Sei stagioni stagioni, sei annate sportive dense di emozioni da conservare nel cassetto dei ricordi. Ma anche la base per trovare nuovi stimoli, continuare a macinare quei chilometri sul manto erboso che molto spesso per Alessandro Cadau sono stati indecifrabili. Il classe ’84 dopo sei stagioni ha lasciato il Costa Orientale Sarda, dove era arrivato quando il nome del progetto era legato a Muravera. Una promozione dall’Eccellenza e gli anni restanti passati in quella Serie D e in quel girone G che si era già dimostrato il proprio habitat naturale con la maglia della Nuorese. Una Nuorese in cui ora Cadau è tornato per dare manforte a un progetto che vuole riportare il capoluogo barbaricino ai piani alti del calcio isolano.
Alessandro Cadau, quello prima con il Muravera e poi con il Costa Orientale Sarda sembrava un rapporto destinato a durare all’infinito. Alla fine invece c’è stata la chiusura.
“Sì è chiusa una bella storia, prima o poi doveva succedere. Non sono immortale e va bene così. Devo solo ringraziare come ho fatto anche pubblicamente nei social per tutto quello che mi hanno dato. Mi hanno fatto crescere umanamente, non solo calcisticamente. Li ringrazierò sempre perché mi sono sentito sempre a casa”.
Guardandosi alle spalle, il bilancio dunque resta positivo?
“Il bilancio dell’intera esperienza è positivo. Siamo partiti con la vittoria del campionato di Eccellenza, abbiamo continuato in Serie D con tanti risultati importanti. Forse solo due stagioni fa, quando era appena nato il progetto Cos, abbiamo avuto qualche problema ma poi ci siamo salvati abbastanza tranquillamente. Nell’ultimo anno ho avuto qualche infortunio di troppo, a partire dal braccio, però poi sono tornato e non mi posso lamentare di come sono andate le cose. Eravamo tanti, la squadra era davvero forte. Tutti questi anni finiscono tra i bei ricordi. Anche perché quando non ho giocato ho sempre imparato qualcosa”.
C’è qualche ricordo che le è rimasto più impresso?
“Non ho un solo ricordo preciso. Ci sono state sinceramente tante emozioni. Dalla vittoria del campionato a grandi partite, anche gioie personali come qualche gol come quello a Latina. E poi la partita a Nocera dell’ultima stagione che mi ha emozionato tanto. Abbiamo sfiorato l’impresa, quasi pareggiandola alla fine. Ma il ricordo è bellissimo perché sono uscito tra gli applausi di quello stadio. Sicuramente è l’emozione più forte vissuta di recente, uscire con gli applausi del pubblico di Nocera, in uno stadio del genere, ha commosso me e anche qualche compagno. Conservo anche qualche video di quel giorno girato da tifosi della Nocerina, è qualcosa che mi ha fatto piacere. Magari è stato più semplice per loro perché hanno vinto (ride, ndr), ma non è dappertutto che ti applaudono in quel modo. È stato un episodio bellissimo”.
Ora però guardiamo al futuro. Torna alla Nuorese che per tanto tempo è stata casa. Quali sono le motivazioni di questa scelta e quali sono le prime impressioni?
“Innanzitutto ringrazio il presidente Pittorra e il team manager Nicola Chironi che mi hanno fortemente voluto e convinto. Mi hanno veramente corteggiato, il grazie più sentito va a loro che mi hanno riportato a casa. Penso di trovare un ambiente molto sereno. Qui ho fatto quattro anni di Serie D, la proprietà è diversa ed è per questo che il clima sia un po’ differente da quello che ho lasciato. Le prime impressioni fanno pensare che questa sia una società che ti faccia stare bene, conoscendo le persone penso proprio non ci mancherà nulla”.
Ci saranno diversi giocatori con cui ha condiviso diverse gioie anche negli ultimi anni. Cosa significa per lei?
“Arrivo a Nuoro e trovo tanti giocatori con cui ho condiviso diverse gioie. Con Massimiliano Manca e Andrea Satta abbiamo trascorso diverso tempo insieme, poi ci saranno Zannini, Cossu. Trovo dei ragazzi che conosco già, dei ragazzi molto validi a livello calcistico e umano. Sono stati scelti giocatori che hanno doti importanti fuori e dentro al campo. Non vanno dimenticati poi giocatori che c’erano già come Fabio Cocco, Emerson, Steri, Piredda: professionisti e persone valide che fanno capire quello che vuole la società”.
Quella del prossimo anno sarà un’Eccellenza di alto livello. Dalle ambizioni del Budoni a quelle del Monastir e dell’Alghero. Ci sono piazze importanti del calcio isolano: che torneo si aspetta?
“Sono sincero, mi aspetto un campionato molto difficile. Se si può dire sarà una sorta di Serie D, il livello si alzerà anche per l’assenza di obbligo degli under che verranno considerati senior a tutti gli effetti. Oltre alle squadre citate aggiungo formazioni come l’Ossese e il Tempio. Ci sono diverse squadre che sono attrezzate dagli anni passati, altre che conoscono la categoria. Sarà un campionato complesso: l’obiettivo è fare un buon torneo, vincere sarà difficile per tutti. Ne vedremo delle belle”.
Il tempo passa nonostante in campo non si noti. Vista anche l’esperienza però cosa pensa di poter dare a questa Nuorese? Quali saranno le consapevolezze che cercherà di aiutare a creare?
“Come ho detto prima non sono immortale, anche se grazie a Dio il fisico mi ha sempre sostenuto in qualche modo. Spero innanzitutto di stare bene, come stavo bene quest’anno, perché al di là della rottura del braccio non ho avuto problemi fisici. Voglio dare il mio contributo, non mancherà il mio impegno. Darò tutto quello che avrò, continuerò a portare la mia professionalità come ho sempre fatto ovunque sono andato. Poi i risultati, lo sappiamo, dipendono da tante dinamiche differenti. L’importante è dare tutto sul campo, perché quella di Nuoro è una piazza che vuole vederti uscire con la maglia fradicia di sudore. Noi questo dobbiamo fare e di conseguenza trasmettere a chi non conosce l’ambiente nuorese. Questo è quello che si può promettere, poi il campo dirà la sua”.
Matteo Cardia