Cagliari-Salernitana è un’altra finale salvezza per il Cagliari di Claudio Ranieri. Anche nel passato, la partita con i granata, è stata decisiva per la permanenza in Serie A. Lo sa bene Matteo Centurioni, centrale difensivo che poco meno di venticinque anni fa, sul terreno del Sant’Elia fu tra i protagonisti della vittoria per 3-1 che mise fine a ogni preoccupazione nella stagione 98-99. Abbiamo parlato con lui del passato, ma anche del presente rossoblĂą per la nostra rubrica Quel giorno io c’ero.
Stagione ’98-’99, anche allora Cagliari-Salernitana. Era la terz’ultima giornata di campionato e arrivò una vittoria in rimonta fondamentale. Che ricordi ha di quel pomeriggio?
“Era fine stagione, ma c’era ancora da perfezionare il discorso salvezza. Arrivavamo dalla vittoria per 3-1 contro il Bologna. Era comunque una partita delicata, dall’altra parte c’erano giocatori come Di Vaio e Di Michele. Avevamo anche alcune assenze, nonostante sia passato un po’ di tempo il ricordo di quella giornata è vivo e soprattutto bello”.
In quel gruppo guidato da Ventura c’erano giocatori come O’Neill, Muzzi, M’boma. Che ricordi ha di quella squadra?
“Quello era un bellissimo gruppo. L’anno prima avevamo fatto la promozione, c’erano i vari Cavezzi, Muzzi, Dario Silva, Marco Sanna, Scarpi, De Patre, forse dimentico qualcuno ma non me ne voglia. Era un gruppo di bravi ragazzi, stavamo bene assieme, la squadra funzionava e per quegli anni avevamo un bravo allenatore che era innovativo giĂ trent’anni fa. Le cose, anche se con qualche difficoltĂ , erano andate bene per la promozione dalla B alla A e poi anche in massima serie. Eravamo partiti bene, poi c’era stato un periodo un po’ delicato a metĂ campionato, ma avevamo fatto alla fine dei conti una salvezza tranquilla. Avevo fatto poche presenze, forse nove, veramente poche. Ma quando ho giocato dall’inizio abbiamo sempre vinto: con la Roma 4-3, Bologna 3-1 e Salernitana 3-1. Di questo son sicuro”.
A Cagliari rimase per due stagioni. Cosa si è portato dietro dell’esperienza in Sardegna?
“Quando andai a Cagliari arrivavo dal Lecce, non ero giovanissimo ma ero un giocatore ancora acerbo. Avevo subito qualche critica che ci stava, niente di che. Per me è stato un onore giocare per il Cagliari, è un club importantissimo, unico per quello che rappresenta, per un popolo giustamente orgoglioso perchĂ© la Sardegna è bellissima. Ho avuto l’onore di vivere l’Isola per due anni e giĂ questo è stato un privilegio. Ho un ricordo bellissimo di quegli anni, poi si sa che i rapporti, anche quelli belli, finiscono. Mi accontento di poter dire che ho giocato anche per il Cagliari”.
Prima di passare al presente, ormai è passato poco piĂą di un anno dalla scomparsa di Fabian O’Neill. Che ricordo ha di lui?Â
“Lui era un ragazzo umile, alla mano, e poi un giocatore fenomenale. Il primo ricordo che mi viene in mente è del primo anno a Cagliari. Eravamo a Riscone di Brunico, ci trovammo direttamente in albergo per il ritiro. L’allenamento alle 17, decisi di andare però un’ora prima al campo a piedi visto che eravamo vicini. Arrivai nei pressi del campo e vidi da fuori dalla recinzione questi palloni per aria e capii che c’era qualcuno in campo che stava facendo dei lanci. Io l’anno prima giocavo a Lecce in B, quindi non è che avessi pienamente le informazioni su chi giocasse nel Cagliari, di O’Neill avevo solo sentito. Vidi questi giocatori, soprattutto uno dei due che faceva lanci di sessanta metri, destro e sinistro, senza differenza. E mi chiesi ‘ma chi cavolo è questo?’. E poi alla fine capii fosse O’Neill, mi aveva subito impressionato. Mi viene in mente che poi al tempo si giocava ancora a uomo, quindi anche in allenamento nelle contrapposizioni si giocava a uomo e molto spesso mi capitava di marcarlo. Contro di lui erano delle battaglie epiche, ma non perchĂ© eravamo forti tutt’e due, lui era sicuramente fortissimo, però erano degli scontri fisici che diventavano una sorta di lotta libera. Che magari facevi fatica, ma ti divertivi e alla fine si rideva di quello che facevamo. Non ci siamo mai arrabbiati o presi l’uno con l’altro, c’era solo divertimento”.
Passiamo invece a quello che potrebbe essere il Cagliari-Salernitana del prossimo turno di Serie A. Quanto pesa questa sfida nel cammino del Cagliari?
“SarĂ una partita importantissima. La Serie A sappiamo tutti quanto sia difficile. Io penso che abbia un allenatore perfetto per rappresentare anche lui l’Isola e il popolo cagliaritano. Penso che a Ranieri nessuno debba insegnare niente, sa la strada che deve seguire. Credo che la situazione sia complessa non solo per il Cagliari, ma anche per le squadre che orbitano in quella zona, almeno fino al Lecce. Sono tutte in gioco. Ovviamente la vittoria di Empoli è stata molto pesante, i tre punti anche contro la Salernitana sarebbero importanti. Anche se non sarĂ finita perchĂ© bisognerĂ soffrire sino alla fine, ma credo e spero che il Cagliari possa farcela”.
Da ormai qualche anno invece lei ha intrapreso la carriera di allenatore, quest’anno è sulla panchina del Parma U18. Qual è la vita nel calcio di Matteo Centurioni oggi?
“Quest’anno mi sto divertendo molto. Il Parma è una societĂ dove si lavora molto bene con i giovani e facciamo un bel campionato, divertente e stimolante. Ovviamente non c’è l’ansia del risultato quindi la vivi con piĂą leggerezza. Sul piano generale ho iniziato ad allenare nel 2012, ho fatto un po’ d’esperienza in tutte le categorie giovanili e ho allenato in Eccellenza, Serie D e poi una parentesi in Serie B con il Padova nel 2019, le ultime cinque giornate di campionato. Diciamo che ho fatto i miei giri, ho capito che forse mi trovo piĂą a mio agio nelle giovanili, una Primavera è un livello in cui mi piacerebbe lavorare e dove sento di poter trasmettere le mie esperienze ai piĂą giovani. Non è girata bene in alcune situazioni, ma è meglio non guardare indietro ma solo avanti. Ora sono qua e mi piacerebbe restare, mi trovo molto bene. Vedremo un po’ cosa succede. Tra l’altro abbiamo anche il Cagliari nel girone, che sta facendo un ottimo campionato, e tra circa un mese saremo in Sardegna. All’andata abbiamo avuto un exploit noi, però conosco Claudio Bellucci e mi hanno fatto una ottima impressione. Colgo l’occasione per fargli un in bocca al lupo”.
Matteo Cardia














