un giocatore che in prospettiva può dare il suo contributo per cercare la scalata alla Serie B”.
Il prossimo anno sarà una stagione delicata per la Torres. Quelle che si stanno vivendo sono settimane importanti, con il club sassarese al lavoro per perfezionare una squadra che nella scorsa annata è andata al di sopra delle aspettative. In questo senso come si migliora una rosa già di alto livello?
”Direttore sportivo e allenatore dovranno cercare di prendere dal mercato giocatori capaci di dare quel qualcosa in più non solo in chiave tecnica ma anche sotto l’aspetto del carisma. Dopo una stagione così importante, anche non pronosticata, la difficoltà maggiore sarà a livello psicologico. Tutti si aspettano che la Torres faccia un certo tipo di campionato e questo genere di pressione potrebbe essere un’arma a doppio taglio in vista della prossima stagione. Dovranno essere molto bravi in particolare a gestire questa situazione”.
Guardando in casa Cagliari, invece, quella appena trascorsa è stata una stagione al cardiopalma, ricca di alti e bassi che si è conclusa con la salvezza. Ora arriva una nuova sfida: andare avanti dopo l’addio di Ranieri e provare ad alzare l’asticella. Da cosa secondo lei dovranno ripartire i rossoblu?
”Dovranno ripartire dal nuovo tecnico Davide Nicola, lui è un allenatore che in Serie A ha vinto sfide difficilissime e impossibili. Arriva in una piazza dove le esigenze sono diverse rispetto agli altri club che ha allenato ultimamente. Tutti vorrebbero vedere l’asticella del Cagliari alzarsi, in maniera tale da vivere una stagione senza grandi patemi d’animo con la speranza di stazionare in una posizione di classifica tranquilla e più vicina possibile alla parte sinistra della graduatoria”.
Cagliari ed Empoli sono ai dettagli per l’arrivo di Davide Nicola in Sardegna. Secondo lei l’allenatore piemontese può essere l’uomo giusto per il post Ranieri?
“Difficile dirlo e non sta a me farlo. Chiaro che Ranieri è un tecnico di grandissima esperienza e carisma e non è semplice subentrare a un allenatore di tale statura. Ma questo è un discorso che vale per qualsiasi tecnico, non solo per Nicola. Ora serve ripartire da zero, con tante altre situazioni nuove. La società avrà fatto le proprie valutazioni a 360 gradi e se ha fatto rotta su Nicola avrà visto in lui l’opzione migliore per sostituire Claudio Ranieri”.
Uno dei reparti principali su cui si dovrà lavorare maggiormente in entrata sarà quello avanzato. Da ex attaccante secondo lei che profilo servirebbe in avanti al Cagliari per la prossima stagione?
”Molto dipenderà da che calcio penserà di fare il nuovo allenatore e che tipo di campionato si aspettano in quel di Cagliari. Agli attaccanti si chiedono i gol, bisognerà trovare un profilo che garantisca comunque prolificità, almeno la doppia cifra, ma che allo stesso tempo sia utile per le dinamiche della squadra. Che sappia tenere il pallone in determinati momenti ma al contempo sia abile nell’attaccare bene la profondità quando la squadra si difende più bassa. In poche parole il bravo attaccante, e quello giusto per i rossoblù, deve saper legare il gioco, avere velocità nell’attaccare la profondità e cinismo per sfruttare le occasioni garantendo un buon numero di reti”.
Infine un commento su Claudio Ranieri. La sua seconda esperienza in Sardegna, oltre che aver regalato gioie ed emozioni ai tifosi isolani, ha permesso al club di creare delle fondamenta solide per il futuro. Cosa lascia, secondo lei, in eredità il tecnico testaccino al Cagliari?
”Credo che abbia lasciato in particolare una grande impronta sulla mentalità della squadra, un gruppo che non molla mai che cerca sempre di rimanere attaccato alla partita anche in quelle in cui il divario tecnico era più elevato. Credo che questa sia un’eredità importante da lasciare, rimanere dentro la gara ti permette di rimontare o di poter vincere delle partite anche soffrendo. Questo è sicuramente il miglior lascito per il Cagliari da parte di Ranieri”.
Andrea Olmeo