I nostri giudizi sull’Olbia di Marco Gaburro dopo la sfida del Mariani-Pavone persa 1-0 contro il Pineto.
Rinaldi 6 – L’inizio della gara è choc per l’Olbia e dopo appena 7 minuti deve soccombere per via di una deviazione alquanto sfortunata e goffa di Bianchimano sul traversone di Volpicelli, l’uomo da temere maggiormente in casa Pineto. Al 22′ evita che l’operazione rimonta diventi una montagna insormontabile da scalare, dimostrando per l’ennesima volta perché è lui il titolare dei pali della porta gallurese con un’uscita perfetta per tempismo e stile sull’inserimento centrale di Baggi. Nel secondo tempo fa più da spettatore che altro ma ciò non rovina l’ennesima sua luce di una stagione che a livello di squadra è sotto il livello del mare.
Arboleda 5 – Fa quello che può in fase difensiva cercando di mettere apposto i cocci dell’ennesima giornata no dell’Olbia in gare lontano dal Nespoli. In fase offensiva, il suo apporto si limita a pochissime discese scontate che vengono lette con facilità dagli avversari.
Bellodi 5,5 – Uno dei pochi superstiti a tenere ancora a galla la devastata nave chiamata Olbia. Attento al giusto in copertura e tra i pochissimi a rendersi pericolosi in avanti con un colpo di testa che per poco non gli regalava il suo secondo gol in campionato dopo quello alla Vis Pesaro. Per l’ex Milan sarebbe la gara da perfetta sufficienza ma l’ammonizione presa a inizio ripresa macchia quanto di buono fatto oggi. E questo gli costerà un turno di stop in vista della sfida contro il Gubbio.
Motolese 6 – Non è una notizia il fatto che la sua presenza dia maggiore sostanza ed equilibrio al reparto. Gara nel complesso pulita e con pochissime sbavature per l’ex Bologna, il quale però sarà chiamato a prendere le redini del reparto in vista del match contro il Gubbio vista la squalifica del suo dirimpettaio Bellodi.
Mordini 4 – Aveva sicuramente l’esame più difficile della sfida del Mariani-Pavone, ovvero quella di tenere a bada un avversario ostico e molto pericoloso come Volpicelli. Compito arduo ma attese decisamente fallite per il numero 7 di Gaburro che spesso e volentieri ha subito le folate offensive del suo competitor sulla corsia. In fase offensiva si fa vedere quasi mai se non per un’estemporanea con annessa palla intelligente per Bianchimano, che prontamente la getta alle ortiche. Nella ripresa, riparte la sofferenza nel duello con un Volpicelli indemoniato e l’esito è sempre quello del game over.
Dessena 5 – Impalpabile, poco presente e persino confusionario. I suoi inserimenti, caratteristica che l’hanno fatto conoscere al calcio che conta, mancano come il pane. Si limita a lavorare in mezzo al campo per fare il classico lavoro di legna, ma non sempre risulta essere efficace, al punto da cercare in alcune circostanze dei preziosismi che in un momento come questo all’Olbia non servono affatto.
Mameli 4,5 – Biancu manca per squalifica e Gaburro gli dà una chance che più ghiotta non si può, dandogli le chiavi del centrocampo dopo che era rimasto per un mese intero ai box per infortunio. L’unico problema, per usare un eufemismo, che la sua partita è stata solo un’autentica sofferenza. Di quei pochi palloni che gravitano dalle sue parti, la maggior parte è preda degli avversari. (dal 66′ Catania 5: l’utilizzo e la posizione in campo dell’ex Novara sono stati oggetto di dibattito nella conferenza di vigilia di mister Gaburro. Mandato in campo per tentare gli assalti alla ricerca del pari, si fa vedere solo con il cross per Nanni al 72′. Troppo poco per essere incisivo nella difficile risalita salvezza dei bianchi).
Schiavone 5 – L’esperienza a questi livelli non sempre può salvare la giornata. Soffre e non poco la tenacia degli interni del Pineto e nelle poche volte che si fa vedere lo fa con qualche cross da fermo che non trovano compagni bensì le maglie biancazzurre del Pineto. A preoccupare, però, non è soltanto la sua prestazione al di sotto delle attese ma è anche il problema muscolare che gli impedisce di continuare la sua partita a cavallo dell’ora di gioco (dal 55′ La Rosa 6: uno dei pochi a tentare di suonare la carica e a dare un minimo di cazzimma al centrocampo gallurese).
Cavuoti 5,5 – Nel primo tempo, tra i tre giocatori schierati da mister Gaburro in fase offensiva, è quello che prova quantomeno a creare qualcosa, con alcuni spunti interessanti e un tiro di sinistro che termina direttamente sul fondo. Nella ripresa, quei pochi sprazzi di luce che aveva fornito nella prima parte di gara rimangono tali, anche perché il suo lavoro si limita solamente alla copertura e non all’inventiva.
Ragatzu 5 – Continua il dialogo introspettivo tra il Ragatzu musica e magia e il Ragatzu spento e quasi vittima del suo stesso estro di questa stagione. Sembra troppo brutto per essere vero e invece è pura realtà. Se il dies spegne la luce, si spegne pure quel poco di inventiva della manovra dell’Olbia e così le speranze di fare punti e risultato si riducono al lumicino. Gaburro continua a spronarlo a parole e a scrollarsi di dosso l’etichetta di leader guidato da un solo concetto ovvero quello ‘adesso la decido io e metto tutto apposto’. Tuttavia è evidente che per risvegliare l’estro dell’ex Cagliari ci voglia molto più che un semplice spostamento più vicino alla porta avversaria.
Bianchimano 4 – Pronti via e la Dea sfortuna si impossessa di lui, con la deviazione che rende già in salita una gara già di per sé complicata come quella contro il Pineto. La sua mancanza di comunicazione con Rinaldi fa il resto e Volpicelli, che quel pallone l’aveva messo in mezzo alla ricerca di un compagno, ringrazia. Se l’autogol è stato figlio della sfortuna, il suo apporto offensivo è un qualcosa non di certo da far vedere alle scuole calcio. Solo una chance sprecata con un destraccio che è degno regalo ai cartelloni pubblicitari. La ripresa è una fotocopia del primo tempo, a conferma della sua giornata nera. La sua partita termina dopo poco più di un’ora (dal 66′ Nanni 5: a fare meglio del Bianchimano visto oggi non ci voleva granché eppure il centravanti sammarinese si fa vedere solo con un tiro di destro respinto in angolo dalla difesa del Pineto. Per il resto qualche duello aereo ma pochissima incisività).
Allenatore Marco Gaburro 5 – Alla vigilia chiedeva continuità in termini di prestazioni e soprattutto di risultati, visto il mal di trasferta che non da oggi trafigge l’Olbia. Appello inascoltato e situazione che recita ancora un penultimo posto in classifica che fa sempre più paura e che sa di incubo D ma soprattutto un momento monstre alla voce partite esterne, con i punti che contano, quelli del breve periodo come direbbe il tecnico veronese, che mancano addirittura dallo scorso 26 novembre, ovvero dal match contro il Sestri Levante (2-2). Ora alle porte c’è il Gubbio e quindi la sfida dell’ora o mai più contro la Fermana. Urge una scossa nell’immediato volta a scacciare l’incubo retrocessione diretta.
Fabio Loi