Un pezzo di storia da condividere con la Giudicessa d’Arborea, una lettera di fantasia della nostra Silvia Cauli.
Cara Eleonora,
oggi a Oristano si ascolta un silenzio assordante.
Nessun suono proveniente da tamburini e trombettieri che accompagna il passo dei cavalieri, nessun nitrito dei cavalli, nessun campanellino che fa da collante a diverse bardature. Nessuna invasione di colori e profumi di Sartiglia.
Ti avrà raccontato Efisio, che a maggio, successe lo stesso per lui, siamo arrivati a febbraio 2021 speranzosi che tu fossi più fortunata.
Lo scorso anno, ti scrissi per raccontarti l’aria che si respirava a pochi giorni, poche ore dall’inizio de Sa Sartiglia, raccontandoti cosa significa per un oristanese.
Oggi, 15 febbraio 2021, ti scrivo per invitarti a festeggiare con me, in un modo diverso questa edizione.
Tu, che sei sempre stata investita da animo moderno, tu che sei sempre riuscita a vedere oltre quello che potessero vedere gli altri, sono certa che accetterai il mio invito e sarai in grado di coglierne l’essenza e la parte più intima di una tradizione che per me, – e per tanti -, è un pezzo, una parte integrante della mia persona.
Tu, che hai vissuto la tua epoca facendo di tutto quello che accadeva, la strada per aprire uno scrigno che si potesse disigillare solo dalla chiave moderna, che solo tu sei riuscita a costruire.
Sei abituata alle maschere, in realtà la maschera che nasconde il volto dei cavalieri, quella maschera di origini antichissime che trasfigura il volto de Su Componidori per tutta la giornata, nascondendo le sue emozioni.
Bene, quest’anno dovrai indossare un’altra mascherina per venire a trovarmi e per andare dove a breve ti indicherò.
Ho sempre ammirato i tuoi abiti, la tua eleganza nell’indossarli, del tuo portamento a cavallo.
I miei compagni di classe, mi chiedevano se non mi annoiassi ad andare in biblioteca e leggere libri che raccontassero di te, assolutamente no, ne ero così orgogliosa.
Lo so, adesso starai pensando:”beh, ma ora ho molti followers sui social e non solo i libri di storia parlano di me, ma anche le copertine dei giornali”, ci tengo a dirti che quest’anno, non potrai fare nessun selfie a cavallo sotto la tua statua, nella piazza che porta il tuo nome, di fronte al Comune.
Per questo motivo, passami a prendere, decidi tu se in scooter o in macchina, -forse meglio macchina, in scooter sei troppo spericolata-, siamo in zona gialla, per cui si può.
Già immagino che indosserai le all star rosse e bianche, con i jeans un po’ strappati e il maglioncino corto con sotto una canottiera abbinata alle scarpe. Ti avviso che ci sarà il maestrale, quindi non indossare, – come tuo solito-, solo un cardigan, ma porta con te un giubbotto più pesante.
Andremo a San Giovanni di Sinis, a Tharros, parcheggeremo vicino alla chiesetta, così raggiungeremo la scogliera a piedi, tranquilla amica di merende, penserò io a portare il cibo e qualcosa da bere.
Mentre il vento impetuoso sbatterà sui nostri visi, i capelli che tu avrai con cura piastrato, si arrufferanno, e se in un primo momento borbotterai cercando di legarli, poi come me, te ne infischierai, li lascerai liberi. Tu almeno avrai messo il cappellino di lana, io avrò pensato che la crocchia potesse reggere, sono la solita ottimista.
Eccoci Eleonora, quando saremo quasi arrivate, inizieremo ad ammirare il nostro mare diviso a metà, da una parte il mare morto e dall’altra parte il mare vivo.
Ti fermerai un attimo e mi guarderai, vedrò la tua commozione, avrai mille ricordi, mille pensieri e non capirai ancora cosa avrò intenzione di fare.
Staremo qualche minuto in silenzio, proverai a chiudere gli occhi e quel silenzio della città inizierà a trasformarsi in un sottofondo di tamburi e trombe, nonostante il rumore del mare agitato e il sibilo del vento che non accennerà a calmarsi.
Bene, senza aver creato affollamento o la calca abituale di questa giornata, potrai togliere la mascherina abbinata alla tua borsa, sei sempre così fashion amica mia!
Mi chiederai incuriosita cosa ci sarà dentro ai sacchetti. Troverai qualche rosetta, coccarde colorate e cucite a mano con amore; una mini Pippia de maju; una stella; una spada e su Stoccu. Nell’altro sacchetto, due bicchierini e una bottiglia di Vernaccia, il tuo viso inizierà a sorridere, i bicchieri saranno pieni, li porteremo in alto e con orgoglio dirai:”e pò su Componidori, e pò su Presidenti (operaiu majore), po’ tottu sa popolazioni de Aristanis e de Sardigna”.
Lo so, non ti aspettavi tutto questo, ma voglio regalarti una Sartiglia alternativa.
Hai ragione, il web è pieno di foto tue, foto scattate dai turisti, foto scattate da fotografi professionisti eccellenti. Foto che ti ritraggono con l’indice della tua mano destra indicare verso il cielo, quell’immenso tappeto di nuvole che diventa strada quando ci sentiamo smarriti, dove tu ci indichi il sole. Ma anche quando cala la notte, ci indichi la luna, che a te ha aiutato a calcolare i cicli e i rinnovi costanti di tempi difficili e ricchi di cambiamenti.
Come da tradizione, le stelle colte dai cavalieri, sono di buon auspicio per una annata di buon raccolto per i contadini, e di lavoro proficuo per i falegnami. In realtà, lo è per tutti i settori, per tutti i lavoratori. Non sai quanto in questo momento, ci sia difficoltà e ci sarebbe bisogno di quell’augurio.
Un simbolo di prosperità e semplicità che ci accompagna da tempo, questo anno dovrai essere tu a prendere in mano sa Pippia de Maju, essere tu a darci la forza per fare cogliere a tutti noi, quella stella ricca di significati, ricca di speranza, non solo colma di tradizione ma anche di qualcosa di così profondo per la propria identità, che senza, sembra di essere nudi.
Porterò anche le zippole, in quel momento avremo tutto, così potremo guardare in streaming, immagini di repertorio e le edizioni passate de Sa Sartiglia, tanto tu hai i giga illimitati e hai un cellulare di ultima generazione.
Aspetteremo il 27 febbraio 2022 per poter assistere alla giostra equestre più conosciuta in tutta il mondo. Delle lacrime di commozione scendono sul tuo volto, come quello di chi, la Sartiglia la vive come protagonista, chi da parente o amico dei partecipanti, chi da spettatore, chi come me è cresciuta in aria di Sartiglia, figlia di ex cavaliere, cresciuta con la passione per i cavalli e orgogliosa delle tradizioni.
Quando cala la notte, tu ci indichi la luna, quando tutto sembra essere così difficile, basta ammirarla, a noi basta sapere che abbiamo te, Eleonora. Guidaci tu, a trovare la giusta via per combattere e non farci sopraffare dallo sconforto, trasmettici la tua forza, il tuo non esserti mai arresa, il tuo essere donna empatica e intelligente. Il tuo essere innovativa in un tempo in cui, nessuno percepiva il tuo potenziale, il tuo aver già visto un disegno per quel futuro che poi è stato.
Ora brindiamo insieme e sicuramente, mai come questo anno, gridiamo: “Attrus annus mellus”.
Silvia Cauli