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Filippo Fabbri durante Olbia-Cesena | Foto Sandro Giordano

Olbia | Le pagelle: Fabbri e Catania i migliori nel giorno dell’addio alla C

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I nostri giudizi sull’Olbia di Oberdan Biagioni dopo il match pareggiato 2-2 contro il Pontedera di Max Canzi, che ha certificato la matematica retrocessione dei galluresi in Serie D con un turno d’anticipo nel 37° turno del girone B di Lega Pro.

Van der Want 5,5 – Vista l’assenza per infortunio di Rinaldi, tocca ancora al classe ’95 olandese di passaporto sudafricano, alla terza da titolare consecutiva, difendere i pali della porta dell’Olbia del Biagioni ter. Dopo una ventina di minuti da spettatore non pagante, viene fulminato da Delpupo anche se la deviazione di un suo compagno di reparto non lo favorisce appieno nell’intervento. Sul gol del sorpasso del Pontedera al 43′ arriva però il suo primo vero errore della sua gara. Il 22 non esce rimanendo ancorato tra i pali della sua porta e Ambrosini lo beffa con una traiettoria al veleno che assomiglia tuttavia più ad un cross che ad un tiro. Nel secondo tempo, complice l’abbassamento dei ritmi da parte del Pontedera, non subisce tiri verso lo specchio ma qualche sua uscita fa venire più di qualche brivido a mister Biagioni.

Palomba 5 – Qualcuno dia una pastiglia per il mal di testa all’ex capitano del Cagliari Primavera. Doveva essere la gara del suo ritorno in campo dopo la squalifica ma la sua partita si trasforma nel peggiore degli incubi. Dopo un avvio relativamente tranquillo, uno degli avversari più temuti in sede di vigilia, ovvero l’argentino Delpupo, comincia ad accendersi e per il numero 17 gallurese arrivano i problemi più grossi. Sul gol dell’1-1 firmato proprio da Delpupo, viene mandato al bar con un dribbling in un fazzoletto di terreno. Poco dopo, rischia ancora sempre contro il numero 20 granata che per poco non segna una doppietta da applausi. Prova a rifarsi al 29′ su sviluppi d’angolo ma non trova la porta difesa da Vivoli. Nella ripresa il copione è pressoché identico a quello del primo tempo anche se non meno ansie. Esce a un quarto d’ora dalla fine per crampi (dal 76′ Scaringi 6: rinforza la retroguardia a tre dei galluresi senza dover per forza fare la voce grossa).

Bellodi 6 – Alla prima da capitano con la maglia dell’Olbia, proprio nel giorno del giudizio, gioca una partita semplice ma non per questo da non considerare. Davanti a lui c’è un tridente offensivo, come quello schierato dal Pontedera, che non gli dà la possibilità di avere un riferimento preciso, ma non corre grandi pericoli prima contro Peli (scelto come falso nueve) e poi su un Ganz non in giornata di grazia.

Fabbri 6,5 – Decisamente l’uomo che non ti aspetti. Schierato dal primo minuto a causa dell’infortunio occorso a Motolese nei giorni antecedenti la sfida, il numero 27 parte a spron battuto e dopo appena 5′ di primo tempo porta avanti l’Olbia, gelando letteralmente il Mannucci. Attento dietro e con diligenza senza strafare in fase di copertura e anche discretamente propositivo in attacco, il sammarinese ripaga la fiducia accordatagli da mister Biagioni seppur nel giorno della retrocessione dell’Olbia in Serie D dopo più di otto anni di militanza in terza divisione.

Arboleda 6 – Volontà, corsa e attenzione. Sono i tre vocaboli sui quali si è basata la prestazione del numero 23 dell’Olbia, che ha trovato il giusto equilibrio tra le due fasi senza peccare in disattenzioni fatali. A parte qualche errore di troppo in fase di traversone quando si è spinto in avanti, la prova del laterale di Biagioni merita la sufficienza.

