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Federico Melchiorri esulta in Spezia-Cagliari 0-3 del novembre 2015 | Foto CagliariCalcio.com

Melchiorri: “Spezia-Cagliari, che ricordi! Joao Pedro tornerà a far gol”

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Prima puntata della nuova rubrica di Centotrentuno: una serie di interviste a personaggi e protagonisti dello sport sardo, con un excursus che parte da un evento del passato per poi arrivare a chiacchierare di presente e futuro.


Maglia numero 9 sulle spalle, completo arancione e via a combattere con i difensori avversari. Sono passati più di sei anni da quel 15 novembre 2015, quando Federico Melchiorri decise di entrare definitivamente nei cuori dei tifosi del Cagliari. Spezia-Cagliari, giornata 13 della stagione 2015-16, quella culminata con la vittoria della Serie B con Rastelli in panchina. Il centravanti marchigiano fu l’assoluto protagonista di quel match, grazie alla doppietta messa a segno e all’autorete di Valentini provocata da un suo passaggio all’indietro per Giannetti, suo partner d’attacco in quel pomeriggio al Picco. È quella, nella storia del Cagliari, l’unica vittoria contro gli aquilotti: abbiamo intervistato proprio l’eroe di quella domenica novembrina, facendo con lui un excursus tra passato, presente e futuro.

Federico, sabato 12 marzo al Picco si gioca Spezia-Cagliari e la mente va in automatico al 15 novembre 2015, il Melchiorri-day. Due gol e un’autorete provocata, con tutto il tuo repertorio in mostra: missile col mancino, colpo di testa su angolo e destro incrociato con deviazione. Che ricordi hai di quella partita?
“Ottimi ricordi, fu una partita giocata molto bene e con un risultato che ci permise di continuare il cammino per la vittoria di quel campionato verso la promozione. Va detto che non mi fu concessa la tripletta perché il terzo gol non era un tiro ma un passaggio verso Giannetti, che in quel periodo non riusciva a sbloccarsi: gli passai la palla per fargli far gol, ma la buttò in porta il difensore. A quel punto avrei tirato direttamente in porta io (risata, ndr)”.

Per te lo Spezia significa anche un momento negativo, ovvero la rottura del crociato alla vigilia del match di ritorno (aprile 2016). Avresti mai pensato in quel momento che la tua carriera sarebbe cambiata?
“No, in quel momento non ho pensato troppo in negativo: avevo tantissima voglia di tornare al più presto in campo ed effettivamente è stato così, quell’infortunio non mi ha bloccato più di tanto. È stata la seconda rottura del crociato che ha rovinato tutto (dicembre 2016, ndr)”.

Sono passati sei anni da quella stagione con la maglia del Cagliari e sono rimasti in pochissimi di quel gruppo che si formò nel luglio 2015 a partire dal ritiro di Aritzo: Cragno, Joao Pedro, Ceppitelli, Deiola. Quali furono i segreti vincenti, in campo e fuori, di quella rosa che poi vinse la Serie B?
“Beh, le qualità sul campo dell’intera rosa erano indiscutibili. La squadra era stata costruita ottimamente, con l’obiettivo di vincere il campionato come è poi avvenuto. In queste situazioni è fondamentale che tutto giri nel modo giusto, a cominciare dallo spogliatoio: quell’anno ci fu un gruppo eccezionale, fatto di ragazzi volenterosi e grandi lavoratori. Nessuna prima donna che mal digeriva una panchina, o l’essere messo in discussione. Tutti si allenavano al massimo per conquistarsi il posto in una squadra forte e con grande concorrenza, questo è stato il fattore decisivo”.

L'esultanza di Federico Melchiorri
L’esultanza di Federico Melchiorri

I gol in Serie A con la maglia rossoblù contro Sampdoria e Inter restano impressi nella memoria dei tifosi. In quei mesi in un’intervista con il canale della Lega di Serie A dicesti “Il Cagliari è una squadra unica in Italia, con una tifoseria che non si trova facilmente”. A distanza di 5 anni e dopo tutto quello che è successo il pensiero è cambiato?
“Ovviamente no: Cagliari è una realtà singolare perché rappresenta un’intera isola, con una gran tifoseria sia a livello numerico che di mentalità. Anche nei momenti meno brillanti di quelle annate i tifosi ci furono accanto sostenendoci fino alla fine. Sì, dunque: sono ancora convinto che Cagliari sia una piazza eccezionale”.

Gli infortuni hanno deciso la tua carriera a Cagliari, soprattutto il secondo: cosa non funzionò con il club, tanto da spingerti ad andare a Carpi prima e Perugia poi?
“Ci sono stati tanti fattori. Io arrivai al ritiro (per la stagione 2017-18, ndr) purtroppo non nelle migliori condizioni, perché per il pieno recupero dall’infortunio ci vollero molti mesi e una squadra ambiziosa come il Cagliari non è detto che voglia aspettare chissà quanto tempo. Poi si aggiunse qualche malinteso, come la possibilità del passaggio all’Olbia: non volli scendere di due categorie, per quanto in prestito. Non volevo andare via da Cagliari, ma provare a rigiocarmi il posto in Serie A. Si crearono alcuni malumori e alla fine le nostre strade si separarono”.

