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Cagliari-Udinese La disperazione di De Paul dopo un occasione fallita | Foto Luigi Canu

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Il consueto commento (a freddo) sulla partita del Cagliari a cura di Nino Nonnis.

Il consuntivo si fa sempre più demoralizzante, se si ricordano gli entusiasmi che ci avevano illuso nella prima parte di campionato. Il maggiore indiziato prende le sembianze di Zenga. E del repertorio di colpe originali che dovrebbe avere. E che non gli attribuisco

Un merito glielo riconosco: ha lanciato coraggiosamente molti giovani compreso l’ultimo, Marigosu, che ha giocato con improntitudine. Ladinetti ha confermato le proprie doti, possiede lancio lungo e buone movenze, unite a buon senso di posizione. Un altro avrebbe schierato Birsa, una sicurezza, e mi avrebbe privato di una curiosità. Il merito probabilmente è anche di Canzi, ma anche dargli ascolto e fidarsi delle sue referenze non è cosa da poco.

La partita ha cominciato a essere guardabile dal secondo tempo, per merito anche dell’Udinese, che ha avuto un calo di intensità, naturale peraltro, e questo ci ha permesso di avere più spazi di manovra, proprio quello di cui soffriamo.

Purtroppo bisogna constatare l’evanescenza di Simeone, che dovrebbe agire in agilità, ma solo una volta si è smarcato sulla sinistra, per un cross pericoloso. Il cronista ha invano pensato che il padre fosse in incognito dietro qualche cartellone, invece chi si era abilmente celato è stato il figlio che ieri ha sbagliato lo stop sul pallone e non ha mai dettato il passaggio. In altre partite aveva segnato e niente gli veniva imputato. Purtroppo avevamo una grande bocca da fuoco, costata quanto un Picasso, ma l’abbiamo ceduto per fare le fortune altri.

Anche Joao Pedro si sta spegnendo come una stearica e con un attacco simile non si può pretendere. Pereiro ha fatto intuire buone doti, in certe movenze sembra Virdis, che superava l’uomo passeggiando, ma dovrebbe imitarlo anche in altro, cosa che non gli pretendo, non appartenendo alla razza degli attaccanti sindiesi. Anche ieri Ionita è stato il migliore in campo, lo ammetto a denti stretti, finirà che diventerò un suo tifoso. Ieri ha sbagliato meno del solito e mi ha stupito. mi auguro che stupisca anche i compratori e trovi fortuna da altre parti.

L’entrata di Faragò ha permesso una spinta assidua sulla destra oltre che accortezza difensiva. Do a Pisacane l’onore delle armi, ma se la squadra non gira a pieno regime non possiamo chiedergli quello che non può dare.

Nino Nonnis

 

 
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