Mameli 5 – Non entra mai veramente in partita ed è spesso fuori dal gioco. Qualche estemporanea qua e là per il numero 26 dell’Olbia, la cui partita termina poco oltre l’ora di gioco (dal 70′ Schiavone SV: appena il tempo di prendere il bentornato in campo ma per il resto non ha modo di esprimersi).

Zanchetta 5 – Il ritorno da titolare del figlio d’arte non corrisponde certamente alle attese. Fatica e non poco a dettare i tempi della manovra, complice anche il forcing del Pontedera specialmente nel finale di prima frazione. Ciò detto, il valore tecnico del giocatore non si discute ma nei campi di C ci vuole anche un pizzico di cattiveria in più.

Biancu 6 – Gara dai due volti per il centrocampista ex Cagliari. Se infatti nel primo tempo fatica a trovare la sua effettiva dimensione, nella ripresa cambia registro e aumenta, seppur non di molto, i giri del motore, entrando di più in partita e diventando il riferimento per la manovra del suo Olbia. In alcune occasioni, si rende pericoloso con il tiro dalla distanza ma senza inquadrare la porta.

Catania 6,5 – Senza ombra di dubbio la sua miglior partita da quando veste la maglia dell’Olbia. Nel primo tempo, dopo 5′ di gara, disegna una parabola pressoché perfetta per il gol di Fabbri che vale il momentaneo 0-1. Dopo l’ingresso di Dessena, viene spostato a sinistra e l’ex Novara comincia a creare qualche grattacapo importante alla difesa del Pontedera. Ma è nel secondo tempo che il numero 90 dei galluresi sale definitivamente in cattedra. Oltre al suo primo centro isolano, ottenuto dopo un’ottima triangolazione con Nanni, è tra i pochissimi – insieme allo stesso Nanni – a dare fosforo e brio al reparto avanzato dell’Olbia.

Ricceri 4,5 – Forse la scelta più discutibile di Biagioni nell’undici iniziale dell’Olbia complice le assenze per squalifica di Bianchimano e soprattutto di Ragatzu. La decisione di puntare sul classe ’05 invece che su un profilo più esperto è stato certamente azzardato. Sulla prestazione, il ragazzo paga l’emozione dell’esordio da pro e anche l’inesperienza, aspetto che in Serie C si paga e a caro prezzo se non si è pronti fin da subito (dal 36′ Dessena 6: Biagioni, per scelta tecnica, lo manda in campo al posto di un Ricceri in ombra. Aveva bisogno di uno dei suoi uomini d’esperienza il tecnico dell’Olbia per dare una scossa emotiva a un gruppo giovane ma ciò non è servito ad evitare la discesa nell’inferno del dilettantismo).

Scapin 5 – E ancora oggi l’ennesimo rimpianto. Il centravanti ex Cartigliano non sfrutta l’occasione ghiotta offertagli dal suo allenatore per trovare fiducia, consapevolezza e soprattutto il primo sigillo in maglia Olbia. Gioca solo un tempo e in quelle rare occasioni in cui riceve palla non dà per nulla la sensazione di essere pericoloso. (dal 46′ Nanni 6 – La domanda che sinceramente viene spontanea è come mai Biagioni non gli abbia dato una chance dal primo minuto, preferendo la strada dell’azzardo a quella dell’esperienza. Ci mette poco a far capire che oggi poteva essere l’occasione giusta confezionando l’assist per il 2-2 di Catania e tenendo botta con il fisico, il pezzo forte della casa, alle marcature dei centrali avversari).

Allenatore Oberdan Biagioni 6 – Il miracolo non è riuscito. Nel giorno in cui l’Olbia saluta la Serie C, al Mannucci i bianchi mostrano probabilmente la loro miglior versione sotto la sua gestione ter: attenti dietro e cinici quando c’è da contrattaccare. Purtroppo, però, il destino della sfida contro il Pontedera dell’ex Canzi non era totalmente nelle mani dell’Olbia, che si è svegliata troppo tardi e che ora è chiamata a riflettere sui progetti futuri in vista della prossima stagione.

Fabio Loi

TAG:  Olbia Serie C
 
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