Non so se tu sia un appassionato di numeri, ma c’è un dato che torna spesso nella tua carriera: un buon numero di gol, ma soprattutto un numero altissimo di assist (a Pescara 14 gol e 10 assist, a Cagliari 8/9, a Perugia in C 8/6). Statistiche non comuni per un centravanti: c’è un Melchiorri nel calcio di oggi? Suggerisco Morata…
“Non faccio molti paragoni, un centravanti alla Melchiorri non so se ci sia. So solo che queste cifre sono il frutto degli insegnamenti che fortunatamente ho ricevuto: a calcio si gioca in undici, l’importante è che la squadra vinca perché poi ne beneficiano tutti. Se un compagno è in posizione migliore e segnare più facilmente, l’importante è segnare. Ho visto nella mia carriera che essere generosi porta benefici, perché la volta successiva il compagno cui hai fatto un assist ti renderà il favore”.

Federico Melchiorri esulta in Spezia-Cagliari 0-3 del novembre 2015 | Foto CagliariCalcio.com
Federico Melchiorri esulta in Spezia-Cagliari 0-3 del novembre 2015 | Foto CagliariCalcio.com

Da attaccante e da ex compagno, ti chiedo un commento sulla stagione di Joao Pedro: ieri ha compiuto 30 anni e nel 2022 ha segnato un solo gol, ma è fondamentale per il gioco di Mazzarri: hai un consiglio per lui, visto che anche il tuo gioco ha sempre mixato qualità e sacrificio?
“Joao è migliorato tantissimo, davvero in maniera incredibile. È diventato un grandissimo giocatore e si merita la Nazionale. Non posso dargli troppi consigli (risata, ndr), è un giocatore eccezionale. Nel 2022 sta segnando di meno, ma ci può stare un periodo così per rifiatare dopo un girone d’andata a livelli altissimi. Dico ai tifosi rossoblù di avere pazienza: è un momento che passerà, sono certo che tornerà prestissimo a segnare come nella prima parte del campionato”.

Passiamo alla Spal: finora hai segnato 4 gol in stagione (uno più bello dell’altro), in un attacco formato dal giusto mix di gioventù ed esperienza. Cosa può dare Melchiorri alla causa biancazzurra da qui a fine stagione?
“L’obiettivo è salvarsi nel modo più tranquillo e il prima possibile, dobbiamo solo allenarci bene come abbiamo fatto finora, cercando di migliorare giorno dopo giorno. Continuo a dare quel che ho sempre dato: disponibilità, professionalità, qualche consiglio ai compagni più giovani. Tutto per raggiungere il nostro obiettivo quanto prima”.

Restando alla Serie B, ti aspettavi un campionato con i flop di Parma e Crotone, con Pisa e Cremonese “on fire” e lanciate verso la A?
“La mia esperienza dice che non ci si può mai aspettare nulla dalla Serie B. È un campionato che ogni hanno regala grandi sorprese, sia in positivo che negativo e anche questa stagione non fa eccezione. Parma e Crotone hanno incontrato difficoltà più o meno grandi, per quanto riguarda la Cremonese è da tempo nelle zone alte della classifica e quest’anno stanno andando molto bene. Il Pisa, invece, è l’outsider che a inizio stagione non era così accreditata, ma lo si è visto anche in passato con Carpi, Frosinone e Benevento, giusto per fare alcuni esempi. I nerazzurri stanno facendo molto bene, vedremo se continueranno fino alla fine”.

Tornando al Cagliari e alla sua stagione: ti aspettavi una rimonta così vibrante nel nuovo anno, dopo un girone d’andata da incubo?
“Sì, perché il Cagliari ha una squadra che non può assolutamente stare in una posizione di classifica così bassa. Ero sicuro che sarebbe riuscito a rialzarsi dopo aver ingranato, ora sta facendo punti e sicuramente raggiungerà la zona più tranquilla della classifica”.

Sabato si gioca Spezia-Cagliari: che partita sarà, secondo te? E soprattutto, da centravanti: Pereiro o Pavoletti in attacco con Joao Pedro?
“È uno scontro diretto, sia i padroni di casa che i rossoblù hanno bisogno di punti per tirarsi fuori da quella zona. Lo Spezia sta facendo un buon campionato, sarà una partita combattuta ma mi auguro, ovviamente, che vinca il Cagliari. Sulla spalla di Joao Pedro, da centravanti dico: chi gioca gioca, non posso mettere bocca sulla formazione ma Pavo è un mio amico, quindi… (risata, ndr). Mi auguro che faccia bene e che segni”.

Chiusura sul futuro e sulla Sardegna: c’è la volontà da parte tua di tornare nell’Isola, magari tra qualche anno, e vestire la maglia di qualche club sardo oppure è un capitolo del passato, che conservi bello così com’è?
“Al momento non ho nessun progetto, sto pensando soltanto a continuare questa stagione nel miglior modo possibile e a raggiungere quanto prima la salvezza, poi si vedrà. Il futuro non ci è dato saperlo, non posso dare nulla di certo né escludere niente”.


Francesco Aresu

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