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Walter Zenga | Foto Luigi Canu

NINO DIXIT | Ci voleva l’accabadora cun su giuale

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Il consueto commento (a freddo) sulla partita del Cagliari a cura di Nino Nonnis.

Chiudo il libro che avevo tenuto aperto solo per sapere chi era il maggiordomo. Anno nuovo intenti nuovi, a cominciare dall’allenatore. Anche a Festa era stato dato il benservito, senza ringraziarlo dei meriti che aveva avuto. Di Francesco a me non piace, non per referenze tecniche, ma per carattere. Ci sono allenatori che si fanno valere solo al microfono. Mazzarri per tutti, Fabbri per il passato. Bravi solo nelle interviste. Zenga ha dei meriti indubbi, ha fatto esordire molti giovani, senza bruciare nessuno e non era facile. Rastelli se ne fregava e ha avuto buona stampa, che in certi casi è buona per disposizione.

Non ha molto senso fare disamine tecniche della insulsa partita di ieri. Nessun tiro in porta e neanche fuori, una miriade di passaggi sbagliati, in situazioni elementari, vedi Mattiello che ripiegava su se stesso e lanciava il contropiede, degli avversari. Ionita ha mostrato i suoi limiti che sono tecnici, non ha i movimenti minimi, laterali, non contrasta e ieri si è anche procurato una situazione che poteva fargli guadagnare i benefici del dubbio. Ha spiegato invece perché non segna e il cronista si è chiesto perché non avesse tirato.

Il Milan per converso ha giocato con fluidità, aiutato dalla nostra svogliatezza. Generalmente le squadre ci impongono il loro tic toc, il Milan invece verticalizzava anche e a questo non eravamo preparati. Ieri ci voleva una difesa a sette.

Pereiro si muove bene col pallone, se lo lasciano fare, ha un bel tiro, se glielo permettono, il greco lasciava metri al suo avversario. Ieri sono mancati anche i contrasti e mentre Leao dava cinque metri al suo marcatore, Simeone raramente reggeva il marcamento che nei suoi confronti è sempre ossessivo. Il problema è adesso avvincente: la campagna acquisti. Le riserve le abbiamo, ce le hanno fatte conoscere Zenga e Carli, sfoltiamo la rosa senza comprare giocatori risaputi come Birsa e Paloschi, o Cacciatore. Per non parlare di Cerri che è costato.

Se compri un ventenne polacco, sarà una scommessa, se va male ci perdi poco o niente, se rivendi un Birsa, sarà difficile trovare un acquirente. Io non pretendo un nuovo Arrica, ma che almeno si guardi al passato, agli Orrù. Ricordo che la stampa di allora storse il naso agli acquisti degli uruguagi, Francescoli non lo voleva nessuno, Herrera boh, e Fonseca altrettanto. Smettiamola con gli stranieri che hanno già imparato l’italiano da altre parti.

Nino Nonnis

 
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