Sono giorni difficili per tutti, anche per gli sportivi: il ciclista Orlando Pitzanti si trova lontano dalla sua Sardegna, senza tra l’altro potersi allenare in strada.
Il sestese della D’Amico-UM Tools durante l’appuntamento quotidiano sulla nostra pagina Facebook “Aperitivo (virtuale) con Centotrentuno” ci ha raccontato del suo periodo al rientro dalla trasferta in Croazia: “Ora mi trovo in Liguria, in un appartamento da solo e la mia giornata la passo sui rulli e sullo studio per l’università. Nonostante il decreto permetterebbe ai ciclisti professionisti di allenarsi all’aperto, il nostro team preferisce non far uscire in strada i suoi atleti; quindi un po’ di paura in questo momento c’è“. Il sestese è reduce da una bella prova in appoggio ai suoi capitani in una corsa in linea: “Saremmo dovuti rimanere fino a domenica per disputare l’Istrian Trophy, ma la squadra ha deciso di rientrare prima per la situazione di cui tutti sappiamo e poi alla fine la corsa è stata anche annullata: domenica scorsa ho disputato il Porec Trophy, una gara non tanto adatta a me per via delle sue caratteristiche. Per gran parte della gara, visto che non correvo da molto, ho sofferto poi però alla lunga sono uscito fuori e nel finale ho aiutato i miei compagni per disputare la volata (Nicolas Nesi si è piazzato 18° ndr)”.
La situazione di completa incertezza regna anche nel mondo dello sport: “Ora il calendario propone una sosta forzata e noi ciclisti siamo tutti nella stessa barca: mi ritengo però fortunato perché per le mie caratteristiche le gare adatte a me sono più in là nella stagione quindi non ho avuto bisogno di partire a cento all’ora a differenza di altri. Poi non essendo nemmeno all’ultimo anno della categoria Under 23, fortunatamente non ho la necessità e l’impellenza di andare a cercare risultati in breve tempo per andare alla caccia di un contratto”. Sulla situazione attuale, con la Parigi-Nizza ancora in corso nonostante il blocco a quasi tutte le gare europee, Pitzanti commenta: “Sin dalla prima tappa ci sono stati sentimenti contrastanti: c’era un po’ di rabbia e frustrazione vedere altri correre, ma allo stesso tempo è anche positivo vedere le vittorie italiane di Nizzolo e Bonifazio, nonché le prestazioni di Nibali in questo periodo”.