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Riccardo Ladinetti | Foto Sandro Giordano

Olbia, Ladinetti: “Qui posso crescere tanto, Canzi ci ha dato un’identità”

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Venticinque le presenze (solo una la partita fin qui saltata, quella con la Pro Vercelli per squalifica) e due gol: un bottino niente male per Riccardo Ladinetti quello racimolato alla sua prima stagione tra i professionisti.

Dalla strana estate vissuta in prima squadra con il Cagliari (per lui anche l’esordio in Serie A con Zenga in panchina) il regista di Sanluri si è rimesso in gioco in Gallura con un ruolo centralissimo nello scacchiere di Max Canzi, già suo allenatore nella Primavera rossoblù la cui stagione venne interrotta sul più bello mentre occupava la seconda posizione in campionato. Abbiamo fatto una chiacchierata a tu per tu con il classe 2000 in quel di Olbia.

Che impatto hai avuto con la Serie C? Ti aspettavi qualcosa di diverso?
“Dall’inizio sapevo che sarebbe stato un campionato molto difficile. Ho molti amici ex Primavera del Cagliari che avevano già fatto questa esperienza negli anni scorsi e tutti mi avevano detto delle complessità dell’impatto iniziale. I professionisti rispetto al campionato giovanile sono tutta un’altra storia. Ci sono ritmi altissimi, c’è un’aggressività unica”.

Prima stagione tra i grandi, quanto inciderà per la tua crescita questa esperienza a Olbia?
“Tantissimo, serve a farsi subito le ossa, come si dice. Soprattutto sotto l’aspetto mentale secondo me. Ci sono delle aspettative legate ai risultati e alla classifica che pesano. Se retrocedi non sei più un professionista, per fare un esempio. Per questo è fondamentale esserci sempre con la testa, avere la giusta mentalità”.

Dove sei migliorato rispetto al passato e dove puoi migliorare ancora?
“Passando a giocare da play, come in Primavera, a fare la mezzala in Serie C, credo di essere migliorato tanto sotto l’aspetto dell’intensità. A Olbia ho trovato un reparto di grandissima qualità però per poter ancora crescere tanto. Sto facendo bene sotto l’aspetto dei tempi di gioco anche in questo nuovo ruolo”.

Da Canzi a Cagliari al Canzi di Olbia, cosa e come è cambiato anche Max?
“Quando passi da gestire una squadra di ragazzi a una di adulti la gestione umana del gruppo è fondamentale. Non è uguale trattare un ragazzo di 18 anni o un giocatore esperto come Emerson. E mister Canzi in questo è bravissimo, sa capire le esigenze dei suoi giocatori. Ora credo che la squadra abbia una forte identità, sappiamo cosa dobbiamo fare per raggiungere i nostri obiettivi”.

Restando sullo spogliatoio, a chi stai provando a rubare qualcosa?
“Dal punto di vista tecnico da Giandonato, lui non ci fa davvero nulla per qualità in questa categoria. Per me è un giocatore immenso. Invece per spirito e voglia Emerson è un esempio incredibile. Lui è sempre il primo ad arrivare all’allenamento e anche in settimana da sempre il massimo. Poi ovviamente a livello caratteriale da Pisano, su cui non c’è niente da aggiungere sulla persona. Un capitano vero”.

Flashback alla passata stagione: quanto brucia non aver disputato la fase finale del campionato Primavera dopo il secondo posto conquistato prima della pandemia?
“Mi ha lasciato tantissimo amaro in bocca, perché stavamo facendo qualcosa di unico nella storia del Cagliari: provare a vincere il campionato Primavera. Eravamo secondi e dovevamo ancora scontrarci per il primo posto nel ritorno con l’Atalanta”.

E sulla Primavera di quest’anno? Ti senti ancora con qualcuno?
“Assolutamente sì, mi sento spesso con Carboni, con Contini, Cusumano, Boccia. Sono amici di una vita. E spesso chiamo anche Lombardi che quest’anno è andato anche lui in C all’Imolese”.

L’esordio della passata stagione con Zenga?
“Credo sia il sogno di ogni ragazzo, il ricordo che ho impresso è l’ingresso contro il Milan con Ibrahimovic lì davanti a me”.

Torniamo all’Olbia, la tua partita migliore fin qui in stagione?
“Credo in assoluto quella con l’Alessandria”.

Aspettative personali per il campionato?
“Continuare a fare bene come sto facendo, provando a dare sempre il massimo e mettere a disposizione del gruppo le mie qualità. L’obiettivo della squadra invece continuare sulla strada degli ultimi risultati”.

Giovane, gavetta e fatica ma anche responsabilità che non stai pagando, visto che ti sei preso anche il peso di calciare qualche rigore…
“Sì, ma lo faccio perché vedo la fiducia nei miei compagni. Ci sono giocatori più esperti che però mi hanno dato questa responsabilità e sono contento. Alleno da sempre i tiri dal dischetto anche se non ero mai stato in questi anni uno dei primi rigoristi della squadra”.

Pensi di poter fare di più in zona gol?
“Credo di poter migliorare ancora tanto in fase realizzativa, non voglio chiudere la stagione segnando solo di rigore (ride ndr)”.

L’ultimo assist a Ragatzu in campionato, una giocata da Serie A?
“Devo essere sincero, il lancio in profondità è sempre stata una mia qualità. Ma per fortuna quella palla è arrivata a Daniele perché poi quello stop e quel pallonetto vogliono fatti”.

Senza Giandonato, squalificato, potresti avere più spazio e libertà da regista?
“Sì in teoria con Manuel fuori c’è questa possibilità ma poi dipenderà dalle scelte del mister e io sono a disposizione”.

Tanta concorrenza a centrocampo, anche con diversi profili giovani come Biancu e Pennington, e nonostante arrivi dal Cagliari Primavera ti sei dovuto conquistare il posto…
“Nel calcio nessuno ti regala niente, arriva tutto dal lavoro giorno dopo giorno. Conosco il tecnico da cinque anni ma il posto da titolare va conquistato in ogni allenamento”.

A proposito di Canzi, qual è la volta che lo hai fatto arrabbiare di più?
“Lui è uno che si arrabbia spesso, specie quando calo di intensità durante la partita. E qualche volta su questo aspetto voleva davvero picchiarmi per rimproverarmi (ride ndr)”.

L’avversario in questa prima stagione in C che maggiormente ti ha impressionato?
“Sicuramente Francesco Valiani della Pistoiese, ma quello che mi impressiona di più in assoluto a Ragatzu. Non ho mai visto fare a nessuno quello che fa lui in allenamento e partita. Nemmeno quando stavo con la prima squadra a Cagliari. Fa davvero delle giocate fuori dal normale”.

Futuro di Ladinetti?
“Speriamo in una lunga carriera”.

Francesco Aresu 

 
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