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Giorgio Altare | Foto Sandro Giordano

Olbia, un inizio amaro solo nel risultato

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Era dalla stagione 2016-2017, la prima del ritorno nella terza serie nazionale, che l’Olbia – allora allenata da Michele Mignani – non perdeva la prima di campionato.  Nei successivi 4 anni solo vittorie all’esordio: con il Pisa per 1-0 (2017/2018), con l’Albissola 2-3 (2018/2019) e con il Siena 1-2 (2019/2020).
Per mister Canzi un inizio amaro ma solo nel risultato.

Togliendo di mezzo i peccati di giovinezza – ieri l’età media degli undici titolari era di 27 anni – possiamo dire che un mese di tempo non è bastato per vedere in campo l’Olbia fatta e finita che ha in testa il tecnico milanese, sia per le assenze pesanti, sia perché ci sono nuovi meccanismi da assimilare.
Per analizzare la sconfitta dobbiamo anche guardare a chi non c’era. In mezzo al campo si è sentita l’assenza di Giandonato, tra i migliori la scorsa stagione, che avrebbe sicuramente illuminato un centrocampo apparso un po’ spento in alcune fasi del gioco e con la novità assoluta di Marigosu, all’esordio in C, dietro i terminali d’attacco, Cocco e Gagliano. Proprio quello avanzato è sembrato il reparto con più difficoltà contro il Pontedera. Ma anche qui aspettiamo un po’ di amalgama in più e tutte le rotazioni che ha in mente Canzi, compreso vedere all’opera il talentuoso Udoh.

Tra le note positive della prima sfida stagionale può essere inserita la difesa, grande conferma anche dopo quanto visto durante l’amichevole contro il Cagliari ad Aritzo.  Altare in grande spolvero, anche quando si caricava la squadra sulle spalle e provava a scardinare le fitte trame dei toscani; Pisano solita certezza per i bianchi, a prescindere dagli anni, a prescindere dagli allenatori; Emerson, che ieri non ha timbrato il cartellino con il suo marchio di fabbrica dalla distanza, ha impressionato – una volta di più – per mestiere, serenità, precisione e pulizia delle giocate. Praticamente impeccabile.

Tra i migliori vanno annoverati anche Arboleda e Doratiotto, che si sono distinti per grande spinta sulle fasce e attenzione nel risalire per aiutare in copertura.
Nella prima gara della stagione, però, una cosa è apparsa chiara e in netto contrasto con le precedenti stagioni e gestioni: cambiare modulo a partita in corso non è più blasfemia! Lo aveva anticipato il numero uno olbiese durante il precampionato, Canzi non ha dogmi quando si tratta di moduli.
Contro il Pontedera la squadra ha cambiato volto passando dal 3-4-1-2 al 4-2-4 dopo il gol di Catanese. Marigosu e Doratiotto avanzati nella linea degli attaccanti hanno provato a dare quella spinta in più utile a riacciuffare gli avversari. Le occasioni sono arrivate ma il Pontedera, d’esperienza, ha spazzato via ogni speranza di un’Olbia che avrebbe meritato un pari.

Non c’è tempo di recriminare, il prossimo step è l’Alessandria, bestia nero-grigia dei bianchi che non hanno mai vinto contro i piemontesi da quando sono tornati in C.  Ma si sa, le statistiche sono fatte anche per essere ribaltate.

Roberta Marongiu 

TAG:  Serie C
 
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