Classe 2000 da Villaspeciosa, Michele Podda è l’astro nascente del Calcio a 5 sardo. In forza al club piemontese L84 di Volpiano che milita in Serie A2, ha ottenuto la sua prima convocazione nella nazionale italiana allenata dal CT Massimiliano Bellarte per il prossimo raduno di Coverciano in vista delle gare di qualificazione agli Europei del 2022. In attesa del possibile esordio contro la Finlandia il 5 marzo a Vantaa e contro il Belgio il 9 marzo a Prato, abbiamo intervistato in esclusiva Michele Podda ripercorrendo un po’ del suo passato e non solo.
Che tipo di giocatore è Michele Podda? Sono un giocatore abbastanza offensivo, ma allo stesso tempo penso di essere anche un giocatore ordinato. Devo sicuramente ancora migliorare tanto, soprattutto dal punto di vista difensivo.
Hai iniziato con il Calcio a 11 per poi passare a quello a 5 o sei uno specialista di quest’ultimo? Ho iniziato col calcio a 11 nella squadra del mio paese, poi un anno ho avuto la possibilità di fare entrambi gli sport e sono stato subito selezionato nella rappresentativa regionale di calcio a 5. Da quel momento ho deciso di intraprendere solo quella strada e probabilmente vista questa convocazione è stata la scelta giusta.
Chi è stato il tuo riferimento nel Calcio a 5 sardo? Ho sempre preso tante persone come modelli da cui imparare, ma se dovessi sceglierne tre direi Perdighe, Tidu e Nurchi. Da Fabio (Perdighe) ho imparato cosa vuol dire essere un leader dentro lo spogliatoio e ho cercato il più possibile di rubare con gli occhi le sue scelte difensive. Tidu è stato il mio riferimento per eccellenza e probabilmente lo è tuttora, siamo molto legati e anche lui stava facendo un bel percorso tra campionati nazionali e Nazionali giovanili, quindi ho cercato di imparare il più possibile da lui, anche dal tipo di persona che è fuori dal campo. Nurchi è quello a cui mi sono dovuto ispirare vivendolo più da lontano. È stato uno dei pochissimi sardi che ha scelto di provare un’esperienza fuori dall’isola e lo ha fatto alla Luparense, la squadra migliore in Italia in quel periodo, quindi gli va dato grande merito per questo. Inoltre dei tre è l’unico mancino come me quindi ho cercato di apprendere il più possibile il suo stile di gioco.
Non sono tanti i sardi che sono stati convocati nella nazionale maggiore italiana, come ti senti a rappresentare l’isola con la maglia azzurra? Mi sento ancora più onorato, già di per se indossare la maglia azzurra è un onore gigantesco, essere poi uno dei pochi della mia regione mi riempie ancora di più d’orgoglio.
Quanto è stato importante lasciare la Sardegna per la tua crescita? Sicuramente è stato molto importante perché mi ha permesso di crescere ulteriormente, tutti i cambiamenti secondo me portano a dei miglioramenti a prescindere dall’esperienza in sé. Allo stesso tempo anche l’isola è stata fondamentale per la mia crescita perché lì ho mosso i primi passi e sono maturato, qui a Torino ho semplicemente fatto dei passi ulteriori che si sono rivelati molto importanti.
C’è qualcuno in particolare che è stato importante nella tua carriera nel Calcio a 5? Sicuramente sono stati importanti i tre che ho citato prima, ma a pari merito con degli allenatori fondamentali per la mia crescita, ovvero Petruso e Tarantino. Petruso ha sempre creduto in me, a partire dalla rappresentativa sarda fino alla Serie A2; Tarantino è stato fondamentale nel mio percorso di crescita con la Nazionale Under 19.
Qual è il giocatore di Calcio a 5 a cui ti ispiri? Merlim è un giocatore offensivamente fortissimo, per me ha uno dei migliori al mondo nell’uno contro uno e allo stesso tempo è molto ordinato. La cosa incredibile è che grazie a quest’opportunità avrò la possibilità di allenarmi con lui per più giorni e vederlo giocare dal vivo.
Pensi un domani di poter tornare in Sardegna per aiutare la crescita del movimento del Calcio a 5? Non so se tornerò in Sardegna nei prossimi anni, è difficile programmare ora questa cosa, però vorrei aiutare il movimento a crescere, quello sardo come quello italiano in generale. Il Calcio a 5 merita più visibilità e tutti dobbiamo cercare di contribuire per questa causa. Sicuramente in Sardegna posso influenzare magari di più qualche giovane per avvicinarsi a questo sport.
C’è un giovane giocatore sardo che per te ha la possibilità di raggiungere la nazionale come hai fatto tu? Ci sono tanti giovani sardi promettenti che possono avvicinarsi sicuramente alle Nazionali giovanili, tanti tra i miei ex compagni nell’Under19 della Leonardo avevano veramente tanto potenziale. Per la Nazionale maggiore non so dirtelo perché essendo per me la prima esperienza non so se io stesso sono al livello. Arrivare in Nazionale A è la fine di una prima parte del percorso e si può capire solo durante il processo delle nazionali giovanili se un giovane avrà delle possibilità per arrivarci. Ripeto, per me ci sono tanti giovani che potrebbero meritare una convocazione in Nazionale Under 19, se questa convocazione arriverà poi dovranno sfruttare a meglio il loro potenziale perché hanno tutte le carte in regola per riuscirci.
Matteo Zizola