In 15 mesi è difficile lasciare un’eredità pesante come quella di Gianmarco Pozzecco. A Sassari ora è tempo di bilanci.
Tutto finisce. Sì, ma perché? – Tutto finisce, anche se dispiace che ciò accada così. Con uno strappo, una rottura che forse ha anche dei motivi che vanno oltre il basket. Gianmarco Pozzecco dopo neanche un anno e mezzo sarebbe in procinto di lasciare la guida tecnica della Dinamo Sassari. Ufficiosamente, riporta la Gazzetta dello Sport, a causa dei dissidi provocati dalla partenza inattesa di Dwayne Evans – inizialmente confermato per la prossima stagione, ma ora diretto verso il Giappone nella stessa squadra di Jack Cooley – e dal mancato arrivo di Vasa Pusica, il playmaker serbo fortemente voluto dal Poz e da lui già annunciato nel corso di un’intervista al Corriere dello Sport. Motivazioni francamente un po’ debolucce, anche se certamente comprensibili se indicate come potenziali cause di un attrito con la proprietà. Già, un attrito, non una frattura insanabile. Vien da pensare che la questione parta da più lontano e che l’affaire Pusica sia solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Le fonti della Gazzetta dello Sport riferiscono che da giorni il presidente del Banco, Stefano Sardara, starebbe valutando le proposte di vari agenti che hanno offerto i servigi dei loro assistiti: si parla di allenatori, però, e non di giocatori. Un fatto che, se confermato, consoliderebbe le indiscrezioni secondo cui qualcosa fra i due si sarebbe rotto da un po’. In una recente diretta social, Poz ha dichiarato che come se ne andò via da Varese, un giorno “avrebbe preso il traghetto” e sarebbe andato via anche da Sassari: quel momento sembra essere arrivato.
Cosa resta del Poz – Dopo 15 mesi trascorsi a Sassari Pozzecco lascia in dote due trofei – la FIBA Europe Cup del 2019 e la Supercoppa italiana 2019/20 –, corredati da un gioco divertente e uno splendido legame formatosi in poco tempo con l’ambiente. Dopo un paio di stagioni non certo indimenticabili, l’arrivo del Poz a febbraio del 2019 sembrava aver riacceso lo spirito del tifo sassarese, rimasto deluso dalla traumatica uscita di scena di Meo Sacchetti, il coach dello Scudetto. Quest’episodio è stato un momento di rottura nel rapporto fra la tifoseria e la società che si è ricomposto solo dopo l’arrivo dell’ex playmaker varesino, capace con le sue intemperanze e la sua impulsività di convogliare su di sé l’attenzione del pubblico. Il record di vittorie consecutive, la cavalcata travolgente nei playoff della stagione 2018/19 conclusa senza l’acuto finale in una Gara 7 contro Venezia persa nel “forno” del Taliercio, l’impresa europea e la rivincita della Supercoppa: in 15 mesi Poz ha dato tanto alla Dinamo, e tutto l’ambiente sassarese gliel’ha giustamente tributato.
E ora che si fa? – Sia chiaro: a Sassari si potrà giocare a basket anche senza Gianmarco Pozzecco. Inutile dire, però, che un progetto tecnico quando perde la sua guida rischia di frantumarsi. Il vantaggio per la società è che la stagione di Serie A, interrotta a causa della pandemia, non inizierà prima dell’ultimo weekend di agosto, quando è prevista la Supercoppa. Tanti i nomi che circolano già sui media, da Maurizio Buscaglia a Jasmin Repesa, ma quel che conta al momento per la società è comprendere quale potrebbe essere la figura in grado di proseguire il progetto tecnico già avviato. Perché ci voleva il coraggio di uno come il Poz per affidare il ruolo di playmaker titolare di una squadra con ambizioni da playoff a Marco Spissu: il prodotto sassarese ha risposto alla grande a quest’attribuzione di fiducia, disputando un’ottima stagione. Sarebbe, quindi, un peccato sprecare la crescita di “Minispi” e riportarlo a un ruolo di riserva. Inoltre per uno come Pozzecco parla il suo “cognome”: è stato un giocatore seguito e adorato da tanti ragazzini che oggi sono giocatori professionisti di basket, un aspetto da non sottovalutare in sede di mercato.
Lello Stelletti